Primo obiettivo di Allegri: ridurre il numero dei gol presi (43). Ma il gioco appena visto deve decollare

Il primo insegnamento di Max Allegri -e non è sicuramente un mistero- riguarda la difesa del suo nuovo Milan. Basta dare un’occhiata alle cifre oltre che al rendimento dell’ultima stagione per capire quale dev’essere la prima pietra su cui costruire la sua impresa. L’anno scorso il Milan, soltanto in campionato, ha subito la bellezza di 43 gol (gol fatti 61) che sono un macigno sulle spalle di una difesa molto criticata oltre che per le perfomances dei singoli, in particolare per la sua discutibile organizzazione. Bene, anzi male. Se il Milan vuole garantirsi almeno un posto nella prossima Champions league deve abbassare notevolmente quel numerino senza però perdere nei gol fatti. Al momento le partenze di Reijnders e Theo Hernandez hanno fatto volare via 14 gol complessivi (10 dell’olandese e 4 del francese) più un discreto numero di assist. Da qualche parte il Milan deve andare a recuperarli. E deve farlo senza perdere la sua capacità difensiva. Ecco qui allora la vera impresa richiesta a Max Allegri e al suo staff che naturalmente deve ricevere dal club e in particolare da Tare, un grande aiuto con il completamento del mercato.
Al momento sono arrivati 3 nuovi acquisti (Modric, Ricci ed Estupinan) ma lo schieramento deve essere completato in più ruoli a cominciare dal terzino destro per finire con un altro centrocampista e l’alternativa in attacco a Gimenez. Insomma non sono nemmeno a metà dell’opera anche se manca esattamente un mese al debutto in campionato con la Cremonese saltando l’appuntamento del 17 agosto (coppa Italia con il Bari, turno preliminare conseguenza del pessimo posizionamento in campionato e della finale persa col Bologna).
Il primo test- Il primo test di Singapore ci ha fatto capire che Allegri e il suo staff, anche per mancanza di pedine fondamentali, si sono applicati per migliorare attenzione e tecniche di posizionamento difensivo ottenendo specie nel primo tempo contro il possesso palla dell’Arsenal un discreto blocco unico, con addirittura un 5-4-1 che ha immiserito la parte offensiva esaltando invece quella difensiva cui hanno dato una mano Pulisic e Saelemaekers con opportuni rientri. Terracciano e Torriani, i due portieri, hanno raccolto più di un consenso, Leao in versione attaccante centrale e unico è stato più vivo e presente di altre volte ma la povertà della fase offensiva rispetto a un rivale (Arsenal) di grande levatura deve far riflettere e puntare soprattutto a migliorare la fattura del gioco, la velocità dell’azione, senza perdere la solidità difensiva. Musah è sembrato ancora una volta un pesce fuor d’acqua, Bartesaghi -maltrattato da Saka- ha mostrato i limiti che erano noti, le note migliori sono arrivate dal trio iniziale (Tomori, Thiaw, Pavlovic). Sarà utile capire se, coperte le caselle dui due difensori laterali, si potrà giocare col 4-3-3 o se invece lo schieramento teorico iniziale dovrà ripercorrere il 3-5-2. In questo caso però anche il piano industriale sul mercato dev’essere cambiato in corsa.
Dedicato ai social- Continuo a imbattermi, sui miei social, con gente, anche persone di una certa preparazione, che non riescono a cogliere la differenza tra le mie opinioni e quelle di altri protagonisti riferite in una trasmissione piuttosto che in un articolo. Se dico ”ho sentito Allegri molto sorpreso dalla cifra tecnica del Milan” riferisco il pensiero del tecnico che magari posso condividere. Ma niente. I maranza dei social colgono ogni occasione per trasformare quello che era il mondo Milan in un quartiere di Beirut, purtroppo.

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