SuperLeague no, Champions League...forse: il Diavolo è all'inferno

SuperLeague no, Champions League...forse: il Diavolo è all'inferno
martedì 27 aprile 2021, 23:36News
di Redazione MilanNews
fonte Fabio Montesanti

A pochi giorni dal polverone alzato dalla Super League, terminato in un nulla di fatto che ha del clamoroso, il Milan rischia di pregiudicare quanto di buono fatto durante la prima parte di stagione. Con 0 punti negli ultimi 2 match contro Sassuolo e Lazio, il Diavolo si ritrova immischiato in piena bagarre per la Champions League, e sembra averne meno degli altri, sia mentalmente che fisicamente. Gli scontri diretti incendiano l’epilogo della stagione, ed è in ballo tutto (o quasi) del futuro prossimo del Milan.

DOPPIO K.O - Il Milan in questa stagione è sempre stato capace di rialzarsi, con orgoglio, dopo ogni caduta. Per individuare un’altra doppia sconfitta consecutiva in campionato è necessario tornare indietro di due mesi sul calendario, nello specifico si tratta della tremenda disfatta di Spezia e del k.o nel derby di ritorno contro l’Inter. In quella fase del campionato, il Milan aveva comunque a disposizione un discreto vantaggio sul quinto posto, che quasi non spaventava i rossoneri, lentamente abituatisi a guardare davanti per allontanare i rivali alle spalle. Ora il Milan, a 5 giornate dal termine del campionato, si ritrova nel gruppone composto da Atalanta (a +2 sui rossoneri), Napoli, Juventus (a parità punti, 66) e Lazio (con un match da recuperare). Il Milan sembra avere spaventosamente smesso di correre prima di raggiungere il traguardo, e tra le squadre che ambiscono al piazzamento per la prossima Champions League, è quella con il rendimento peggiore nel 2021.

SENZA IBRA…IL VUOTO - Il fatto che un top player del calibro di Zlatan Ibrahimovic sposti gli equilibri quando è in campo, non è stato mai messo in dubbio da nessuno. Altrettanto vero, è che la sua assenza dal centro gravitazionale dell’attacco rossonero, crea un vuoto incolmabile. Il Milan dà la sensazione di girare a vuoto attorno all’avversario, cercando la giocata giusta che non arriva. I ragazzi di Pioli si sono presentati spesso, sia contro il Sassuolo che contro la Lazio nell’area di rigore avversaria, ma è sempre mancato il colpo finale, la zampata dell’attaccante che finalizza lo sforzo offensivo. Mandzukic sembra provarci, ma onestamente è ancora poco, troppo poco per poterlo definire un vice-Ibra; Leao invece, a volte sembra non provarci nemmeno, ripreso più volte da Pioli nella disfatta di Roma per il suo andamento caracollante, esageratamente svogliato, almeno per quanto riguarda il linguaggio del corpo. Basti pensare che Ibrahimovic, pur avendo giocato decisamente meno rispetto ai compagni di reparto, ha segnato più del doppio dei gol (15) di Rebic (7) e Leao (6), mentre Mandzukic è ancora a 0. Era pronosticabile che Ibra, indiscutibile per l’apporto dato al Milan, avrebbe dato forfait più volte durante il corso della stagione, ma forse sul mercato si poteva fare qualcosa in più per rimediare alla sua assenza.

PRIMA L’OBIETTIVO, POI IL BILANCIO FINALE - Non è ancora il momento di tirare le somme. Il Milan è ancora padrone del suo destino e deve riuscire a dimostrare che le prestazioni esaltanti e i record infranti nell’ultimo anno e mezzo, non siano stati un fuoco di paglia. Gli scontri diretti contro Juventus e Atalanta ci diranno molto, se non tutto, sul futuro del Milan, che tra una Super League sospesa e una Champions in bilico, deve risolvere più di un grattacapo contrattuale, sulla base del palcoscenico europeo che potrà o non potrà offrire ai suoi giocatori.