acmilan - Storia della settimana: "L'Euroderby nella curva avversaria"

acmilan - Storia della settimana: "L'Euroderby nella curva avversaria" MilanNews.it
© foto di Federico Gaetano
martedì 4 giugno 2019, 18:36News
di Thomas Rolfi
fonte acmilan.com

Erano bei tempi. Ma chi non è milanista che ne sa? 13 maggio 2003. Il mio amico (interista) annuncia di avere quattro biglietti per la partita. Quale partita? Quella che pensavamo fosse la più importante: Inter-Milan, Semifinale di ritorno di Champions League. Ancora non sapevamo di Manchester. Ingenui. Comunque il buon Dario annuncia e si parte in quattro. Separati. Due macchine, perché due? Non lo so. Io con Massimo, Dario con Claide. Tre milanisti. San Siro é San Siro: oggi, ieri e domani. Solo che Dario è interista e i biglietti sono per la curva avversaria. Prendiamo posto, separati da dieci metri. Perché separati? Non lo so. Io e Massimo. Dario e Claide. Squadre in campo: vedo rotolare qualcosa di rossonero per i gradini, con un ragazzo attaccato, non si mette bene. Io guardo Massimo e Massimo guarda me. Silenzio. Claide non guarda. Dario, chi è Dario? Dall'altra parte si sente "Forza lotta vincerai, non ti lasceremo mai". Primo tempo: nulla, tensione e basta. Poi segna Sheva. Nella porta lì sotto. L'altro lato dello stadio esplode. Claide una statua. Io guardo Massimo. Massimo mi guarda. Io dico piano: "Gol". Massimo risponde:"Già". Finita. È finita con quel "già".

Poi non ricordo: mi sembra di aver visto Martins, Kallon. Ho un'immagine (ma è sicuramente frutto della fantasia) composta da Cordoba che salta vicino al palo e quello bello, Abbiati (gli eroi sono tutti giovani e belli), che schiaffeggia la palla oppure schiaffeggia Cordoba, non saprei. La memoria torna dal triplice fischio. La curva si svuota, le maglie rossonere sul campo corrono verso l'altro lato, parte un coro: lo conosco, lo riconosco. Massimo si alza: ha la stessa faccia del "già" di prima, Claide non si è mai mosso, credo sia ancora lì. Eravamo tre vero? Le scale, le torri. Siamo fuori. Il coro si sente ancora. Saliamo in macchina. Io guardo Massimo, Massimo mi guarda. Adesso sì, adesso possiamo: "Non vincete mai, non vincete mai".

di Luca Pieralisi