FOCUS MN - Dentro il calcio di Rangnick: i moduli e la verticalità aggressiva

FOCUS MN - Dentro il calcio di Rangnick: i moduli e la verticalità aggressivaMilanNews.it
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sabato 16 maggio 2020, 14:00Primo Piano
di Pietro Mazzara

Il nome di Ralf Rangnick, oramai, fa parte integrante delle cronache quotidiane in casa rossonera. Si è parlato di tutto, dal suo arrivo fisico alle sue mansioni passando per il suo staff, molto numeroso e nutrito. Ma si è parlato ancora poco di quelli che sono i suoi dettami tattici. Ispirato dal calcio di Arrigo Sacchi, Rangnick ha portato questa filosofia all’interno delle squadre che ha allenato, che vanno a mille all’ora e che, per gli esteti, forse non saranno bellissime da vedere, ma sanno sicuramente essere molto concrete. E i risultati sono lì a testimoniarlo.

MODULI – Il professore tedesco ha diverse soluzioni tattiche da poter attuare, che ben si sposano ai suoi principi. L’ultimo sistema di gioco utilizzato al Lipsia nel corso della scorsa stagione (terzo in Bundesliga e poi lasciato al delfino Nagelssman), è stato il 4-4-2, ma nelle corde di Ralf ci sono anche il 4-3-3 e un sistema con la difesa a tre. Ma quello che più predilige e che utilizzò anche allo Schalke04 portato in semifinale di Champions contro il Manchester United, è il quello con le due linee da quattro, dove i due esterni offensivi possono tramutare la loro posizione da laterali a quella di due trequartisti alle spalle delle due punte. Questa mutazione era stata fatta al Lipsia per sfruttare le caratteristiche di Forsberg e Sabtizer che vengono a giocare dentro il campo andando ad occupare la linea tra centrocampo e difesa avversaria in modo tale rompere le marcatura canonica e creare così quell’effetto d’incertezza nei difendenti, che dovranno rimodulare le loro eventuali marcature.

VERTICALITA’ TOTALE -  Il calcio di Rangnick è molto concreto e lascia poco spazio a quelli che sono i nuovi crismi del gioco. La famosa e abusata costruzione dal basso, che prevede l’allineamento dei difensori centrali con il portiere in modo da creare una prima linea a tre per iniziare a giocare la palla nella propria zona rossa, non fa parte del suo credo calcistico. Piuttosto Rangnick preferisce giocare in verticale, avendo come primi riferimenti i due attaccanti. Attenzione, questo non vuol dire che l’impostazione con i centrocampisti viene cestinata, ma è tutto strutturale ai momenti della partita. Anche perché, il lancio lungo, può essere visto anche come un modo per alzare il proprio baricentro e andare ad attaccare con ferocia gli avversari nella loro metà campo per un recupero palla funzionale a cogliere impreparata la fase difensiva dell’altra squadra. Il gioco in verticale servirà anche a favorire gli inserimenti di uno dei due esterni che si è accentrato o di uno dei centrocampisti centrali che andrà ad aggredire lo spazio. La finalità è quella di attaccare l’area di rigore con almeno 5-6 uomini, creando densità e spazi nei quali poter provare a fare male.

Domani la seconda puntata improntata sulla fase offensiva del gioco di Ralf Rangnick.