Dopo Cardinale e Scaroni, anche Furlani nel mirino della tifoseria: cori contro e "resa dei conti" generale contro il Monza

Dopo Cardinale e Scaroni, anche Furlani nel mirino della tifoseria: cori contro e "resa dei conti" generale contro il MonzaMilanNews.it
© foto di www.imagephotoagency.it
Ieri alle 15:19Primo Piano
di Pietro Mazzara

Mercoledì sera, subito prima del fischio di chiusura della finale di Coppa Italia, dal settore principale della Curva Sud (quello che ha cantato per tutta la gara, chi è rimasto in silenzio sono stati quelli degli altri settori) è stata intonata la liturgia dei cori contro proprietà e dirigenza, con un’aggiunta che non è passata inosservata. Il primo coro apripista è stata la hit della stagione, ovvero “Cardinale devi vendere, vattene, vattene” che è diventata disco di platino da dicembre nelle colonne sonore milaniste. Il secondo coro è stato dedicato a Paolo Scaroni, ma dopo di questo c’è stata la new entry, ovvero quello contro Giorgio Furlani. Per la prima volta in stagione, anche l’amministratore delegato rossonero è stato oggetto di cori di contestazione da parte della tifoseria presente allo stadio, mentre sui social il moto popolare lo ha già messo nel mirino da tempo. Una presa di posizione importante che potrebbe essere reiterata anche a Milan-Monza, partita nella quale ci sarà una sorta di resa dei conti tra squadra, dirigenza e tifo. E va sottolineato come la Curva abbia sostenuto la squadra anche nei momenti più bui dell’annata, ricevendo in cambio prestazioni sul campo per nulla soddisfacenti, come quella vista sul terreno dell’Olimpico mercoledì sera.

Contestazione dei tifosi: tutti nel mirino
L’annata tremenda e fallimentare del Milan condanna il modello americano adottato (che non funziona se non si mettono gli uomini di calcio dentro una società di calcio) e ha ottenuto un vero risultato: il disinnamoramento dei tifosi verso quello che vedono in campo e fuori. A Roma, contro il Bologna, c’è stata l’ennesimo esodo di massa a testimonianza di come il milanista si muove sempre per la maglia e questo concetto va disgiunto dai freddi numeri sulla capienza di San Siro. Ma allo stesso tempo non si respirava quel pathos e quella tensione che una finale dovrebbe portare, cosa che invece era ben presente nella sponda bolognese dell’Olimpico. Ed è serpeggiante il pensiero che la sconfitta sia stata più un bene che un male per il Milan, perché porterà chi di dovere a prendere delle decisioni importanti.

Differenze e resa dei conti
Sette anni fa, in occasione della finale persa contro la Juventus per 4-0, al termine della partita Leonardo Bonucci – all’epoca capitano del Milan – si prese la briga di andare sotto la Curva e chiedere scusa per la sconfitta. L’altra sera, invece, nessuno della squadra ha sentito la necessità di fare un gesto verso i propri tifosi. E adesso ci sono davvero tutti nel mirino. Cardinale, Scaroni e Furlani sono le tre figure apicali (senza dimenticare Ibrahimovic, anche lui sotto tiro) e squadra, nessuno è esente. Tra due settimane, a Milan-Monza, la resa dei conti.