L’arrivo di Tare in colpevole ritardo. Chi scegliere tra Italiano e Allegri? Maltrattati dagli arbitri: c’è un vuoto!

In queste ore va di moda discutere della coppia di allenatori considerati dai media e dai siti specializzati i candidati più accreditati per la panchina del prossimo Milan. Sono Vincenzo Italiano, già segnalato da Tare ai tempi per la Lazio, e Max Allegri che non ha bisogno di presentazioni. Il primo, che viene catalogato come “giochista”, è reduce da una stagione di buoni risultati: privato delle quattro pedine principali utilizzate da Thiago Motta l’anno prima per raggiungere la Champions (quinto posto) e cioè Zirzkee, Calafiori, Saelemaekers più Ferguson (operato), è riuscito a centrare la Coppa Italia (con qualificazione diretta in Europa league) e a competere per un posto in Champions fino al traguardo finale del torneo. È uno che ha bisogno di tempo per imporre il proprio stile di gioco (4-2-3-1) che è compatibile con le caratteristiche del Milan attuale. A Firenze è stato spesso accusato di aver trascurato troppo la fase difensiva specie nelle tre finali perse. L’altro, Max Allegri, è come un collaudatore di formula uno: gli affidi le chiavi del bolide e provvede lui a tirarlo fuori dal box e a capire, dopo un paio di giri in pista, di quali interventi ha bisogno il motore per andare al massimo. Con la prossima stagione in cui ci sono da disputare soltanto Coppa Italia e campionato, e con la concorrenza (Juve e Inter) che sbarcherà provata dal mondiale per club, il Milan ha un solo obiettivo davanti agli occhi: deve partire subito forte.
Mercato: ripeto qui quello che ho sempre pensato confortato dall’opinione di molti autorevoli tecnici che vanno per la maggiore secondo i quali appunto, l’attuale rosa del Milan, non ha bisogno di stravolgimenti ma solo di qualche correzione (in difesa) per ripartire con ambizioni da primato.
Ecco allora che la seconda pietra (la prima è stata la scelta -colpevolmente ritardata- del ds Tare), cioè quella dell’allenatore, è di estrema importanza. E bisogna fare presto perché qualora Italiano decidesse di restare a Bologna, allora va fermato al volo Max Allegri in queste ore in viaggio verso Napoli. Certi snodi favorevoli si imboccano anche per questione di giorni, di ore addirittura!
Se si pensa, negli uffici di Casa Milan e in quelli di Gerry Cardinale, che il Milan attuale ha bisogno soltanto di un ds a pieno regime e di un allenatore capace, si pensa male. Perché un club come il Milan ha bisogno anche di una terza figura, finora assente, e cioè di un esponente che si occupi del fronte politico che vuol dire non solo partecipare alle assemblee di Lega serie A ma che coltivi rapporti e faccia sentire il peso del Milan che in questi ultimi due anni è trattato anche a livello arbitrale come l’ultima delle provinciali. Ricordo perfettamente che in epoca di Maldini capo dell’area tecnica, a un certo punto della stagione, fece un solo intervento per lamentarsi di alcune designazioni arbitrali segnalando a Rocchi che dovendo giocare il duello scudetto con l’Inter punto a punto, spedire a dirigere le partite del Milan un fischietto debuttante era un errore imperdonabile. Per tutti gli episodi della stagione, cito il metro diverso utilizzato dal var di turno tra la finale di coppa Italia (gomitata di Beukema a Gabbia) e la partita Roma-Milan (gomitata di Gimenez a Mancini).
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