Bertolucci sulla Coppa Italia: "Per il Milan è un brodino, perché non può essere ottavo o nono in campionato"

Bertolucci sulla Coppa Italia: "Per il Milan è un brodino, perché non può essere ottavo o nono in campionato"MilanNews.it
Oggi alle 10:40News
di Lorenzo De Angelis

In occasione della finale di Coppa Italia, i colleghi di Tuttosport hanno sentito Paolo Bertolucci, storico tennista italiano oltre che grande tifoso del Milan

Paolo Bertolucci, per il “suo” Milan vincere la Coppa Italia riscatta la stagione o è solo un brodino? 
"Un brodino, perché il Milan non può essere ottavo o nono in campionato, proprio no". 
 
Questo anche se Milan non solleva la Coppa dal 2003? 
"Vero, vero... Ma perché prima eravamo impegnati in cose un po’ più di alto livello e quindi la Coppa Italia era messa al terzo posto per importanza. Siccome concorrevamo sempre per vincere Champions e scudetto, la Coppa Italia veniva giocata un po’ per modo di dire. Invece adesso, da lì si capisce tutto, non siamo più in gara per gli altri obiettivi e tutte le nostre energie sono messe nella Coppa Italia". 
 
Nelle valutazioni sulla stagione quanto pesa il fatto che l’Inter sia in finale di Champions? 
"Zero. Non si deve guardare gli altri ma a sé stessi e il rendimento del Milan è stato assolutamente insufficiente: puoi anche arrivare secondo o terzo, però devi essere competitivo e il Milan non lo è stato. Lo sa quando ho detto “È finita”? Esattamente il 31 agosto quando, in Lazio-Milan, c’è stato l’ammutinamento di Theo Hernandez e Leao: guardando quella scena ho detto, “ecco lo spogliatoio è spaccato: non ci siamo e quindi non potremo mai essere competitivi in campionato”. E così è stato. D’altronde, per chi fa sport, ci sono immagini talmente chiare da indicarti quello che potrà accadere più avanti e quella lo era". 
 

Con Sinner, tifoso rossonero come lei atteso stasera allo stadio, due chiacchiere sul Milan le ha mai fatte? 
"Io no, ma lui ha in squadra Vagnozzi che è interista. E quindi ha risolto i problemi personali ma non quelli... di cuore sportivo e questo non lo può certo far vivere tranquillo".

Con le dovute proporzioni, chi è il Sinner di questo Milan? 
"La squadra di adesso non c’entra niente con Sinner, dovrebbe esserci uno come Maldini o Baresi, oppure Van Basten che erano i migliori al mondo nel ruolo in cui giocavano".   
 
Il Milan non ha ancora un direttore sportivo: qual è il suo candidato ideale? 
"Fosse possibile e lui fosse d’accordo, io Sartori lo prenderei al volo. Poi mi parlano molto bene di D’Amico, anche se non lo conosco bene. Però Sartori è uno che ha scritto la storia a Verona col Chievo, a Bergamo e la sta scrivendo a Bologna". 
 
A proposito di storia: difficile definire in altro modo questa finale per la squadra di Italiano.  
"Ecco, in tal senso, pur augurandomi che sia il Milan a portare a casa la Coppa, devo dire che l’unica avversaria che renderebbe meno forte il dolore in caso di ko è proprio il Bologna, che è una società che sta salendo anno dopo anno facendo sempre le cose giuste".  
 

Domandone: cosa fare con Conceiçao? 
"Credo che loro abbiano già deciso, perché non si può prendere una tale scelta per il risultato di una partita. La valutazione su un allenatore deve essere complessiva sul lavoro svolto, sui rapporti interni, su ciò che vorrebbe Conceiçao dal mercato estivo. Però, ripeto, saremmo al circo se queste valutazioni non fossero state abbondantemente fatte: per questo credo che i diretti interessati già sappiano se si andrà avanti insieme o meno" 
 

In caso di divorzio con il portoghese, crede che al Milan serva più un allenatore giochista o uno risultatista? 
"Per come siamo messi ultimamente, direi risultatista tutta la vita: bisogna tornare a vincere qualcosa di importante". 
 
Facciamo un gioco: se Leao, Pulisic, Reijnders e Theo Hernandez fossero tennisti, a chi somiglierebbero? 
"Leao è un po’ uno scialacquatore, come per certi versi lo è pure Alcaraz: grande talento, grandi possibilità però gli piace molto divertirsi e divertire dimenticandosi un po’ del risultato. Reijnders è un Ruud: quando è arrivato non c’erano grandi aspettative su di lui, poi invece ha mostrato solidità e talento. Per quanto riguarda Theo Hernandez, direi un Fritz perché entrambi esprimono grande potenza. Pulisic infine è molto intelligente, attento, scaltro come De Minaur che è tra i primi dieci al mondo e con i giocatori inferiori non perde mai, anche se gli manca quel quid per entrare tra i grandissimi". 

Milan e Inter vogliono demolire San Siro: è il futuro o un sacrilegio
"È una necessità. Allucinante che in Europa due squadre così importanti non abbiano lo stadio di proprietà. Noi ormai siamo indietro su tutto: gli altri sono scappati via e devi accettare di prendere pure gli scarti dagli altri campionati, come ormai facciamo regolarmente".