Amelia: "Milan, per il dopo Maignan punterei sul ritorno di Donnarumma"

Il Milan ricomincia da Massimiliano Allegri, una certezza sul quale poggiano le basi della ricostruzione rossonera. Ne abbiamo parlato con Marco Amelia, che sotto la gestione del tecnico livornese ha vinto lo scudetto nella stagione 2010/11. Ecco le sue parole a MilanNews.it.
Marco, Inter a parte in questa girandola di allenatori l'indirizzo del calcio italiano porta all'usato sicuro: Sarri torna alla Lazio, Allegri al Milan, Gasperini a 67 anni alla Roma e la Nazionale a Ranieri. Non c'è più coraggio di osare in Italia?
"Non c’entra nulla il coraggio. Tutti questi allenatori, che oggi sono delle certezze e hanno fatto tanti anni di grandi risultati, hanno fatto un percorso di gavetta. Alla fine si prendono critiche assurde, ma restano quelli più continui. Vedo molti giovani allenatori delle ultime generazioni che vogliono avere tutto e subito. Mi dispiace, ma il percorso non può essere questo. Non conosco nessun tipo allenatore che sia stato messo seduto su una panchina senza esperienza, ma solo con il bagaglio da ex calciatore. Poi, per carità, le occasioni te le danno lo stesso, perché essendo stati ex calciatori tra dinamiche dei club e rapporti con gli agenti abbiamo visto tanti senza esperienza, sedersi su panchine di prestigio. Ma i percorsi vanno seguiti, io personalmente lo sto facendo anche se poi nelle categorie inferiori c’è da mettersi le mani nei capelli perché spesso hai a che fare con dirigenti o presidenti che non sanno neanche cosa significa fare il calcio e pensano anche di essere migliori di chi sta in serie A".
Il ritorno di Allegri al Milan è la scelta migliore possibile?
"Sì, decisamente. Ho detto qualche settimana fa che se fossi stato al Milan avrei puntato su chi già conosceva l’ambiente. Perché, purtroppo, gli ultimi allenatori passati dal Milan hanno pagato la poca conoscenza dell’ambiente e del club in cui sono entrati. E il Milan è un club a parte in tutto il mondo. Pertanto allenatori come Allegri o come poteva essere Ancelotti, conoscendo già l’ambiente, non pagano lo scotto di chi non conosce il Milan e possono iniziare dal giorno uno a lavorare con i giusti valori, la giusta mentalità, mantenendo quella filosofia di un club che ha fatto la storia del calcio".
Ricordando la tua esperienza comune col tecnico livornese che ricordi hai? Cosa ti ha insegnato e cosa ha dato al gruppo?
"Io ho conosciuto Allegri alla sua prima esperienza in un top club dopo tanti anni di gavetta tra C-B e la Serie A fatta a Cagliari. Naturalmente, agevolato da uno spogliatoio fatto di grandi uomini e da dirigenti di spessore come Braida e Galliani, difficili da trovare al giorno d'oggi. Sicuramente mi ha insegnato che ci si può imporre, essendo se stessi e che da solo non vai da nessuna parte. Analizzando la sua gestione di quegli anni, ho capito che se hai dei campioni in rosa non si possono trattare tutti allo stesso modo, soprattutto se poi li hai provenienti da diverse nazionalità, perché ognuno ha una sua intelligenza interculturale. A quel gruppo che non vinceva il campionato da tanti anni, ha dato spensieratezza e motivazione per tornare a vincere lo scudetto".
Maignan è destinato alla cessione. Al di là del mancato accordo tra le parti, quanto perde il Milan col suo addio?
"Se non ci sarà accordo tra le parti e se Mike andrà via il Milan perde un grande portiere ma soprattutto un leader all’interno dello spogliatoio
Ma sapranno sostituirlo al meglio".
Ai tempi quando sostituì Donnarumma il Milan fece un affare per il rapporto qualità-prezzo. C'è qualcuno in giro che secondo te potrebbe fare un exploit simile al Milan, un portiere in rampa di lancio che potrebbe fare le fortune dei rossoneri come lo è stato il francese 4 anni fa? Si parla anche di Svilar, ti piace come profilo?
"Svilar potrebbe essere il giusto profilo. Penso però che sarebbe da provare un ritorno di Donnarumma che potrebbe essere un affare, perché giovane, perché potrebbe costare poco e perché avendo fatto il settore giovanile al Milan sarebbe anche utile per la lista Serie A. Io purtroppo ho smesso perché altrimenti sarei stato perfetto in rapporto qualità-prezzo e anche di presenza in spogliatoio (ride, ndr).
È stato giusto vendere Reijnders?
"Se si percepisce che un calciatore vuole andare ha sempre senso vendere anche perché il Milan non ha necessità di fare cessioni. Queste situazioni nascono purtroppo, perché ultimamente viene a mancare il grande senso d’appartenenza che ha sempre contraddistinto i calciatori del Milan. Se ci sono state cessioni, sono state dolorose e solo per esigenza".
Come vedi un giocatore come Leao nel calcio di Allegri? Il Milan dovrebbe trattenerlo o credi che il suo livello ormai è questo?
"Leao è un top player che a mio avviso non ha fatto vedere ancora tutte le sue qualità. Con Allegri lo vedo da seconda punta più vicino alla porta, come secondo me, dovrebbero fare tutti un giocatore così va spostato qualche metro più centrale. Il livello di Leao è sicuramente più alto rispetto a quello che ci ha fatto vedere finora perché è mancato in continuità".
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