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Pauluzzi: "Maignan giusto per il Milan, vi racconto in cosa mi ha impressionato. Ma per Donnarumma ci può essere ancora una soluzione"

ESCLUSIVA MN - Pauluzzi: "Maignan giusto per il Milan, vi racconto in cosa mi ha impressionato. Ma per Donnarumma ci può essere ancora una soluzione"MilanNews.it
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
martedì 27 aprile 2021, 19:30Primo Piano
di Manuel Del Vecchio

Per parlare del periodo complicato che sta vivendo il Milan, tra campo, futuro incerto di alcuni giocatori chiave e il nome scelto dai rossoneri per sostituire Donnarumma nel caso non dovesse rinnovare, la redazione di MilanNews.it ha contattato in esclusiva Valentin Pauluzzi, corrispondente italiano per France Football e L'Equipe. Queste le domande e le risposte.

Il calo del Milan nell’ultimo periodo è sotto gli occhi di tutti, che idea ti sei fatto a riguardo? “Il calo diciamo che poteva essere prevedibile, si sapeva che il Milan non avrebbe tenuto quel ritmo fino alla fine ma ovviamente non era prevista una battuta d’arresto così. Il problema è che ci sono squadre che corrono, l’Atalanta e il Napoli. Dell’Atalanta si sapeva, finiscono sempre forti le stagioni e le statistiche dei loro gironi di ritorno lo dimostrano. Fisicamente sono più avanti. Il Napoli era meno prevedibile: è vero che ha recuperato gli infortunati, Mertens ed Osimhen, però sta venendo fuori il vero valore tecnico della squadra: più del Milan sono costruiti per giocarsi la Champions. Quindi metti insieme questi due fattori, il calo fisico del Milan e la gran crescita di due concorrenti dirette e arrivi a vedere un Milan che dovrà sudarsela e giocarsela fino alla fine per arrivare in Champions. Poi i motivi del calo sono diversi: è stato sbagliato puntare così tanto su Ibrahimovic, e in ogni caso non bisogna mai dimenticare che questa è la squadra più giovane del campionato, tra le più giovani in Europa, e certe cose fa fatica a gestirle. Poi dipende tutto dalla prospettiva da cui partiamo per analizzare le cose. Se iniziamo dalla prospettiva di inizio stagione pensare ad un Milan a pari punti con Juventus e Napoli a sei turni dalla fine è un’ottima cosa, se invece si parte dalla prospettiva di metà stagione con il Milan campione d’inverno allora cambia tutto.  Io tenderei a scegliere la prospettiva di inizio stagione”.

Però dopo un girone in testa alla classifica lasciarsi sfuggire tutto alla fine sarebbe davvero sciocco. Anche Davide Calabria la pensa così... “Sicuramente rallenterebbe il percorso di crescita societario, non solo tecnico. Sarebbe anche un brutto colpo a livello morale, bisognerebbe poi se tanti giocatori riuscirebbero a sopportarlo; sei lì, per il 90% della stagione hai accarezzato il sogno Champions, ritrovarsi in Europa League sarebbe duro. Però vedendola da un’altra prospettiva, ovviamente io mi auguro che il Milan vada in Champions, ma potrebbe essere un buon modo per fare scrematura tra chi sta dentro al progetto Milan a prescindere dai risultati e quindi vede un po’ più in la e ha una visione meno egoistica e chi invece scapperebbe senza Champions, tipo Donnarumma”.

A proposito del futuro dei giocatori, secondo te il parlare con insistenza, e direi anche giustamente visto che ormai siamo a due mesi dalla scadenza, del contratto di Calhanoglu abbia influito anche sulle sue prestazioni? Vuoi per gli infortuni, vuoi per i rumor, vuoi per il Covid ma il rendimento del turco nel 2021 è calato vistosamente: “Queste cose c’è chi le soffre di più, ad esempio il Calhanoglu dei primi due anni in un Milan quasi allo sbando che aveva difficoltà e faceva fatica. Si vedeva che non aveva forza mentale per resistere in un ambiente difficile. Anche questo è un modo per capire su che calciatori puntare: un giocatore deve essere in grado di mantenere un certo livello di rendimento a prescindere dal contesto, e viste anche le richieste di stipendio che ha lui per rinnovare non so se sarebbe un grande rimpianto. Vedere chi riesce a sopportare momenti complicati è un buon modo per scegliere chi farà parte della rosa del futuro, tra chi tenere a tutti costi e chi lasciare andare via senza troppi rimpianti. Secondo me uno come Calhanoglu che non è più così giovane, è un classe ’94, deve avere già delle certezze dal punto di vista mentale. Se non le hai ancora allora non le avrai mai probabilmente”.

Donnarumma invece, nonostante la giovane età, ha dimostrato di essere fortissimo e di reggere le pressioni: “Non voglio fare l’avvocato del diavolo, ma Donnarumma è uno che è fra i migliori portieri del mondo da tempo e non sa ancora cos’è la Champions, posso capire che si stia guardando intorno per andare in qualche squadra che la Champions gliela garantisce. È un discorso che va fatto, il suo ragionamento non è solo economico”.

Trovo strano però che ci sia tutta questa incertezza sulla sua permanenza proprio ora che dopo tanti anni e tanti cambiamenti il progetto rossonero sia ben definito e avviato: “Per me ha senso perché è a questi livelli da sei anni. Poi anche se c’è un po’ più di chiarezza sul progetto del Milan, e secondo me non c’è neanche tutta questa chiarezza tra l’altro, ci sono fior di squadre con progetti molto più avanti che lo vorrebbero. La tempistica quindi non mi sembra sbagliata. Quella di quattro anni fa assolutamente sì perché giocava da soli due anni, era ancora un ragazzino. Invece ora è un giocatore affermato. Ha 22 anni, ma calcisticamente è come se ne avesse 28. Ragiona anche lui diversamente, è un caso unico nella storia recente del calcio italiano. Non ho mai visto uno così alla sua età”.

Ma in ogni caso parliamo di un ragazzo che scende in campo con la fascia da capitano del Milan e che si dice grande tifoso rossonero, andare via a zero non sarebbe da irriconoscenti? “Ormai ci sono tanti modi di fare un contratto, tante clausole da inserire. Con un minimo di collaborazione e intelligenza potrebbero trovare una via di mezzo, del tipo un prolungamento breve con una clausola che possa facilitare una sua eventuale uscita. Il caos che ci fu quattro anni fa ci fu anche per colpa sua, però i tifosi glielo perdonarono dopo pochi mesi, non furono troppo rancorosi. Da parte sua sarebbe intelligente fare così, ma chissà come ragiona. È uno che rilascia poche interviste, non si capisce mai fino in fondo quale sia il suo pensiero. È difficile da capire bene”.

In ogni caso se Donnarumma decidesse di andar via il Milan ha pronto il sostituto, Mike Maignan del Lille. Ci racconti un po’ che tipo di portiere è? “È scuola Guyana, una delle province francesi d’oltremare ed è in Sudamerica, dove c’è il Suriname. Ti dico questo perché da lì è arrivato uno dei portieri francesi più forti di sempre, Bernard Lama del PSG. È una coincidenza simpatica. La Francia è brava a sfornare tanti giovani talentuosi, però il ruolo del portiere non è quello in cui i francesi sono i più bravi a far crescere i propri giocatori. Negli ultimi anni non ci sono stati tanti portieri francesi indimenticabili, l’Italia è molto più forte nello sviluppo dei portieri. Maignan lo vidi a San Siro nel match di Europa League fra Milan e Lille. Nel silenzio dello stadio si sentiva solo lui. Urlava, guidava i compagni anche sul 3-0. Lì mi sono accorto che ha personalità e carattere, oltre ad avere qualità tecniche. Questa cosa qua mi è rimasta impressa, può sicuramente essere un portiere da grande squadra. Poi lui da giovane è cresciuto nel Paris Saint-Germain e in allenamento aveva contro Ibrahimovic, Cavani e Lavezzi. Sa già che cos’è il contesto di un grande club”.

Quindi secondo te sarebbe pronto per la pressione di uno stadio come San Siro? “Ha le spalle per reggere questa pressione. Nella gerarchia dei portieri della nazionale francese adesso è quasi il secondo praticamente. Dopo Lloris che è il primo da tanti anni non c’è tanto, c’erano Mandanda e Areola che ora si è un po’ perso. Comunque a me dispiace che il Milan pensi ad un portiere straniero e non ad uno italiano. Prima di pensare ad un portiere straniero sonderei meglio il mercato italiano”.

Però il mercato italiano comporta sicuramente costi maggiori, soprattutto se è il Milan a chiedere un giocatore. E in ogni caso Maignan mi sembra un profilo davvero valido: “Sì, è vero anche questo. E già che ci sono faccio una considerazione. Dal Lille porterei anche qualcun altro, dalla panchina: Christophe Galtier. Sono dieci anni che fra Saint-Etienne e Lille, con squadre che partono con il settimo o ottavo monte ingaggi del campionato francese, le porta sempre almeno tra le prime sei. Un allenatore molto italiano nella sua visione delle cose, nella sua preparazione. Ho visto che in questi giorni sta uscendo di qualche squadra italiana che è interessata, lui poi conosce già l’Italia visto che ci ha giocato vent’anni fa col Monza. Se poi, per come sta andando il Milan, si può pensare ad un futuro diverso per Pioli per me Galtier può essere un nome sui cui puntare”.

Intervista di Manuel Del Vecchio.