Milan, serve la presa di posizione del club sulle voci attorno a Higuain

Se c’è un aspetto in cui Leonardo ha decisamente deluso finora è nella gestione di Gonzalo Higuain. Spiace dirlo, ma le evidenze dicono questo ed i fatti sono sotto gli occhi di tutti. Non è possibile prendere un giocatore di questo livello e non tutelarlo mai dal punto di vista mediatico. Il Milan in questi ultimi mesi ha lasciato Higuain totalmente in balia delle onde, di troppe procelle, persino dei refoli di vento più leggeri. Non è così che può ragionare una società che punta a tornare grande. Ed il paventato scambio fra l’argentino e Morata, è soltanto la punta dell’iceberg finale di un modo di gestire la società che pare non avere né capo né coda.
Perché Higuain è l’unico campione che il Milan ha in organico; discuterlo sulla base di qualche partita senza gol, fa capire perfettamente l’esatta dimensione del problema. Al Milan ormai abbiamo imparato a ragionare in maniera mediocre. Saranno stati gli anni negativi, il crepuscolo berlusconiano, l’inadeguatezza dei cinesi, ma da troppo tempo l’ambiente ragiona in maniera distorta o, probabilmente, come si poteva ragionare un tempo, negli anni in cui Milanello era la fabbrica dell’oro, in cui i giocatori facevano a gara per arrivare in maglia rossonera e, se non rendevano, evidentemente non erano degni di questa maglia. “Pesava troppo” si sussurrava all’epoca.
Purtroppo oggi non è più così e non si può pensare che tutto ci sia dovuto. Oggi il Milan è in ricostruzione e non può certamente pensare di usare il modo di ragionare dell’età dell’oro. Ed invece ciò accade, creando presupposti argomentativi che sono concettualmente falsi. Un grande giocatore arriva e non si trova bene? “Non è da Milan, mandiamolo via”. Peccato che, fra oggi ed il Milan di 15 anni fa, sia cambiato il mondo, siano modificate strutture e situazioni. Già 5 anni nel calcio sono un’era, figuriamoci 10 o 15. Ragionare con quella forma mentis non dovrebbe essere più consentito, perché oggi serve avere l’umiltà di capire cosa siamo e dove stiamo andando.
La storia, cari milanisti, è lì e nessuno ce la tocca. Le sette Champions League sono il nostro orgoglio e sono il mondo fatato nel quale abbiamo acquisito il diritto di entrare quando il primo carneade di provincia turba i sentimenti dei nostri weekend sportivi. Sono però, per l’appunto, un mondo fatato e non un mondo reale. Se li confondiamo, finiamo per perdere il senso del momento e rischiamo di dare giudizi con parametri che sono figli dell’orgoglio e non dell’oggettività. Ecco, alla luce di ciò, bollare un campione come Higuain solo perché “da noi non sta segnando” è atteggiamento da nobile decaduto che non accetta il suo nuovo status. Di più, è anche atteggiamento autolesionistico che, nei fatti, non ti fa crescere e ti condanna alla mediocrità.
Non dovrebbe essere così. Se Bonucci viene da noi e non riesce a rendere, probabilmente la colpa è del Milan che sta sbagliando qualcosa, non sua. Se poi arriva anche Higuain e trova dei problemi, il sospetto dovrebbe iniziare a diventare certezza. C’è qualcosa che non va nel Milan e quel qualcosa va individuata in un gioco che non consente al Pipita di esprimersi al meglio ed in una società che, da novembre, non lo ha mai protetto mediaticamente e adesso è arrivata addirittura a metterlo in discussione. Se fosse uno scherzo ci metteremmo a ridere, ma purtroppo è l’amara verità. Chissà se in futuro avremo l’occasione di mettere in discussione persino Messi. Non accadrà mai ovviamente, ma, nel caso, probabilmente arriveremmo a discutere anche lui. In fondo la storia del “non è un leader” è utilizzabile in tutte le stagioni…
Come possa un dirigente intelligente, preparato ed esperto come Leonardo, non aver mai tutelato Higuain pubblicamente, è materia che appartiene più al mistero che ad altro. Dopo il rigore sbagliato contro la Juventus e la successiva espulsione, il Pipita andava coccolato e difeso. Non solo ciò non è avvenuto ma, addirittura, un bizzarro ministro della Repubblica italiana si è permesso di dare dell’indegno al numero nove milanista, senza che da via Aldo Rossi sia partita, immediata, una difesa a spada tratta del giocatore ed una reprimenda ad un ministro che può certamente esercitare il diritto di critica ma non ha, o non avrebbe, il diritto all’offesa. L’esperienza di Galliani, negli anni 90, avrebbe trasformato quest’episodio in un pretesto utile a fare da collante fra Higuain ed il Milan. Qui Leonardo ha scelto la via del silenzio. Inspiegabile.
Il momento attuale di Higuain è senza dubbio figlio del problema alla schiena che si porta dietro dalla partita di Udine e di una squadra incapace, allo stato, di fare un gioco che assista il centravanti, cosa che, numeri alla mano, fino agli infortuni di Biglia e Bonaventura c’è stato (Higuain a fine ottobre era già a quota 7 reti stagionali). Tuttavia, non si può non sottolineare come il giocatore non sia messo nelle condizioni di scendere in campo sereno, con una società che da due mesi non spende una parola in sua difesa, non ha l’accortezza di lodare pubblicamente un professionista che gioca col dolore pur di dare una mano ai compagni e non smentisce le voci di un ipotetico scambio con Morata, una operazione che ha il sapore non soltanto di uno scarico dell’argentino, ma anche di un rinnegare sul nascere il proprio mercato estivo.
Dinanzi a tutto ciò c’è soltanto il silenzio. Il club non parla, non dice nulla, non comunica, non tutela, lascia andare Gattuso solo davanti al patibolo dei cronisti, senza avere l’acume di capire che esporsi sui temi pubblicamente, significa sgravare dalle luci dei riflettori chi come il Pipita, in questo momento, è abbagliato, contestato, persino deriso in maniera indecente. I campioni bisogna saperseli tenere, bisogna trattarli in maniera diversa dagli altri. Meritano attenzioni maggiori, carinerie particolari, rassicurazioni importanti, dichiarazioni di fiducia. Leonardo qui ha scelto la linea dei fantasmi. Legittimo, ovviamente, ma ampiamente contestabile.
Ci rendiamo conto che persino la società cinese, che nel Milan ha combinato parecchi guasti e si è rivelata totalmente inadeguata per storia e cultura, su questo punto si è comportata in maniera migliore di quella attuale? Nell’inverno scorso infatti, Mirabelli mise la faccia per difendere Donnarumma, nonostante il giocatore si trovava in un gioco più grande di lui e nonostante la sua immaturità era la miccia che accendeva il fuoco di troppe voce incontrollate. Eppure, correttamente, Mirabelli difese Donnarumma, sia da ciò che scrivevano i giornali, sia da un attacco diretto della Curva Sud. Leonardo doveva fare questo ed anche molto di più su Higuain. Il suo silenzio è una colpa grave.
Se il Milan farà lo scambio Higuain-Morata comunque, tutto sarà molto chiaro. Il giocatore è stato preso senza convinzione ed è stato scaricato al primo momento negativo, nello stile della peggior Inter di Moratti, quella che inseguiva i giocatori a suon di ingaggi milionari per poi non tutelari e scaricarli, facendoli sentire degli indesiderati. Non a caso, Fabio Cannavaro andava poi a Torino a fare le fortune della Juventus e della Nazionale, mentre Seedorf e Pirlo venivano al Milan per vincere due Champions League. La mediocrità è uno stato mentale dal quale difficilmente ci si separa. Per certificarlo con certezza aspettiamo l’illuminata operazione di mercato. Al peggio, d’altronde, non c’è mai fine.

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