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#piolioutMilanNews.it
venerdì 8 aprile 2022, 00:00Editoriale
di Luca Serafini

Partono gli hashtag. Gli strali. I processi sommari. Basta un pareggio, una partita così così, ed è di nuovo tutto sbagliato, tutto da rifare. 

Mi dicono di non essere democratico con chi non la pensa come me, eppure i miei profili social sono aperti a tutti, ai commenti, alle sentenze, alla forca. A toni e modi spesso saccenti e sopra le righe. Diversamente dai leoni da tastiera, cerci di analizzare le cose nel loro insieme, in un panorama ampio, con passione e con mestiere, ma se molti capiscono e seguono con fiducia, la maggioranza tutt’altro che silenziosa si scatena con le sue certezze assolute, i suoi “lo sapevo” e “io lo avevo detto”. Pioli inadeguato, giocatori da buttare, proprietà taccagna. 

Eppure il cammino dei rossoneri da 2 anni e mezzo a questa parte è sotto gli occhi di tutti: certo, non ha convinto molto analisti, opinionisti, commentatori, ma pensavo che almeno i milanisti credessero. O cominciassero a crederci. Non è così, ma va’, ma dove vuoi andare… 

Non farò il Galliani del 2022 ricordando che la media punti di Pioli è più di 2 a partita, da 2 stagioni. Mi limiterò a ricordare con dolcezza la fiducia e l’ottimismo che mi ha inculcato mia madre: “Inutile prevedere il peggio, abbiamo poco tempo su questa terra per soffrire le attese. Pensiamo positivo, trasmettiamo energia positiva”. Sempre convinti di farcela, ma pronti a capire i motivi quando l’impresa non riesce. E ripartire, a schiena dritta. 

Lo sa e lo dice anche Paolo Maldini che il Milan è imperfetto, deve migliorare, va migliorato, ma insomma dal 2020 ha messo su una bella rosa, guidata da un allenatore che ha giudizio e determinazione. Il problema vero è che la pazienza in molti tifosi - decisamente non quelli che frequentano San Siro - è esaurita e con essa la fiducia. Essendo aumentata di pari passo la diffidenza. 

In una scena di “Coda”, vincitore di 3 Oscar, si legge un divertente cartello appeso all’ingresso della casa della famiglia protagonista: “Bless this mess”, benedici questo disordine. Mi è venuta in mente la testa della classifica di serie A e il suo andamento da mesi. E sì, ho benedetto il disordine.