MN - Albarella (prep. atletico): "Oggi i margini di miglioramento stanno nella capacità degli atleti di trasferire le energie nervose post gara"

MN - Albarella (prep. atletico): "Oggi i margini di miglioramento stanno nella capacità degli atleti di trasferire le energie nervose post gara"MilanNews.it
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sabato 25 dicembre 2021, 15:48News
di Manuel Del Vecchio

Contattato dalla redazione di MilanNews.it, il preparatore atletico Eugenio Albarella ha spiegato quanto sia importante la componente mentale per il benssere fisico di un atleta nel calcio moderno:

E secondo lei la componente mentale ha un peso?

“Il peso della maglia conta moltissimo. Essere giocatori del Milan non è da tutti. Se non hai un quadro psicologico che ti aiuta a gestire le pressioni che l’ambiente stesso ti dà questo può aumentare di parecchio gli indici di stress, che vanno ad incidere notevolmente sul rischio d’infortuni. Ognuno di noi, nel momento in cui fa qualcosa, ha una reazione interna legata al proprio stato emotivo. Possiamo avere ansia in funzione a quelle che possono essere le nostre esperienze, che ci danno la possibilità di tenere a bada questo stato emozionale. È un fenomeno interno che va a combattere il fenomeno esterno che è lo stress, dovuto a quello che stiamo facendo: questo in un primo momento può aiutarci ad alzare la nostra prestazione, ma se protratto nel tempo diventa controproducente. Si è diventati bravi a gestire gli aspetti metodologici, tattici, alimentari e di recupero degli atleti, ma si è capito che oggi i margini stanno nella capacità degli atleti di trasferire le energie nervose, soprattutto quando si hanno competizioni frequenti, ogni tre giorni. Sono lì i margini di miglioramento. Non tutti gli atleti hanno la capacità di saper gestire questo stato di stress. Vediamo i calciatori come macchine perfette, ma sono uomini come noi. E in più parliamo soprattutto di ragazzi giovani, ognuno con un percorso diverso e un carattere diverso. Questa capacità di aprire e chiudere lo stato di stress, che la competizione stessa ti porta, fa la differenza nell’indice di recupero in vista della partita successiva. È fondamentale anche per il recupero da un problema fisico. Se non si ha questa capacità di recupero, io la definisco “finestra di stress in gara”, allora diventa difficile. Ci si prepara alla partita e si può andare sotto stress una quantità di ore prima ed eventualmente anche un tot di ore dopo. Se non si ha questa capacità di “aprire e chiudere” questo stato di stress acuto nelle 24/48h post gara, se si hanno partite ogni 3 giorni il rischio è di tenerlo sempre aperto. La fase acuta di gara diventa cronica, che di conseguenza va a creare squilibri ormonali, ad esempio sull’ormone dello stress, il cortisolo, che abbassa gli indici di testosterone e di forza e di conseguenza innalza i rischi di infortunio. Il top player infatti ha queste caratteristiche, ovvero il saper trasferire le proprie energie nervose subito dopo la fine della partita senza farsi influenzare da quello che è appena successo. Invece ci sono atleti che vivono uno stato d’ansia prolungato nel tempo facendosi influenzare nel modo di fare e di gestirsi. Parlare di queste cose non è semplice purtroppo, perché siamo in un mondo in cui quando si inizia a parlare di psicologia sembra che si voglia generalizzare, e invece dal momento in cui stiamo parlando di macchine di Formula 1, quali sono gli atleti di altissimo livello, dove i meccanici sono di primo livello e hanno la capacità di mettere a posto e a punto il motore nel modo migliore, poi dopo sta nella qualità del pilota stesso fare la differenza”.