Gazzetta - Tassotti: "Milan, non capisco la politica aziendale. Sorpreso dall'addio di Boban, con certi budget si fa fatica a lavorare"

Gazzetta - Tassotti: "Milan, non capisco la politica aziendale. Sorpreso dall'addio di Boban, con certi budget si fa fatica a lavorare"MilanNews.it
© foto di Antonio Vitiello
venerdì 27 marzo 2020, 07:56Primo Piano
di Enrico Ferrazzi

La Gazzetta dello Sport ha intervistato Mauro Tassotti, ex terzino rossonero e attuale vice di Shevchenko sulla panchina dell'Ucraina, il quale ha raccontato di aver sentito nei giorni scorsi Paolo Maldini, che è risultato positivo al coronavirus: "L'ho sentito e l’ho trovato sollevato. Sheva a Londra ormai è chiuso in casa, anche per lui il golf è off limits. Mi ha detto che ha cercato di allenare i figli per tenersi in forma, ma ha smesso subito perché non volevano fare quello che suggeriva".

OK GIOVANI, MA... - L'ex rossonero ha poi parlato anche del futuro del Milan: "Fatico a comprendere la politica aziendale. Se si vuol ripartire dai giovani bisogna dichiararlo e ammettere che per anni ottenere dei risultati sarà difficile. Può avere un senso, però i giovani vanno aiutati. San Siro non è uno stadio come gli altri e lo dice uno che è arrivato a Milano a vent’anni e prima ha giocato all’Olimpico, altro posto che tanto semplice da affrontare non è. A San Siro se sbagli troppo vengono giù cuscinetti e fischi quando va bene. E’ complicato. In più, questo Milan arriva da anni di grandi successi e grandi frustrazioni".

ADDIO BOBAN - Non poteva mancare anche un commento di Tassotti all'addio di Boban e a quello sempre più probabile di Maldini: "Se me l'aspettavo? Sinceramente no, credevo che avessero trovato una stabilità, punti di contatto. Con certe problematiche in società, e la proprietà è cambiata troppe volte, fai fatica a lavorare. Non puoi sbagliare un acquisto, per esempio, perché il budget è quello che è. Il Milan dovrebbe prima di tutto tentare di tenersi stretti i giocatori bravi, Donnarumma, Hernandez e altri. Ma se non si può ripartire nemmeno da lì...".

PRIMO ALLENATORE - Tassotti ha infine ammesso che il Milan gli manca molto: "Il Milan mi manca, ma sono stato fortunato, poi la vita ti porta a fare certe scelte. Nessuno mi ha mai chiesto di fare il primo allenatore del Milan e sono contento anche così. E sarò ancora più contento quando potrò tornare a passeggiare e poi a lavorare. Ma prima, il bene di tutti: la salute. La vita".