Lecce, Di Francesco su Camarda: "Bisogna farlo crescere"
Eusebio Di Francesco, allenatore del Lecce, nel post partita della sfida contro il Napoli ha parlato così di Francesco Camarda, che ha sbagliato un calcio di rigore: "Bisogna farlo crescere, questa volta si è voluto prendere delle responsabilità fortemente. Gli servirà per la crescita, peccato averla però pagata. E' ben voluto da tutti, quando batti i rigori a questi livelli la porta si rimpicciolisce. Peccato, questi ragazzi meritavano una gioia".
Un punto in attesa dei rientri. A gennaio rompere il porcellino. Perth: la spinta del Milani
Il Milan stringe i denti, mastica filo spinato, ma, a causa delle assenze, non riesce ad avere il livello qualitativo mostrato prima della deleteria sosta delle Nazionali. Contro l’Atalanta, nonostante il vantaggio iniziale, la squadra non ha offerto una buona prestazione sul piano tecnico, penalizzata dalle precarie condizioni fisiche di Leao. Il portoghese si è infortunato all’anca in occasione della rete contro il Pisa, e Allegri è stato costretto al cambio. L’attacco oggi è il reparto che desta più preoccupazioni. Se Gimenez e Nkunku non mostreranno segni di miglioramento, a gennaio si dovrà rompere il porcellino e regalare un attaccante a Max Allegri. Il Milan esce da Bergamo con un punto, ma oggi siamo questi.
Torniamo sulla questione della trasferta di Perth. Ormai un dato di fatto è chiaro. È stata un’idea del Milan, per me incomprensibile al di là dell’aspetto pecuniario. Come confermato da Luigi De Siervo, A.D. della Lega Calcio, già alla fine dell’assemblea di inizio ottobre, rispondendo a Rabiot: “Dovrebbe assecondare il volere del proprio datore di lavoro, in questo caso il Milan, che ha spinto perché si giocasse all’estero”. Ma perché? Perché decidere di giocare in campo neutro, quando si può disputare il match a San Siro in un metà settimana di febbraio o marzo? Immaginiamo di essere in piena lotta per lo Scudetto. Per il bene del calcio italiano, per espandere e pubblicizzare il calcio italiano, il Milan si immola e rischia di buttare al vento lo Scudetto della Stella, viaggiando per 22 ore, scusate 44 ore, passando dal clima di febbraio a quello di agosto e ritorno. Ma perché? Poi chiudo sottolineando un altro aspetto, legato alla comunicazione, punto dolens degli ultimi anni. Opinionisti, critici, giornalisti, giocatori, la stessa UEFA, sembra anche la FIFA, sono contrari a questa scelta di giocare a Perth. Il Milan però non ha mai avvertito la necessità di spiegare le ragioni di questa criticatissima decisione, magari valide, magari anche comprensibili dal punto di vista del Club. Nulla di nulla. Magari dire: “Cari tifosi, quando si vogliono scoprire nuovi mondi, aprire nuovi orizzonti, la storia racconta che è sempre alta la dose di rischio!” Non mi avrebbero convinto, ma almeno avrebbero dato un piccolo segnale di vita sul piano della comunicazione!

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