Pastore: "Theo a 20 milioni due anni fa avrebbe avuto la fila. Non è che tutti sono vittima di un’allucinazione collettiva"

Giuseppe Pastore, giornalista, si è così espresso a Radio Rossonera su Theo Hernandez: "Penso che, non solo al Milan, il calcio sia crudele. Una stagione fatta male purtroppo cancella anche tutto quello di buono fatto in precedenza. Bisogna dire che Theo Hernandez negli ultimi due anni ha fatto non dico tutto, ma moltissimo per cancellare i buoni ricordi. Io sono sempre indulgente verso i giocatori, però quanto è costata quell’espulsione con il Feyenoord al Milan a livello economico: potrei dire 10 milioni di passaggio del turno più altrettanti di botteghino. Non voglio attribuirgli la fattura da 20 milioni, però… Tutti si ricordano la seconda ammonizione, ma anche la prima fu demenziale. Poi non voglio aggiungere gli errori di distrazione con cui ha costellato la stagione. Un giocatore che mi pare abbia pochi estimatori, questo dovrebbe far riflettere: un giocatore così a 20 milioni due anni fa avrebbe avuto la fila. Non è che tutti sono vittima di un’allucinazione collettiva: se l’Atletico piuttosto ti va a prendere Digne o Robertson o se l’unica offerta concreta è quella dell’Al-Hilal per un giocatore che comunque è stato titolare della Francia nelle ultime due partite, qualcosa vorrà dire. È un discorso mentale. Sicuramente sta male in questo Milan, in questo contesto societario, e mi pare possa anche star male in generale. Un giocatore che pare ha avuto anche qualche problema che non sappiamo e che non siamo tenuti a sapere, di cui ha parlato anche Deschamps qualche mese fa.
Tutto porta i club che lo seguono a informarsi e a non interessarsene più. Ricordo ancora Milan-Stella Rossa, ammonito per un pallone lanciato in campo al 40° del primo tempo, una delle ammonizioni più surreali che io ricordi. Non voglio pensare che gioca contro, non lo penso mai di nessuno, oppure è talmente distratto e inaffidabile che a una certa, dopo un anno e mezzo di bocconi amari mandati giù è normale che una società decida di cambiare. Poi una volta che l’avevano venduto al Como, lui rifiuta: a quel punto diventa proprio un separato in casa”.

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