Dove vogliamo andare

Dove vogliamo andare MilanNews.it
venerdì 3 febbraio 2023, 00:00Editoriale
di Luca Serafini

Di crisi ne ho viste e raccontate tante: quello scudetto perso dopo aver avuto 7 punti di vantaggio sull’Inter… Quel tremendo 73-74 con un 5-1 nel derby ma 3 giorni dopo 2-0 al Borussia in semifinale di Coppa delle coppe. Marchioro che scivola verso la B con Rivera ala destra e arriva Nereo Rocco a salvare la baracca, vincendo persino la Coppa Italia. E ancora con Sacchi, Capello, Tabarez, Terim, Zaccheroni Ancelotti… Ognuna di quelle crisi nere aveva le sue facce, i suoi motivi, ma i connotati di questo gennaio maledetto non li ricordo. Una progressione roboante verso sfascio dal gol del Torino ai 2 del Lecce ai 3 di Riyadh ai 4 della Lazio e i 5 del Sassuolo. Martellate che hanno messo in ginocchio convinzioni e presunzioni. 

Ormai parliamo da 20 giorni di infortuni, recuperi lenti, mercato, tattica, moduli, sistema di gioco. Ognuno ha la sua chiave di lettura comunque difficile da contraddire. Adesso è il momento delle soluzioni, anche drastiche. E queste non possono che essere in mano a Pioli e alla squadra, per quanti discorsi la dirigenza possa aver fatto loro. 

Non c’è tempo per le accuse, per i processi: siamo ormai nel pieno della tempesta e la barca va raddrizzata. Bisogna turare le falle, riprendere la rotta, puntare verso terra. Non c’è modo diverso se non lavorare tutti, nessuno escluso, svuotando acqua con i secchi, remando, aggiustare in sala motori. 

Continuo fermamente a credere che questa nave non sia il Titanic: ha sbattuto contro il suo iceberg, i suoi iceberg, ma arrivava da 3 anni in cui aveva solcato i mari con orgoglio, unità di intenti, volontà, entusiasmo. Convinzione nel progetto che si stava costruendo. A queste scialuppe bisogna aggrapparsi, alle proprie certezze di uscire dalla burrasca pensando a come si era entrati in acqua.

Una volta raggiunto il molo, una volta sbarcati sulla terraferma, ci sarà tempo e modo per individuare cause e colpevoli. Quel momento non è adesso. Adesso è solo il momento di avere forza e coraggio, dal portiere a un sistema che protegga di più la difesa, compatti la squadra, produca risultati. 

Il pronostico del derby vista l’Inter di coppa e dopo la batosta di 2 settimane fa, sembra chiuso, invalicabile, insostenibile. Ma è un pronostico, solo un pronostico: teoria che si può ribaltare lottando, soffrendo, correndo, sputando l’anima. Con umiltà, ricordando chi siamo. E, soprattutto, dove vogliamo andare.