Milan, Inter e i 3 casi viola. Icardi: nota le differenze. Piatek: quel sottile rosicamento. Cassano, scambiato con Belfodil

Milan, Inter e i 3 casi viola. Icardi: nota le differenze. Piatek: quel sottile rosicamento. Cassano, scambiato con BelfodilMilanNews.it
sabato 2 marzo 2019, 00:00Editoriale
di Mauro Suma

Ci sono tre questioni arbitrali milanesi legate alla Fiorentina. Una contro il Milan. Una a favore dell'Inter. L'altra contro l'Inter. Qual è l'unica di cui si parla? Quiz di infima qualità. Scontato come pochi altri al mondo. Ma, quel che più conta, sfruttato più nell'ottica del risarcimento che del danno vero e proprio. Qual è il non detto del "danno irreparabile"? Non provateci più. Oppure, non dobbiamo e non possiamo perdere la Champions per i 2 punti di Firenze. Come se fossero gli unici punti che in questo campionato fanno giurisprudenza. E invece Fiorentina-Inter 3-3 è il terzo caso viola dell'anno. All'andata, sissignori, pagò il Milan. I fatti: Bologna-Milan, l'arbitro Maresca espelle Bakayoko con due gialli meno clamorosi di quelli che poi lo stesso arbitro avrebbe risparmiato a Pellegrini in Roma-Milan. Con la squadra in dieci, forza un fallo Kessie e viene ammonito, lui diffidato, a sua volta. Risultato finale: il Milan la settimana dopo, in piena emergenza infortuni, perde contro la Fiorentina proprio perchè privo di Bakayoko e Kessie. Quella gara di dicembre era stata preceduta diverse settimane prima da Inter-Fiorentina. La partita del rigore di polpastrello. Ma voi il contatto palla-polpastrello l'avete visto? Ve l'hanno raccontato e "ve" l'hanno fatto vedere, ma non l'avete visto. Perchè non si vede. Eppure, rigore. Mentre niente rigore per il fallo di Asamoah su Chiesa. Viola furibondi all'andata, esattamente come i nerazzurri furiosi al ritorno. Sapete allora qual è la morale? La Fiorentina meritava il pareggio all'andata, l'Inter la vittoria al ritorno. Si sono invertiti i fattori, ma è finita come doveva finire. Non c'è stato nessun danno irreparabile. Tra andata e ritorno, l'Inter ha i punti che doveva avere e la Fiorentina ha il punto che doveva avere. E' al Milan che manca qualche punto fra Bologna, Fiorentina e Roma. Vero Maresca? E' riparabile il danno del Milan? 

E' stato un giovedì da corto circuito in casa Inter. Il dirigente che preavvisa la controparte delle cose che sta per dire l'allenatore, prendendone le distanze e predicando calma e pazienza nella reazione. Il giocatore che non ce la fa e si sfoga. L'allenatore che sa di avere le settimane contate e si toglie gli sfizi. Il capitano ideale nella visione di Spalletti che racconta agli amici: disastro, c'è la riunione tecnica e lui è da un altra parte. Non parla più con nessuno e nessuno parla più con lui. Il Milan deve essere bravo a marcare la differenza. Nella corsa Champions c'è Inzaghi sotto esame alla Lazio, Monchi in uscita dalla Roma. Niente e nessuno deve contaminare la compattezza rossonera. In un ambiente, quello milanista, che negli anni dal 2012 in fatto di fazioni e di assenza di compattezza ha già dato. Se adesso tocca ad altri, vale la pena lasciare tranquillamente che sia. 



Il giornalista esperto di cose interiste che non ce la fa e addita sui social l'esultanza diseducativa (?!?) di Piatek. Lo scrittore degli interismi che giudica Icardi molto più forte di Piatek. La bandiera interista che, in tv, allude ai 15 fortunati secondi prima della fine del primo tempo nei quali ha fatto gol Piatek a Bergamo. Altrimenti...eh sì che sarebbe cambiato il mondo. Insomma sembra iniziata la sottile opera di demolizione, il piuttosto evidente tentativo di mascherare il rosicamento con opinioni illuminate e alternative. Tutti quelli che erano pronti a giudicare il bomber polacco il solito pippone del Milan se non avesse fatto gol subito, adesso balbettano e stringono le mandibole nel tentato di troncare, sopire, sminuire i suoi gol. Sia il danno irreparabile che la diminutio di Piatek sono il lungo preambolo della coltellata. La definizione del grande Bruno Raschi è riferita alla volata di una corsa ciclistica. In questo caso si potrebbe applicare al derby prossimo venturo. Giocato all'andata da Icardi e Higuain e che potrebbe essere giocato al ritorno da Piatek e Lautaro.

C'è qualcosa di strano e di poco comprensivo nel continuo dileggio che Antonio Cassano riserva al Milan. L'unico Scudetto che ha vinto in Italia lo ha vinto con il Milan. Il Milan gli ha salvato la vita, mentre gli interisti come lui gli facevano lo striscione: "...cuore non duole...". La sua Inter lo ha sbolognato al Parma, scambiandolo con tale Belfodil, col rischio negli ultimi anni di carriera di scambiarlo per Belfodil. Per la precisione prestito di Cassano e Silvestre più soldi per Belfodil. Capito, Belfodil! Non sappiamo se nella concezione cassanoidea della vita, Belfodil sia uno degli scappati di casa ai quali allude quando parla dei professionisti che giocano nel Milan. Ma questo non toglie, sia in un caso che nell'altro, che il ciacolare di Cassano sul Milan non solo non faccia ridere nessuno, ma non sia nemmeno richiesto e tantomeno gradito. Ne faccia a meno, dal momento che i milanisti non hanno piacere di parlare di lui e non hanno particolari motivi per ricordarlo, e dal momento che lui ha la luna storia e il piede sinistro dopo anni di distacco, ignorarsi è e resterà la cosa migliore.