El Shaarawy e Mastour, lo strano destino dei gemelli diversi del pallone

El Shaarawy e Mastour, lo strano destino dei gemelli diversi del pallone
© foto di Fabrizio Tomasello
domenica 12 luglio 2015, 00:00Editoriale
di Fabrizio Tomasello
Giornalista, ideatore e conduttore di “Passione Rossonera” su Radio Radio, l’unico programma radiofonico esclusivamente dedicato al Milan

Le ultime parole famose di Silvio Berlusconi: «Voglio vedere El Shaarawy a centrocampo». Chissà se mai accadrà, di sicuro però non con la maglia del Milan. 
La notizia che non ti aspetti arriva nel pieno di una calda notte di mezza estate: il piccolo Faraone rossonero lascia baracca e burattini a Milanello per dirigersi verso il Principato di Monaco dove è atteso da una nuova ed entusiasmante avventura. Un sogno shakespeariano per Stephan El Shaarawy, non altrettanto per i tifosi del Milan che ormai si erano affezionati all’attaccante di Savona, tanto da considerarlo il campione attorno al quale ricostruire la squadra.
Poi però sono arrivate le ultime due stagioni “misteriose” per El92, costellate da infortuni a ripetizione e illazioni più o meno esplicite sulla sua vita privata, che ne hanno inevitabilmente minato l’immagine di ragazzo per bene e calciatore ideale, tutto casa, chiesa e Ringo Boys.
Chissà che non sia proprio per questo che al Milan hanno iniziato a riflettere sull’opportunità di continuare a insistere sul suo indiscutibile talento oppure venderlo al miglior prezzo possibile. A tagliare la testa al Faraone e consegnare a Galliani la soluzione ideale per definire la questione, è arrivato il Monaco (si, proprio il club al centro dell’asta sconsiderata e sanguinosa con l’Inter per accaparrarsi Geoffrey Kondogbia) con un’offerta irrinunciabile: poco meno di 18 milioni per un attaccante capace di segnare appena 4 gol negli ultimi due anni. Difficile dire di no.
Una situazione simile a quella che potrebbe accadere a breve al fratellino più piccolo di Stephan El Shaarawy, l’altro presunto fenomeno del vivaio rossonero, il classe ’98 Hachim Mastour. 
Da qualche giorno circolano voci destabilizzanti su un presunto interessamento del Paris Saint Germain nei confronti del talentuoso baby prodigio rossonero. Si è parlato addirittura di un ipotetico scambio con il cartellino del vecchio Ibra, visto il valore di entrambi i calciatori è attestato sui 5-6 milioni di euro.
La verità però è che il Milan ha deciso di cedere Hachim Mastour e la ragione è da ricercarsi in quello che è stato il percorso del ragazzo dal suo arrivo al Milan: tanto clamore mediatico, sponsor a far la coda alla sua porta, social network impazziti per i suoi video da giocoliere, paragoni a dir poco azzardati con fenomeni veri quali il brasiliano Neymar, ma stringi stringi, poco di più. I progressi tanto attesi da parte del ragazzo non sono arrivati, anzi, la sua ultima stagione in rossonero sarà ricordata solo per i tanti infortuni che ne hanno indubbiamente frenato la crescita. 
Da qui alcune polemiche nate sul web, mirate ad evidenziare la dissonanza tra il dire e il fare della dirigenza milanista: annunciare un squadra giovane, italiana e di qualità e poi cedere - dopo El Shaarawy - uno dei diamanti più puri della cantera rossonera. Conseguente e inevitabile la spaccatura in seno alla tifoseria: da una parte gli integralisti del “Il Milan ai milanisti”, decisamente contrari alla cessione dei due attaccanti; dall’altra i positivi, fiduciosi nelle capacità di Galliani di annusare l’affare.
Ma se per El Shaarawy - ormai già maturo dall’alto dei suoi 23 anni - ci si può consolare con un bell’assegno in arrivo da Montecarlo, diversa è la situazione del gioiellino Mastour. Perché cederlo definitivamente e non aspettare almeno un paio d’anni per verificarne l’eventuale grado di maturazione? Dopo l’avvento della cordata cino-thailandese e il ritrovato entusiasmo di Silvio Berlusconi, i soldi non sembrano più un problema impellente per il Milan e non si capisce l’esigenza - per non dire l’urgenza - di disfarsi del ragazzo e mettere così a bilancio una plusvalenza, importante si, ma certo non decisiva ai fini delle sorti economiche e finanziarie del club.
Qualche giorno fa Mauro Tassotti, alla prima intervista da "Supervisor extra rosa”, il nuovo ruolo ritagliato espressamente per lui da Adriano Galliani, chiariva le sue nuove competenze: «Sarò chiamato a seguire il percorso di crescita dei ragazzi in prestito ad altri club e capire se sono pronti per tornare in prima squadra. L’obiettivo è evitare che in futuro si verifichino altri casi Darmian, partito dal nostro settore giovanile e appena venduto al Manchester United per 20 milioni».
E con Mastour come la mettiamo? Cederlo ora, senza almeno provare a darlo in prestito per vederlo giocare con continuità, appare quanto mai un azzardo. 
E intanto Sinisa Mihajlovic, nella prima amichevole stagionale contro i dilettanti dell’Alcione, l’ha schierato titolare accanto a Cerci. Un preciso messaggio a Galliani o semplicemente una vetrina per cercare acquirenti?



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