Paquetá, con la posizione giusta arriva anche la prestazione giusta: ora ha un mese per convincere il Milan

Paquetá, con la posizione giusta arriva anche la prestazione giusta: ora ha un mese per convincere il Milan
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
giovedì 2 luglio 2020, 19:00Primo Piano
di Manuel Del Vecchio

Nel calcio, come nella vita, esistono le cosiddette sliding doors. Momenti, impercettibili per alcuni, lampanti per altri, che in un modo o nell’altro determinano una svolta. SPAL-Milan di ieri sera potrebbe essere stata una partita fondamentale per Lucas Paquetá. Ma in un match in cui i rossoneri sono stati in svantaggio contro una delle ultime della classe fino a pochi minuti dal fischio finale può davvero essere considerato un punto di svolta per il fantasista ex Flamengo? Tutto dipende da lui, ma ieri per lo meno ha ricominciato ad essere un calciatore vero e proprio, con i suoi errori e le sue qualità.

RITORNO – Dopo mesi dall’ultima presenza da titolare (contro il Torino a metà febbraio), Lucas è tornato finalmente a far parte dell’11 titolare della squadra allenata da mister Pioli, e l’ha fatto nella posizione a lui più congeniale. Nonostante il miglior Paquetá visto in Italia sia stato quello sotto la gestione di Rino Gattuso, che lo impiegava da mezz’ala in un centrocampo a tre, nel match contro la SPAL il centrocampista carioca è tornato a giocare dove più preferisce: dietro la punta, con la possibilità di svariare sulla trequarti e dialogare in modo fluido con i compagni.

LA FIDUCIA – La prestazione di Paquetá, iniziata da trequartista nel 4-2-3-1 e terminata da mezz’ala in un abbozzo di 4-3-1-2 molto offensivo, è stata un crescendo, nonostante un avvio di certo non entusiasmante. A voler essere cinici il numero 39 è sicuramente fra i maggiori imputati per il primo gol dei padroni di casa e in attacco non ha fatto registrare né una rete né un assist. Ma fortunatamente il mondo del pallone non è fatto solo di freddi numeri ed è per questo che chiunque segua assiduamente il Milan non può che essere rinfrancato dalla prova offerta dal nazionale verdeoro. Nel corso di questa sfortunata stagione Paquetá è stato uno dei giocatori ad aver sofferto di più l’andamento zoppicante del Diavolo, accusando spesso il colpo ed uscendo pian piano dalle rotazioni di Giampaolo prima e di Pioli dopo. Ma un giocatore con le sue qualità potrebbe essere il leader tecnico di molte squadre, sicuramente quello di questo Milan. E la veronica nel primo tempo è stata un po’ come una liberazione, una giocata spensierata, elegante, di classe cristallina, sia nel pensiero che nell’esecuzione, che per un secondo ha acceso tutto il tifo milanista. Paquetá è tornato a provare, a sbagliare, a riprovare e a sbagliare ancora: è tornato a giocare a calcio. Un ragazzo così giovane, anche se gioca nel Milan, dovrebbe avere il diritto di sbagliare e mettere in campo tutto il suo amore per il calcio, soprattutto in una rosa scarna di elementi che possano garantire inventiva, iniziativa e giocate di un certo livello.

PROSSIMO STEP – Ovviamente una veronica o un tunnel non valgono un gol o un assist, ma questa è la base di partenza da cui deve ripartire il brasiliano. Il campionato italiano è diverso da quello brasiliano e sicuramente molto più difficile: Lucas lo scorso anno è arrivato ed è stato subito buttato dentro, dimostrando di essere al livello della Serie A. Quest’anno evidentemente è rimasto vittima, come tanti altri, di un qualcosa molto più grande di lui che ha condizionato profondamente la squadra e i risultati. Ma è arrivato anche il tempo di crescere e di emergere: in questo fine di stagione le occasioni per Lucas Tolentino detto Paquetá saranno molte, moltissime. E sta a lui capire come utilizzare la sua classe, sicuramente sopra la media, e i suoi mezzi tecnici; 30 giorni per convincere il Milan che i 38 mln investiti per lui siano stati una scelta giusta. Ieri sera una piccola scintilla c’è stata, con la speranza che presto possa divampare definitivamente l’incendio.