Milan e il curioso caso dei portieri: 26 anni di spauracchi

Ventisei anni di Berlusconi al Milan, una serie di successi record, tanti campioni, grandi bandiere e un punto interrogativo costante: il portiere. Sembrerà strano considerato come il Milan, nonostante un gioco contraddistinto da sempre per il suo essere propositivo abbia posto le basi dei trionfi da una grande difesa. Un reparto talmente forte dal compensare i limiti di estremi difensori sicuramente di buon livello, ma mai certezze assolute. Eppure il presidente volle da subito partire con una certezza fra i pali: il portiere della Nazionale Giovanni Galli. Per averlo vengono girati alla Fiorentina ben 5 miliardi di lire. L'inizio non è dei migliori: l'ascolano Barbuti lo beffa con un pallonetto da posizione decentrata. Andrà meglio, decisamente meglio, nel prosieguo: il Milan è la seconda miglior difesa del torneo, mentre l'anno successivo i gol incassati saranno appena 14. Tutto va alla grande fino al 1989 quando Giovanni Galli inizia ad avere qualche defaillance, in panchina scalpita Andrea Pazzagli e alla fine le gerarchie verranno ribaltate. Sacchi saprà gestire la situazione, concedendo a Galli la vetrina della Coppa dei Campioni, tra l'altro arrivando a vincerla per il secondo anno consecutivo da protagonista. Ma le indicazioni del campionato suggeriscono al portiere toscano di andar via, lasciando via libera a Pazzagli, che diventa titolare con riserva il giovane Sebastiano Rossi, preso da Cesena. Come un film già visto anche qui vediamo il numero uno rossonero incappare in una serie di papere mica male: il 17 marzo la goccia che fa traboccare il vaso: il Milan perde in casa 1-0 con l'Atalanta su papera di Pazzagli. Da quel momento subentra Rossi, che non compie particolari errori e tanto basta per partire titolare l'anno dopo. Come Galli, una volta capito di essere stato scavalcato, anche Pazzagli ringrazia e saluta, direzione Bologna. Al suo posto il giovane Antonioli, tornato dal prestito al Modena. Stagione 1991/92 si parte con Rossi, poi Antonioli gioca quattro partite e inizia a pregustare il passaggio di testimone per l'anno successivo. E così è: il campionato 92/93 vede Antonioli titolare e Rossi riserva. Fila tutto liscio col Milan invincibile, fino al derby del 22 novembre. Il Milan conduce 1-0 con gol di Gigi Lentini, poi De Agostini prova la conclusione da fuori, tutt'altro che irresistibile: Antonioli para il tiro centrale ma improvvisamente si fa sfuggire il pallone che entra in rete: 1-1. Capello insiste su di lui anche il turno successivo contro la Juve, ma a partita in corso si scontra con Casiraghi e si fa male, entra Rossi e si rivela decisivo parando un rigore a Vialli: gerarchie di nuovo capovolte.
Rossi resta titolare fino al 1997, stabilisce un nuovo record d'imbattibilità ma ciò non basta, la fiducia continua a non essere al 100%. Così quando la grande difesa rossonera inizia a scricchiolare il primo a pagare le conseguenze è proprio lui. Nel 1997 arriva Taibi e diventa il titolare, gioca tutto il girone d'andata macchiando le sue prestazioni di alcune incertezze e un errore grave contro la Juventus. Dal girone di ritorno è di nuovo l'intramontabile Rossi titolare, ma senza troppa fiducia. Infatti nel 1998 arriva Lehmann, che fa pentire tutti già dopo 3 giornate regalando 3 gol a Batistuta. Si ritorna a Rossi se non che non arriva il raptus del portiere nei confronti di Bucchi all'ultima partita del girone d'andata. È la volta di Abbiati, che è decisivo per la volata scudetto e diventa il titolare dell'era Zaccheroni. Poi, con l'esonero nella primavera del 2001 del tecnico romagnolo e l'insediamento di Cesare Maldini ecco di nuovo l'highlander Sebastiano Rossi, ma è un fuoco di paglia perché con Terim torna Abbiati. Estate 2002, c'è lo Slovan Liberec ai preliminari, l'estremo difensore rossonero si fa male, tocca a Dida prendere il suo posto. Negli occhi di tutti c'è ancorala papera colossale di Leeds di due anni prima, quando il brasiliano sostituì il titolare assente poiché in Australia a disputare le Olimpiadi e si fece scivolare clamorosamente un tiro da fuori area che costerà al Milan il ko. Stavolta con i cechi Dida non delude e da lì in avanti diventa il titolare, fa partite strepitose e consegna la sesta Coppa dei Campioni parando 3 rigori nella finale contro la Juve: sembra fatta, finalmente il Milan ha un grandissimo portiere, fra i migliori al mondo. Così sembra fino all'anno successivo e a quello dopo ancora, fino a una sera di Champions League quando nel derby di ritorno contro l'Inter viene colpito da un petardo. Da quel momento si assiste a una serie di errori madornali che lo portano ad essere lo spauracchio dei tifosi del Milan. Si punta a un certo punto pure su Kalac, ma le garanzie dell'australiano sono minime, si richiama Abbiati, torna di nuovo Dida e infine di nuovo Abbiati. La pace sembra arrivare in modo definitivo nel 2010/2011: il Milan non a caso vince lo scudetto e il portiere titolare, nella circostanza Abbiati, sarà determinante. Meno bene la stagione seguente, decisamente peggio quest'anno: Udinese, Parma, Zenit, Inter, Napoli e chi più ne ha più ne metta. Le papere iniziano a non contarsi più e ci si guarda già sul mercato per trovare un degno sostituto. Chi sarà il prossimo spauracchio?

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