L'inedita sensazione di un reparto completo. Il tour de force non fa più paura, nel 2021 si studierà il futuro

L'inedita sensazione di un reparto completo. Il tour de force non fa più paura, nel 2021 si studierà il futuroMilanNews.it
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venerdì 20 novembre 2020, 18:00Primo Piano
di Matteo Calcagni

Con il recupero di Mateo Musacchio, tornato recentemente a disposizione, la retroguardia rossonera si è ricostituita nella sua interezza. Il Milan ha trascorso mesi e mesi con due o tre centrali arruolabili, tant'è che nello scorsa sessione estiva/autunnale la dirigenza rossonera ha scandagliato a lungo il mercato alla ricerca di un nuovo difensore che potesse sopperire all'emergenza. Prima Romagnoli, poi Duarte, Gabbia (rientrato dopo il Covid) e Musacchio, hanno di fatto azzerato l'anemia del reparto arretrato, almeno a livello numerico.

IL PRESENTE - Da qui a gennaio il Diavolo dovrà giocare dieci partite, in una fase decisiva della stagione per rafforzare le chances di ambire alla Champions League. Poter contare su tutti i centrali è fondamentale, non tanto per variazioni costanti, ma per permettere anche qualche rattoppo in corso d'opera. Pensiamo ad un cartellino giallo concesso ad inizio gara, od una fase di estrema pressione in campo... Inserire un altro centrale potrebbe far respirare le truppe ed evitare il rischio di espulsioni. Delle carte aggiuntive da giocare al momento giusto, nella speranza che Kjaer e Romagnoli possano disputare tutte le partite senza alcun intoppo.

IL FUTURO - La retroguardia rossonera subirà inevitabilmente delle modifiche tra gennaio e la prossima estate. Il contratto di Musacchio, salvo eventi impronosticabili, difficilmente verrà prolungato, il che obbligherà la dirigenza rossonera a sostituirlo, forse già ad inizio 2021. Lo stesso Duarte potrebbe lasciare il Milan: il brasiliano avrebbe potuto partire già la scorsa estate, ma le indisponibilità diffuse e il Covid hanno di fatto impedito un potenziale trasferimento. La volontà della dirigenza è andare ad inserire un centrale giovane, ma di livello, che possa inserirsi rapidamente e diventare un titolare. Nel frattempo si dovranno effettuare valutazioni anche sul futuro di Romagnoli, il cui contratto scadrà nel 2022. La logica spingerebbe al rinnovo o alla cessione, evitando di ritrovarsi a pochi mesi dalla scadenza senza accordi di sorta.