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Leao: "Al Milan sono arrivato bambino, mi hanno fatto crescere. Rinnovo? Lealtà, sempre"

LIVE MN - Leao: "Al Milan sono arrivato bambino, mi hanno fatto crescere. Rinnovo? Lealtà, sempre"MilanNews.it
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mercoledì 28 febbraio 2024, 18:23Primo Piano
di Manuel Del Vecchio

Amici e amiche di MilanNews.it, oggi alle 18, in Mondadori Duomo, Rafael Leao presenterà il suo nuovo libro "Smile". Pre acquistando la copia autografata del libro, i fan riceveranno il pass per l’accesso esclusivo all’incontro con l'attaccante del Milan (fino ad esaurimento posti disponibili). A moderare l'incontro sarà Xavier Jacobelli.

Rimanete con noi ed il nostro live testuale per seguire tutte le dichiarazioni del portoghese! A breve inizierà l'evento.

Dal Benfica allo Sporting: “Mi hanno visto gli scout del Benfica e mi hanno fatto firmare, sono stato una settimana ad aspettare il pullmino che mi dovesse portare da scuola al centro di allenamento, ma niente, non passava. E quindi sono andato allo Sporting. Il Benfica si mangia le mani? Per forza (ride, ndr)”.

Nel 2018 l'attacco al campo di allenamento allo Sporting: "È stato un momento difficile per me. Avevo 18 anni, ero arrivato in prima squadra. Non avevo mai visto una cosa così. Sono un ragazzo emotivo, è stato un momento difficile".

E qui entra in gioco la figura di tua papà. Ti porta prima a Porto e poi a Lille: "Decisione difficile per me, ero abituato a stare a Lisbona con i miei amici e la mia famiglia. Andare in una città che non conoscevo è stato difficile. Poi sono andato a Lille, un periodo difficile che mi ha fatto crescere come uomo. Un campionato nuovo, avevo la pressione del "Mbappé portoghese. Dovevo abiatuarmi ad un nuovo paese".

La pressione aumentava: "I primi tre mesi sono stati difficili, anche per la lingua. In quel momento lì ho dovuto fare lo step per arrivare ad un livello alto, il campionato era di buon livello. Ero in buone mani tra allenatore e compagni. Dovevo fare uno switch nella testa per raggiungere le aspettative che avevo addosso. È stato un momento fondamentale per capire quali sono le persone che ti vogliono bene e che ti vogliono portare al top, per farti essere un calciatore top".

Lasciare il Portogallo per il calcio: "È una decisione che dovevo prendere da solo. Forse se non avessi avuto mio papà e mia mamma dietro non sarei arrivato a questo livello. Arrivo da un quartiere difficile. Avevo amici che potevano arrivare a livelli top, ma non ce l'hanno fatta perché non avevano una famiglia dietro. Sono fortunato ad avere una mamma ed un papà così".

La sua battaglia al razzismo: "Noi giocatore dobbiamo essere i primi a provare di fare qualcosa. Il Milan in queste situazioni qua prova sempre a fare qualcosa. È stato difficile per Mike e per tutti e noi. Bisogna insistere e fare sempre qualcosa di più. Il razzismo non finirà mai ma noi dobbiamo provare a fare sempre qualcosa in più".

Su Del Piero e i suoi attestati di stima: "Non ci siamo sentiti, ma è un calciatore che guardavo da piccolo. Ho preso il numero 10 per i calciatori che portavano qualcosa di diverso, con magia. È un giocatore che è stato importante per il calcio".

Il gol alla Del Piero, ci avevi pensato? "No (ride, ndr). Ci provo".

La passione per il surf: "Mi piace perché è un modo di vivere. Quando sei sulla cresta dell'onda devi dare il massimo e quando cadi devi dare tutto per rialzarti, come nella vita. Se cadi devi essere sempre pronto a non mollare".

La querelle tra Sporting, Lille e TAS. Una causa andata avanti per tanto tempo: "È stato un momento difficile. Non era colpa mia, io volevo solo sfruttare il calcio per essere felice senza pensare a questo tipo di cose. Sono cose che non cerchi ma arrivano lo stesso. Devo ringraziare la mia famiglia, il Milan ed il calcio. Ogni volta che entravo in campo tutti i problemi andavano via".

Maldini e Ibra, due persone con cui instauri un grande rapporto: "Maldini mi ha detto che non dovevo pensare solo ai dribbling ma anche ad essere efficace. Una persona importante per me, dentro e fuori dal campo, anche per la mia crescita".

La mentalità di Ibra: "Sapevo cosa potesse fare dal punto di vista tecnico. Ma dal punto di vista mentale è sempre stato vicino a me. Sono ancora giovane, non sono perfetto, ho tanto da imparare, figure del genere sono importanti per i giovani che vogliono vincere".

I festeggiamenti per il diciannovesimo scudetto: "Il Duomo era tutto rossonero, mai vista una cosa così. È stato il mio primo trofeo importante. Immagino sempre tutto l'anno il Duomo tutto rossonero perché è incredibile, non ho parole".

Quando pensi che possa ripetersi un evento del genere? "Ci proviamo. Non è facile, chiaro. Adesso venerdì c'è una partita importante. L'EL è un obiettivo, ma andiamo step by step. Vogliamo un San Siro caloroso contro lo Slavia, vogliamo vincere per andare avanti".

Il rinnovo fino al 2028, hai detto che non l'hai fatto per i soldi ma per un patto d'amore col Milan. Che significato ha? "Sono arrivato al Milan bambino, i primi anni sono stati difficili perché non giocavo molto. Mi hanno aiutato a crescere come giocatore e come uomo. Sono arrivati poi momenti difficili e sono sempre stati qui. Quindi non potevo lasciare loro, perchè la mia educazione anche è così. Lealtà, sempre"

Il tatuaggio "Only the family": "Un omaggio alla mia famiglia e ai miei amici".

Il suo alter ego "Way 45": "Un omaggio al mio quartiere. La musica è per esprimere i miei sentimenti. Non mi piace aprirmi a tante persone, la musica è un'opportunità per far sentire le mie parole a chi mi sta vicino. Non è un lavoro ovviamente".

La sua linea di abbigliamento "Son is Son": "Mi piace la moda. È merito di mio papà, non mi faceva uscire di casa vestito male. Non era ricco ma mi comprava sempre bei vestiti, mi voleva sempre a posto. Immaginavo da tanto di fare un brand ma ho aspettato il momento giusto".