Pagni: "Risultati, spogliatoio, Boban e schemi: ecco perché salta Giampaolo"

C’è chi sostiene che al Milan – nell’ultima settimana – ci sia stata una discussione, uno scontro, una divergenza di opinioni. Ciascuno lo può leggere come vuole: ma la discussione – chiamatela come volete – è tra chi ha difeso il lavoro (e la scelta) di Marco Giampaolo (puntare su un allenatore che per la prima volta è alla guida di un club di primo livello e un gruppo di giovani da far crescere), e chi ha sostenuto che bisogna intervenire il prima possibile. Sempre secondo queste ricostruzioni, il primo partito appartiene a Paolo Maldini, il secondo a Zvone Boban. LA CRISI DOPO LA FIORENTINA. Ma tutto fa pensare che i due partiti abbiamo raggiunto un accordo e che nonostante la vittoria contro il Genoa a breve si proceda verso una sostituzione a tempi brevi in panchina. Soprattutto perché la discussione non inizia da ieri, ma da dopo la sconfitta con la Fiorentina, con i primi dubbi affiorati dopo il secondo tempo a Torino. E’ chiaro che sarebbe un colpo di immagine per il Milan di Elliott, dopo aver passato l’estate a sostenere la bontà di un progetto basato sui giovani e di aver scelto un allenatore capace di far giocare bene i giovani. Un progetto finito dopo appena sette giornate. Elliott sperava di aver trovato una soluzione tecnica giusta per un MIlan da ricostruire e allo stesso tempo limitando le spese: si è resa conto che non ha funzionato. vediamo perchè. UNA CRISI NON SOLO DI CAMPO. E’ chiaro che deve essere successo qualcosa, che non si limita solo alle cose di campo. Sulla carta mancherebbero solo i 3 punti di Udinese e un punto che si poteva prendere a Torino. Con quattro punti in più il MIlan sarebbe ben lontano dalle critiche a ridosso della zona Champions. E, forse, non ci sarebbe stato il “braccino” dei giocatori contro la Fiorentina. Ma proprio qui sta il primo errore: a Udine non si doveva giocare per mostrare gli schemi, il bel gioco, ma portare a casa i 3 punti. Per un allenatore appena arrivato, una squadra in costruzione era fondamentale partire bene. E la vittoria a tutti i costi avrebbe anche giustificato la scelta di non schierare nessuno dei nuovi nella formazione titolare. TALEBANO (NON) RAZIONALE. Ma Giampaolo fin da subito si è mostrato “cocciuto”: giusto difendere le proprie idee, del resto sono quelle che lo hanno portato fino al Milan e uno degli allenatori più copiati della Serie A (lo ha sempre detto anche Gattuso). Ma in estate si sarà ben reso conto che ha in mano non una Ferrari, ma una Lancia che deve “elaborare” per portarla ai vertici. Sacchi, a suo tempo, aveva schemi rivoluzionari ma anche campioni. Eppure, rischiò anche lui l’esonero dopo l’eliminazione dalla Uefa. Questa sua intransigenza (immaginiamo i dialoghi a Milanello dopo le prime giornate) non depone a suo favore. LA SQUADRA NON LO SEGUE. Se Alessio Romagnoli, che non è solo uno dei veterani ma anche il capitano, dice in pubblico che “il Milan sembrava giocasse ognuno per conto suo”, qualcosa anche nello spogliatoio si è rotto. Si è soliti dire che “la squadra gioca contro il mister” quando vuole accelerare la sostituzione prima che sia tardi. E’ una forzatura, ma appare evidente come i giocatori siamo confusi e senza anima. Fiorentina e Torino non sono superiori, ma la grinta e la determinazione mostrata hanno consentito loro di vincere la partita contro i rossoneri. Poi ci sono le indiscrezioni che filtrano da Milanello come quella che dice che una parte della squadra avrebbe richiesto il ritorno di Gattuso.
Anche questo è un segnale: un messaggio per dire, almeno con lui prendevamo pochi gol e siamo arrivati quinti. AUTOCRITICA DI BOBAN ED ELLIOTT. Per chi non lo avesse capito, l’uomo forte di Elliott in società è Zorro Boban. Da uomo intelligente (solo gli stupidi non cambiano idea) è stato il primo a modificare i suoi convincimenti su Giampaolo. Lo ha fatto anche per un motivo tattico: serve a dimostrare a Elliott che per tornare ai vertici i campioni servono. Impossibile sperare di risalire la china (anche dei ricavi) senza giocatori che ti portano velocemente in Champions. Perchè l’anno scorso 14 delle 16 squadre che hanno passato i gironi sono anche quelle con i maggiori fatturati fra tutte le partecipanti. Far saltare Giampaolo vuole anche dire contestare la linea di Elliott che sperava di aver trovato un tecnico che valorizzasse i giovani. Ma come hanno detto Maldini e Boban al Financial Times, nessuno ha mai vinto con una squadra di soli giovani e bisognerà trovare un compromesso tra spendere con parsimonia e vincere subito. TIFOSI SEVERI MA INGIUSTI. Oltre a risultati, dirigenti e giocatori, Giampaolo è contestato anche dai tifosi. Il Bollettino ha scritto, dopo la sconfitta con il Torino, che non bisognava cominciare a chiederne la testa, ma lasciarlo lavorare. Certo, se viene meno tutto il progetto per il quale è stato scelto, allora c’è poco da dire. I tifosi però sono ingiusti nei suoi confronti: le critiche sono eccessive. La colpa non è solo sua e andrebbero almeno suddivise: non hanno preso i giocatori che ha chiesto (per esempio un trequartista) e fino all’ultimo giorno di mercato non sapeva chi sarebbe restato. Inoltre, è statao scelto all’unanimità, sapendo bene che doveva essere supportato di fronte alle prime sconfitte. CONTANO GLI UOMINI O LE IDEE? Con tutta probabilità Giampaolo vuole dimostrare che le idee contano più dei giocatori. Lo pensava anche Sacchi che chiese la cessione di Van Basten perchè non seguiva gli schemi, Ma Gianpaolo non ha Van Basten e anche Sacchi venne accompagnato alla porta. L’Inter dimostra che Conte è un valore aggiunto, ma la Juve ha più qualità. Difendere le proprie idee conta, come dimostra Sarri: mai vista la Juve di Allegri palleggiare a ridosso dell’area. Ma lo puoi fare se hai i giocatori con i piedi. E se dalla panchina peschi Higuain invece di Mannari (questa è per intenditori). Insomma: va bene essere talebani, ma Giampaolo si è dimenticato la razionalità. SI CAMBIA MA PER MIGLIORARE. Ultima annotazione, ma avremo modo di parlarne ancora. Se si cambia è solo per cambiare anche progetto: rinforzi a gennaio e almeno un paio di top a giugno. E un allenatore di livello e di esperienza. Altrimenti che senso avrebbe?

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