Bollettino Milan - Avv. Porzio: “Ecco perché il Milan può ribaltare le sanzioni al Tas. E il perché FFP è sbagliato”

Luca Pagni ha intervistato Alberto Porzio, socio fondatore dello studio legale LegisLab a MIlano e uno dei massimi esperti di diritto sportivo, per il proprio sito BollettinoMilan.
Avvocato Porzio, qual è il suo giudizio sulla sentenza della Camera giudicante Uefa nei confronti del club rossonero?
“Ne posso dare un giudizio in base al comunicato ufficiale, non essendo state ancora comunicate le motivazioni. Mi sembra particolarmente severa: guardando ad altri precedenti e alle sanzioni comminate ad altri club. Soprattutto perché al Milan è stato concessa una finestra più ridotta che in altre occasioni: in pratica, ha meno stagioni per raggiungere il pareggio di bilancio rispetto a quanto accaduto in passato con decisioni simili. Ma non solo: la multa di 12 milioni è in’unica soluzione e anche questo non aiuta di certo a raggiungere la parità. Infine, c’è la possibilità di essere estromessa dalle competizioni Uefa, complicando ancora di più il cammino per il risanamento dei conti, anzi rischiando di rinviarlo ancora bel tempo”.
Il Bollettino ha scritto che l’Uefa potrebbe essersi “vendicata” del ricorso vinto dal MIlan al Tas, una sorta di sentenza politica. Che ne pensa?
“Difficile da dire. Penso, invece, che sia stato giusto ricorrere al Tas, visto che lo stesso organismo di Losanna aveva sottolineato che la sanzione doveva essere proporzionale”.
Quindi lei ritiene che ci siamo margini per vincere una seconda volta al Tas?
“Certo, proprio per le ragioni che dicevo prima. Perché il Milan ritiene che le sanzioni non siano stato proporzionali. C’è spazio di manovra anche per i precedenti nei confronti di altre società”.
Il Milan potrebbe far causa all’Uefa per una richiesta danni rivolgendosi alla magistratura ordinaria?
“Dal punto di vista sportivo non è consentito: una volta che decidi di affiliarti all’Uefa ne deve rispettare le regole e i meccanismi e quindi ha come unica possibilità il ricorso al Tas di Losanna. Da punto di vista risarcitorio potrebbero aprirsi altre strade ma, onestamente, le vedo tecnicamente complicate”.
Lei non crede che le regole del fair play finanziario andrebbero cambiare. Non favoriscono in modo permanente i club più ricchi?
“Dal punto di vista della loro applicazione le regole in vigore destano più di una perplessità. Non sono uniformi rispetto a tutti i club. Anzi: ha peggiorato la situazione, perché i club più ricchi hanno maggiore spazio di manovra. Mentre chi vuole recuperare terreno, come il Milan in questo caso, non riesce a farlo per il timore delle sanzioni. Anche Inter e Roma hanno avuto gli stessi problemi. Fateci caso: in ogni girone di qualificazione della Champions sono passate le due squadre con il maggiore fatturato. E questo è accaduto in tutti e otto i gironi”.
Pensa che sia ormai inevitabile arrivare a una superlega europea?
“Mi auguro non ci si si arrivi. Detto questo, ho come sospetto che le regole così create non possano che portare in questa direzione. Il gap tra le prime sedici e le altre sta crescendo ogni anno. E se non cambieranno le regole del fair play finanziario sarà inevitabile la nascita della superlega”.
La nostra Serie A sta attraversando una momento di crisi profonda e questo incide sui risultati a livello di club in Europa. Quali sono le riforme più urgenti affinché il campionato italiano torni a essere competitivo?
“La Serie A ha perso di attrattività anche a livello domestico. In questo modo diminuisce il valore del prodotto. Uno dei rimedi lo si trova all’interno della manovra economica del governo: redistribuire i proventi dei diritti tv in modo da incentivare chi utilizza maggiormente i giovani in campionato. Ma sarebbe utile anche una defiscalizzazione per chi investe nelle strutture per migliorare la fruizione dello spettacolo come gli stadi di proprietà. Perché per quanto se ne parli molto, i progetti in corso sono pochi. Nel nostro campionato non c’è equilibrio: ci sono 5-6 squadre a livello di fatturato che possono reggere il livello europeo ma non ci sono misure che possano riequilibrare le differenze”.

Testata giornalistica Aut.Trib. Arezzo n. 8/08 del 22/04/2008
Partita IVA 01488100510 - Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione al n. 18246
Direttore editoriale e responsabile: Antonio Vitiello
© 2025 milannews.it - Tutti i diritti riservati

Sito non ufficiale, non autorizzato o connesso ad A.C. Milan