Il Milan, la qualità obbligatoria e il "problema" centravanti: Pioli deve dare una forma definitiva all'attacco

E' innegabile che, contro il Lecce, il Milan abbia vissuto un andamento della gara a due facce, condizionato dalla ripresa consapevolezza del Lecce, ma anche da un differenziale tecnico importante tra primo e secondo tempo. Non è un caso che, dopo il doppio cambio, le occasioni si siano fatte meno frequenti, ad eccezione del momentaneo 2-1 di Piatek nato da una magia del ritrovato Hakan Calhanoglu. Leao, a detta di Pioli, è stato sostituito anche a causa di un indurimento, mentre Paquetà era in calo. Eppure, senza di loro, il Milan ha faticato tantissimo a costruire chance credibili.
LE CERTEZZE DEL BINARIO SINISTRO - Se Milan-Lecce ci ha fatto capire che il Diavolo soffre ancora di limiti strutturali, allo stesso tempo ci ha ribadito che la qualità, forse non sufficiente per centrare l'ulteriormente ribadita Champions, è presente all'interno della rosa milanista. Lucas Paquetà nei primi quarantacinque minuti di San Siro è stato a tratti illuminante, tant'è che ci si domanda come si possa rinunciare a lui con l'attuale materiale a disposizione. Gattuso lo ha sempre impiegato titolare quando lo ha avuto a disposizione. E di certo all'epoca il brasiliano disponeva di meno esperienza rispetto ad ora... L'esperimento Calhanoglu mezz'ala si è dimostrato a maggior ragione fallimentare: punto primo il turco rende meglio in zona offensiva, punto secondo il suo apporto (insufficiente) a centrocampo ha inspiegabilmente "panchinato" l'ex Flamengo, ad oggi miglior interprete del ruolo al Milan insieme a Bonaventura.
I CENTRAVANTI E SUSO - Stefano Pioli dovrà lavorare con le indicazioni ottenute contro il Lecce. Paquetà resterà un punto fermo, così come Calhanoglu, e Leao, per larghi tratti spina nel fianco dei salentini, sarebbe sprecato come mera alternativa a Piatek. Non sarebbe quindi un'eresia ipotizzare un attacco formato dal turco, il portoghese e il polacco, sebbene questo significhi ritrovarsi in panchina senza prime punte di riserva. Proprio per tale ragione l'allenatore emiliano sembra intenzionato nuovamente a proporre uno dei due, almeno contro la Roma. In ottica futura si potrebbe lavorare su Rebic come eventuale sostituto del binomio Piatek-Leao, ma è chiaro che i limiti della rosa, o meglio della composizione del reparto offensivo, appiano sempre più evidenti. In tutto questo non abbiamo citato Suso, sempre titolare da inizio campionato: senza addossare tutte le colpe sull'andaluso, sarebbe però consigliabile tentare una strada alternativa al suo utilizzo, ricercando un barlume di imprevedibilità ad un attacco ormai fisso su binari preconsolidati. All'Olimpico con buona probabilità lo vedremo ancora titolare, ma per quanto tempo il Milan potrà permettersi uno spagnolo così poco decisivo?

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