Calabria, il volto di una squadra che non molla e sa adattarsi alle difficoltà

Tra volti noti, nuovi acquisti e giocatori riscoperti il Milan ha scoperto e valorizzato, nelle partite disputate, diversi calciatori della rosa di Pioli. In un gruppo così compatto come quello rossonero è difficile individuare l’uomo copertina o il trascinatore della squadra anche perchè la forza del Diavolo, in questo favoloso inizio di stagione, è stata proprio l’unità della formazione milanista. Limitandoci ad analizzare la partita con la Juventus, tuttavia, lo scettro di MVP del match va a Calabria non solo per la grandissima prestazione offerta da centrocampista ma perchè testimonial del carattere di un’intera squadra: Davide, infatti, è stato il volto di una formazione che non solo non molla fino all’ultimo secondo ma che sa adattarsi alle difficoltà per raggiungere l’obiettivo comune.
CORSA E SACRIFICIO - Se l’irrefrenabile corsa è ormai uno dei tratti calcistici di Calabria, lo spirito di sacrificio e le qualità tecniche mostrate in questa stagione sono il frutto di una grande crescita sulla testa e sulle gambe fatta durante questa proficua e strana estate. Il numero 2 adottato a centrocampista è il risultato di un lavoro nato da lontano e che è la perfetta testimonianza della nuova mentalità rossonera, quella di una squadra che sa adattarsi alla sfortuna, alle difficoltà e che si rifiuta di alzare bandiera bianca. Al di là della prestazione convincente, del gol di pregevole fattura e dell’ennesima conferma della sua importanza, Calabria non è solo un punto fermo ma il messaggio alle altre squadre che il Milan e i suoi giocatori non sono avversari facili da affrontare.
ORGOGLIO ROSSONERO - La rinascita di Davide, mentale e tecnico-tattica, è favorita dall’inimitabile combustibile di un orgoglio rossonero che in Calabria è inesauribile. Milanista dentro, il numero 2 ha sofferto le critiche, le ha subite ma con il duro lavoro ha saputo trasformarle in uno spirito di reazione che ha dato i suoi frutti. Il risultato? Calabria, a 24 anni, non solo è uno dei punti fermi della squadra di Pioli ma ha raggiunto la consapevolezza che gli alti e bassi delle montagne russe calcistiche si superano con lo spirito di sacrificio; lo stesso, in particolare, che ha mostrato ieri sera nell’adattarsi in una posizione non sua, contro un avversario forte e contro cui ha dato prova di essere impregnato di quello spirito rossonero di chi non molla mai.

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