Passiamo alle cose normali

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sabato 13 gennaio 2024, 12:00Primo Piano
di Antonello Gioia

C'era una volta il periodo - del quale non c'è sicuramente nostalgia - del "passiamo alle cose formali", ma oggi sono altri tempi: il Milan ha un'altra squadra, ha una proprietà seria e forte, un progetto interessante e ambizioso, una rosa di alto valore. Il leit motiv, però, oggi come oggi, deve per forza di cose assomigliare tanto a quello di fassoniana memoria: non ci sono più le cose formali, ma è l'ora del "passiamo alle cose normali".

Milan convalescente
Più che un ritornello, quello citato sembra essere un po' l'auspicio del mondo milanista. L'eliminazione dalla Coppa Italia per mano dall'Atalanta a San Siro ha, infatti, deluso profondamente la tifoseria; non solo perché si tratta del secondo obiettivo stagionale ufficialmente fallito dopo il superamento dei gironi di Champions League, ma anche perché si è vista in campo una squadra che non lascia ben sperare per il prossimo e immediato futuro: tanta confusione tattica, scarsa lucidità, incapacità di reagire alle difficoltà che le partite presentano, errori (sempre gli stessi) costanti e frequenti. Si è visto, in estrema sintesi, un Milan ancora in piena convalescenza. D'altronde, non potevano certo bastare le vittorie contro Sassuolo, Cagliari e Empoli, squadre non certo irresistibili, per dichiarare guarita la squadra di Pioli...



La medicina
E la medicina con la quale provare a rimettere in campo una squadra degna del suo valore e delle sue ambizioni è quella di fare le cose normali, o, per meglio dire, di fare le cose semplici. Contro l'Atalanta, Leao e compagni hanno giocato per tutti i 95 minuti col 3-4-3 di base con diversi giocatori fuori ruolo o in posizione diversa rispetto a quella a cui erano stati destinati nelle due positive partite precedenti al confronto con Gasperini; una scelta che, col senno di poi, si è rivelata fallace: dall'1-2 di Koopmeiners in poi, infatti, i rossoneri non sono mai riusciti a trovare misure, spazi e tempi per giocare con lucidità, forse proprio perché messi in difficoltà da tanti troppi adattamenti e da posizioni (come quella di Musah con i piedi sulla linea, per esempio) non congeniali alle loro caratteristiche e a quelle dei compagni con cui dialogare. 

Contro la Roma Pioli avrà ancora tanti infortunati, ma potrà contare su una formazione con i giocatori giusti per il consueto 4-3-3 su cui questa squadra è stata progettata. Forse può essere la scelta giusta per guarire: passare alle cose normali. A questo Milan, d'altronde, riescono con altalenanza le cose semplici, figuriamoci quelle difficili.