Il 343 ha le sue regole: in campo e fuori, serve chi lo sappia costruire e applicare

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Ieri alle 18:00Primo Piano
di Lorenzo De Angelis

Il Milan e il 3-4-3, storia di un amore sbocciato (forse) troppo tardi ma dal quale si potrebbe ripartire nella prossima stagione. Convinzione, questa, che aumenta di settimana in settimana, anche perché i risultati che la squadra sta ottenendo con questo nuovo modulo sono sotto gli occhi di tutti. Certo, questo discorso potrebbe essere smentito da un momento all'altro se il Milan non dovesse continuare a portare a casa i risultati, ma per il momento in 4 partite sono tre le vittorie, una sconfitta, 3 clean sheets ed un solo gol subito. 

3-4-3: SERVE CHI LO SAPPIA COSTRUIRE - Che sia ben chiaro: il rendimento dell'ultimo periodo non significa che questa squadra è già forte e competitiva così. Assolutamente. Qualora si dovesse decidere di puntare sul 3-4-3 anche nella prossima stagione c'è bisogno di affidarsi a chi lo sappia costruire ed applicare. Ed ecco che si torna sempre al discorso principale, quello relativo alla nomina di un nuovo direttore sportivo ed allenatore. 

Al Milan non sono concessi ulteriori passi falsi, anche perché da questa doppia scelta dipenderanno al 90% i risultati sportivi della prossima stagione. Ed è forse per questo che Giorgio Furlani si starebbe prendendo tutto il tempo a disposizione, che comunque scorre e rischia seriamente di far registrare un importante ritardo nella programmazione. 

La questione comunque è semplice: allenatore e direttore sportivo dovranno lavorare insieme, sulla stessa onda, ma soprattutto dovranno conoscere pregi e difetti di questo modulo. Ed è forse un caso che l'amministratore delegato del Milan non molli la presa su Tony D'Amico? Oltre ad essere uno degli artefici dell'Atalanta di Gian Piero Gasperini, uno degli utilizzatori seriali della difesa a 3 in Italia, l'attuale direttore sportivo della Dea ha praticamente quasi sempre costruito squadre, soprattutto a Verona, che giocavano con questo tipo di modulo. E quindi è scontato pensare che qualora la scelta definitiva dovesse ricadere su di lui, Tony D'Amico sceglierà per la panchina del Milan un allenatore che sappia utilizzare la difesa a 3. 

3-4-3: SERVE QUALCUNO CHE LO SAPPIA APPLICARE - Dalla scelta del direttore sportivo dipenderà ovviamente anche quella dell'allenatore, che dovrà avere dimestichezza con la difesa a 3 qualora si decidesse di puntare effettivamente su questo modulo. In giro per l'Europa, ma soprattutto in Italia, sono tanti i tecnici che prediligono questo tipo di schieramento, ma questa stagione insegna una cosa: il Milan ha bisogno di certezze. 

Il 3-4-3 ha le sue regole, dentro e fuori dal campo, ed è per questo che è fondamentale scegliere (bene) chi lo sappia applicare. Gian Piero Gasperini, Massimiliano Allegri, Antonio Conte. Più certezze di loro non esistono, anche perché lavorando tanto, ma soprattutto bene, con la difesa a 3, sono riusciti a vincere non solo in Italia ma anche in Europa nel corso degli anni (vedi l'Europa League dell'Atalanta nella scorsa stagione). Puntare su una qualsiasi tipo di scommessa, soprattutto se si decidesse di intraprendere questa strada praticamente al buio, sarebbe una follia, ed è per questo che il casting per il prossimo allenatore deve limitarsi a questi pochi, ma importanti, nomi.

IL 3-4-3 HA LE SUE REGOLE IN CAMPO (E FUORI) - Direttore sportivo ed allenatore avranno un compito qualora si decidesse di continuare con il 3-4-3: costruire una squadra equilibrata che sia in grado di supportare questo modulo. Ad oggi la rosa del Milan ha caratteristiche ben precise ma falle tecniche importanti, che devono assolutamente essere risolte. 

Il 3-4-3 funziona nel momento in cui hai calciatori che cercano la profondità mentre altri fanno da raccordo. Chi nell'attuale rosa può svolgere questo lavoro? Fofana e Jovic. 2 su 11. Ed è per questo che sarà compito di chi arriverà di sistemare queste falle tecniche per mettere allenatore e squadra di lavorare poi nelle migliori condizioni possibili, anche perché solo nel momento in cui tutti i tasselli saranno perfettamente al loro posto ci si potrà tornare a divertire. Il tutto, però, dipenderà ovviamente da quelle che saranno le scelte della proprietà in un'estate che si pronostica essere bollente.