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S. Simic: "Addio al Milan, ecco perchè. Futuro? Mi vedrei bene in politica"

ESCLUSIVA MN - S. Simic: "Addio al Milan, ecco perchè. Futuro? Mi vedrei bene in politica"MilanNews.it
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giovedì 2 aprile 2020, 17:16ESCLUSIVE MN
di Thomas Rolfi

La redazione di MilanNews.it ha contattato Stefan Simic. Con l'ex difensore rossonero, ceduto a titolo definitivo in estate ai croati dell'Hajduk Spalato, abbiamo parlato di come sta vivendo la propria vita durante l'emergenza Coronavirus, del rapporto che lo lega all'Italia e al Milan, dei propri obiettivi personali e dell'importanza di avere un giocatore come Zlatan Ibrahimovic all'interno di un club. Infine, una curiosità su quale professione vorrebbe svolgere al termine della carriera calcistica, con una risposta molto singolare da parte del nativo di Praga.

Come sta affrontando l'emergenza Coronavirus la Croazia e come la sta vivendo lei personalmente?
"La situazione è stata presa da subito più seriamente in Croazia dopo i primi contagiati, anche da noi è tutto chiuso e per questo non ci sono così tanti malati come in altri Paesi. Per quanto riiguarda me, ovviamente mi manca non poter vedere la famiglia, gli amici e la mia ragazza, però non la sto vivendo male sinceramente, perchè sono a casa mia a Brac (isola della Croazia, ndr), dove non c'è nessun contagiato. Possiamo uscire di casa, ovviamente da soli e tenendo sempre le distanze sociali, ma qui ho la possibilità di camminare nei boschi o sul lungomare. A Zagabria, invece, la situazione è molto più dura, complicata ulteriormente da un terremoto molto forte avvenuto una decina di giorni fa".

A livello professionale, invece, cosa significa allenarsi in solitaria per un calciatore?
"Non è molto difficile per me, perchè sono in casa e ho una piccola palestra nel mio garage. Ho tanto spazio, posso andare a correre nei luoghi di cui parlavo prima. Non è come in Italia o nel resto della Croazia, dove la situazione è molto più difficile, dove i ragazzi vivono in appartamenti - magari nemmeno di loro proprietà - in cui al massimo hanno la possibilità di fare esercizi a corpo libero".

Come sta andando l'avventura nel campionato croato all'Hajduk Spalato?
"Stava andando molto bene e stavo giocando sempre. Ad un certo punto ho preso una malattia, ma non si è capito bene cosa avessi, e non ho giocato per qualche partita. Poi mi stavo riprendendo e purtroppo adesso è scoppiata quest'emergenza del Coronavirus che nessuno poteva prevedere e che ha costretto a sospendere il campionato anche in Croazia. Speriamo che quest'emergenza finisca presto e che tutti possiamo tornare alla normalità".

In questi giorni di grande sofferenza per l'Italia, lei ha postato sul suo profilo di Instagram un messaggio di speranza rivolto agli italiani.
"Mi piace molto l'Italia, ho un bellissimo ricordo e ho avuto un ottimo rapporto con tutti, ho ancora tanti amici in Italia. L'Italia è uno splendido Paese, che mi ha stupito molto e esprimere le mie emozioni e gratitudine nei confronti dell'Italia e degli italiani mi sembrava il minimo in un momento così difficile per tutti voi".

Parlando un po' di Milan, in molti tifosi rossoneri ricordano con affetto la sua frase, pronunciata al termine dell'esordio in prima squadra contro il Dudelange. Cosa significava per te quel "Milan è tanta roba"?
"Sono una persona sincera e quello che dico lo penso veramente. Ci son tanti calciatori che sognano di giocare in uno dei top club del mondo. Io sono arrivato al Milan e tutti sanno cosa vuol dire il Milan, forse un po' meno i ragazzi più giovani. Penso di appartenere ad una delle ultime generazioni che ha visto veramente il grande Milan e so bene cosa significhi il Milan nella storia del calcio".

Dopo un lungo peregrinare in prestito tra Varese, Mouscron (Belgio), Crotone e Frosinone, le strade con il Milan si sono definitivamente divise nella scorsa estate: ci racconta cos'è successo?
"Sì, le strade si sono divise ma questo è il calcio. Sarebbe bello se andasse tutto sempre come noi vogliamo, ma purtroppo non è così. Così come il Milan ha altri obiettivi, io ho altri sogni. Non ho nessun ricordo negativo del Milan o rancore nei loro confronti. Non ho nessun rimpianto e son contento di essere all'Hajduk Spalato".

Qual è il ricordo più bello in rossonero?
"La prima volta che sono entrato nello spogliatoio della Primavera, perchè lì mi sono davvero reso conto che ero arrivato al Milan. Poi sicuramente la partita di esordio in prima squadra contro il Dudelange in Europa League a San Siro".

Cosa le manca del Milan e cosa le manca della città di Milano?
"Mi manca il Milan sicuramente, perchè è una delle migliori squadre al mondo in cui tutto è di alto livello. Però sono anche contento qui dove sono, gioco nella squadra del mio cuore e mi trovo bene qui. Anche Milano mi manca tanto: mi manca la cultura, parlare un'altra lingua e mangiare cibo italiano".

Ha avuto modo di seguire il Milan in questa stagione?
"Ho seguito questa stagione, anche senza vedere le partite, ma controllavo sempre i risultati. Vorrei sempre che andasse tutto bene al Milan, però non può sempre essere così. Posso solo augurare al Milan di trovare la strada nel quale credere, poi con il tempo arrivano i frutti. La cosa importante, però, è scegliere una strada da percorrere, credere fortemente in questa e seguirla in modo deciso, senza cambiarla in corsa".

Ibrahimovic ha avuto un grande impatto nei primi mesi dopo il suo ritorno al Milan: fosse nel club rossonero, se ne priverebbe la prossima stagione?
"Ibra ha avuto un grande impatto. E' uno dei migliori nella storia del calcio, è una leggenda. A prescindere da quello che dà in campo, già averlo all'interno del club dà una motivazione in più e dà una mano nel capire cosa poter fare per poter uscire dalla situazione attuale in cui il Milan è. Bisogna vedere cosa vuol fare lui, se ha ancora la voglia di giocare che ha sempre avuto e bisogna anche vedere su quale strada vuole andare la società. Magari la società vuole solo giocatori giovani e allora, in quel caso, non avrebbe senso puntare su Ibra nonostante l'importanza che ha. Oppure ancora, per fare un altro esempio, magari vogliono dargli un ruolo in società".

Che obiettivi e progetti ha per la propria carriera calcistica?
"Il mio obiettivo è sempre quello di giocare al mio livello massimo. Se le mie possibilità sono da Real Madrid, farò di tutto per giocare là. Se le mie possibilità sono di giocare in una squadra di Serie A di metà classifica farò di tutto per giocare lì. Non voglio giocare in una competizione leggera, ma nemmeno andare in una squadra top per poi essere là semplicemente per far numero".

Le piacerebbe tornare a giocare in Serie A?
"Sì, io sono aperto a tutte le opzioni, però prima devo fare bene qua all'Hajduk Spalato. Sono contento qua, però voglio sempre migliorarmi. Se gioco bene qua voglio andare in una competizione più difficile. Così vorrei che andasse la mia carriera".

Come si immagina quando terminerà la sua carriera da giocatore?
"Vediamo. Mi piacerebbe rimanere nel calcio, o in dirigenza o fare il procuratore. Oppure fare tutt'altro e fare politica, mi ci vedrei bene. Spero un giorno di poter diventare una persona forte per poter aiutare gli altri. E non lo voglio fare per soldi, che spero che avrò già guadagnato grazie al calcio. Mi darebbe gratificazione aiutare le persone. Ho visto tanti Paesi e parlo più lingue, penso di essere una persona educata. Sicuramente ci sono giochi di potere e sotterfugi in quel campo, anche se penso ce ne siano più nel calcio che nella politica. Questo non mi piace, io sarei onesto. Tornando al paragone con il calcio, spesso queste cose rovinano la carriera di qualche giovane calciatore".