I nove mesi da sogno del giovane Milan di Stefano Pioli

I nove mesi da sogno del giovane Milan di Stefano PioliMilanNews.it
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
lunedì 7 dicembre 2020, 21:00Primo Piano
di Michele Pavese

Poco meno di un anno fa, al termine del girone d'andata, i punti conquistati dal Milan furono 25. I rossoneri erano decimi, a 23 lunghezze dalla vetta e con un ritardo di 10 punti sul quarto posto. Al di là della facile retorica e dei frettolosi trionfalismi, non erano minimamente preventivabili un'inversione di tendenza simile e una serie di risultati così esaltante. Ventidue partite senza sconfitte, trenta gare sempre a segno in campionato, una squadra che vince e convince anche senza tre elementi cardine e che è sempre più consapevole dei propri mezzi. Un gruppo, una famiglia unita, come testimoniano i video pubblicati dopo la sfida contro la Sampdoria. Un'atmosfera spensierata che - per ora - fa la differenza.

Sarebbe riduttivo parlare solo dei meriti di Zlatan Ibrahimovic e della mentalità che ha saputo trasmettere ai compagni, così come sarebbe incoerente, quasi scorretto incensare in modo eccessivo Stefano Pioli. Quattordici mesi fa prendeva il posto di Marco Giampaolo in un clima di depressione e scetticismo generale (compreso quello del sottoscritto); in estate era stato sfiduciato e praticamente già sostituito nonostante gli ottimi risultati ottenuti dopo il lockdown. Nemmeno un sentito mea culpa può bastare: i cori in suo onore, l'affetto che i giocatori gli mostrano ogni giorno spiegano bene quanto sia stata provvidenziale la scelta della dirigenza di confermarlo alla guida del Diavolo. È difficile gestire una rosa di 25 elementi, ma è ancor più complicato entrare nei cuori e nelle menti, trasmettere serenità, farsi forza nelle avversità. Questo primato, questo incredibile bottino di 26 punti in dieci giornate sono la giusta ricompensa per il lavoro che il tecnico di Parma ha svolto finora e sono frutto di una serie clamorosa di decisioni corrette: dai rinforzi (e le cessioni) di gennaio al cambio di modulo, fino al rinnovo di Ibrahimovic e le intuizioni dell'ultimo mercato, tutto si è amalgamato alla perfezione.

Ivan Gazidis, Paolo Maldini, Ricky Massara e il mister: dall'8 marzo in poi, nessuno ha più sbagliato un colpo. Certo, non è andato tutto liscio e come sappiamo sarebbe bastato poco per deviare la linea temporale, consegnandoci un altro presente. Ma il giovane Milan che guarda tutti dall'alto non è figlio della casualità ed è una "novità" che fa bene al calcio italiano, ossigeno puro in un torneo piatto, reso interessante solo dall'Atalanta, dall'Hellas Verona e dal Sassuolo. L'obiettivo resta il quarto posto e bisogna continuare a ripeterselo fino allo sfinimento, per ricordarsi il punto di partenza e i disastri dell'ultimo decennio. I momenti difficili (e le sconfitte) arriveranno, e con essi torneranno le critiche. Questa squadra, però, sembra avere la scorza dura, risorse insospettabili e darà filo da torcere a chiunque. Tutto ciò che arriverà in più, sarà guadagnato.