Trading online, la differenza con il mercato. Picconate all'8° posto, ora bisogna ricostruire. L'affezione dei giocatori è un bluff. Tra Ibiza e la Tanzania...

Trading online, la differenza con il mercato. Picconate all'8° posto, ora bisogna ricostruire. L'affezione dei giocatori è un bluff. Tra Ibiza e la Tanzania...MilanNews.it
Oggi alle 00:00Editoriale
di Luca Serafini

Immagino che i tifosi rossoneri abbiano dimenticato la richiesta di 90 milioni di Cairo per Belotti, i 120 di De Laurentiis per Osimhen, i 35 per Frattesi dal Sassuolo... Parliamo di società gestite in prima persona dai presidenti e casomai dai loro manager. Il Milan una prima persona non ce l'ha, se non altro finalmente c'è un direttore sportivo il quale però, sulla valutazione delle cessioni, può fare poco. Non mi riferisco solo a Reijnders e Theo, ma anche a Kalulu e De Ketelaere per esempio: se fai calciomercato rispondendo ai tuoi bilanci e ai tuoi tifosi, puoi alzare l'asticella, ma se fai trading le valutazioni sono molto, molto diverse.

Anzitutto, rispondi solo ai tuoi investitori. Quindi i parametri di valutazione non sono quelli umorali di un presidente, ma quelli del trading appunto, del mercato azionario e non di quello calcistico: se ho pagato Tizio X e mi offrono X+Y, è un buon affare. Se ho investito X e rivendo a X+Y ho fatto una bella plusvalenza. Tanto basta ad avere poi i soldi per gli acquisti. Qualche piccola eccezione è prevista, vedi i casi di Maignan e Leao per i quali però le offerte erano (sono) decisamente inaccettabili, nonostante il contratto del portiere in scadenza nel 2026. Poi ci sono i colpi di fortuna - economica - se ti portano 70 milioni per Tonali, 25 milioni per Musah o... 50 per Onana. Come fare 5 al Superenalotto, non c'entrano niente le regole, i parametri, le strategie.

Dunque la favola che i bilanci consentono di non fare sacrifici, è naufragata all'asta. L'8° posto e la stagione buia appena archiviata, sono un buon pretesto per smantellare tutto: di mezzo c'è anche l'affezione presunta dei giocatori, che come sappiamo tutti è un bluff di facciata per baciare lo stemma dopo un gol, ma si sbriciola davanti a un bell'assegno pluriennale. Regole del gioco, niente di nuovo. Ha detto Gabbia (e lo pensa Allegri): "Rimanga al Milan solo chi ha voglia di restarci", che abbia fame, che abbia voglia, che abbia un minimo senso di appartenenza. Certo con quello che è successo negli ultimi 2 anni, è difficile avere appeal nel rimanere, non è comunque così insopportabile vestire la maglia rossonera. Resti chi ha voglia di restare, non solo a chiacchiere.

Questione di storia, di tradizione. Adesso ci sono Igli Tare, amante di questi colori e di questo club, e Massimiliano Allegri che conosce tutto molto bene e ha voglia di riscatto, ha ambizione, ha idee chiare. Sono la ciambella di salvataggio degli ottimisti per supporre che qualcosa cambierà sul campo, dopo lo smantellamento in corso: aspettiamo ancora il primo acquisto, ma siamo solo al 13 giugno. Speriamo e preghiamo. 

I blitz estivi di Paolo Maldini a Ibiza suscitavano strali, ironie. Eppure proprio sull'isola delle Baleari si concretizzò l'affare di Theo e prese corpo il prestito di Diaz, per esempio. Oggi invece Ibra va in Tanzania e questo significa solo che del mercato, della rivoluzione, del Milan... se ne occupano altri. Lo sapevamo già. D'inverno la neve, d'estate l'Africa, i safari, il mare: dov'è la notizia?