Una sconfitta difficile da accettare. Per lottare per lo scudetto si devono vincere anche le partite sporche
La sconfitta contro lo Spezia lascia un sapore amarissimo in bocca e dolori, astratti, su diverse parti del corpo. Il Milan, al Picco, non è mai sceso realmente in campo, annichilito da un avversario che ha imbroccato ogni cosa e che ha vinto con pieno merito. Era tanto tempo che il Milan non faceva una prestazione così brutta per tutti i 90 minuti. Perché contro l’Atalanta ci hai provato, contro la Juve hai giocato fino alla fine, ma ieri sera no. E non ci sono alibi, gli errori sono stati troppi per essere veri, eppure erano reali. Una squadra bloccata a livello fisico e, di conseguenza, nel ritmo da mettere in campo, poco lucida nella fase di costruzione e inconcludente per quanto riguarda i tiri in porta, che sono stati laconicamente zero. Provedel, infatti, non ha mai dovuto compiere nessun intervento a difesa dello specchio della sua porta e anche in questo caso, fa impressione leggerlo, ma è la realtà dei fatti.
La cosa più brutta della sconfitta è stato l’atteggiamento. Quando inizi a vedere Theo che si incaponisce dalle prime sgroppate, Leao che caracolla senza portare una pressione convinta, Kessie che non ha ritmo e Kjaer che inizia a lanciare a tutta forza perché non c’è spazio per giocare la palla, allora capisci che in campo la squadra non gira e nemmeno i cambi hanno dato quel qualcosa in più che ci si sarebbe aspettato. L’apatia globale, inaspettata e impronosticabile, consente all’Inter – questa sera – di avere la prima chance di sorpasso in campionato. Il derby in programma tra sette giorni assume, ai fini della lotta scudetto, un significato ancora più forte e anche la partita di giovedì contro la Stella Rossa cambia il suo gusto. Perché se prima si ipotizzava di un possibile turnover massiccio, adesso il pensiero è rivolto al fatto che servirà reagire subito per arrivare pronti a carichi alla stracittadina.
Peccato, perché la sconfitta della Juventus contro il Napoli aveva messo il Milan nelle condizioni di poter dare un nuovo strappo al campionato, ma così non è stato. Gli occhi di Maldini, spesso inquadrato dalle telecamere, esprimevano il pensiero del direttore tecnico milanista più di mille parole. Non è accettabile un passaggio a vuoto così privo di significati e senza tracce di presenza. Una caduta brusca, a tratti rovinosa, i cui lividi dovranno far capire che prestazioni così, il Milan, non se le può più permettere.
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