Problemi comportamentali o semplicemente ciclo finito? Il prossimo Milan dovrà avere una base italiana, regole chiare e rispetto per la maglia

Non è ancora cominciato ufficialmente il calciomercato che i tifosi del Milan sono già sommersi di notizie, più o meno positive, sia per quanto riguarda le entrate che per quanto riguarda le uscite. Tijjani Reijnders è ormai da considerare un nuovo giocatore del Manchester City (55 mln + 15 di bonus, domenica le visite mediche), mentre Mike Maignan sembra essere decisamente disponibile ad ascoltare le avances del Chelsea: il rinnovo messo in standby mesi fa dal Milan ha indispettito il portiere, che ora valuta seriamente di lasciare i rossoneri. Infine Theo, che sembra essere decisamente fuori dal progetto: ad un anno dalla scadenza e con un rinnovo mai discusso seriamente il club lo ha messo sul mercato. Il francese ha rifiutato la ricca offerta araba dell'Al-Hilal, mentre prenderebbe in considerazione quella dell'Atletico Madrid; è da capire se gli spagnoli presenteranno una proposta soddisfacente ai rossoneri.
Non sono notizie che possono far piacere ai tifosi del Milan, soprattutto per quanto riguarda Reijnders: come si può avere fiducia se, nel momento in cui bisogna ripartire, vengono ceduti sempre i migliori? Per quanto riguarda Theo e Maignan i discorsi invece possono essere differenti viste le prestazioni altalenanti dell'ultimo periodo, seppur rimangano giocatori di livello alto. C'è però un aspetto da non sottovalutare, ed è quello del senso di appartenenza ed unione nello spogliatoio. Non faremo nomi perché solo chi vive Milanello tutti i giorni conosce l'effettiva realtà delle cose, ma se nel giro di tre anni diversi protagonisti, con parole e sensibilità diverse, fanno riferimenti a comportamenti da cambiare, ad un ambiente particolare, a mancanza di "basi" e alla necessità di essere "uomini" allora c'è evidentemente qualcosa che non va.
In ordine cronologico, in stagioni e situazioni diverse e con assetti dirigenziali diversi, Tonali, Giroud, Pioli, Fonseca, Morata, Conceiçao, Gabbia e Florenzi hanno pubblicamente fatto riferimento a vari problemi, senza mai entrare nei dettagli espliciti, che non hanno mai permesso al Milan di esprimersi nel modo giusto in queste ultime stagioni.
Può darsi che ci siano problemi comportamentali, poca professionalità o semplicemente in molti siano arrivati alla fine naturale di un ciclo: è l'occasione giusta per rimettere basi importanti dopo aver navigato a vista negli ultimi anni, soprattutto per demeriti dirigenziali: una dirigenza poco credibile e i comportamenti discutibili di alcuni giocatori, senza voler creare alibi né agli uni e né agli altri, evidentemente sono andati di pari passo.
Ecco perché quella che sembra essere un'intenzione, confermata dalle varie voci su Rovella, Ricci, Chiesa, Leoni e compagnia, di voler "italianizzare" il Milan può avere effettivamente senso. È importante sicuramente portare a Milanello profili forti, ma anche giocatori che riescano a capire cosa vuol dire indossare la maglia del Milan. Ci rifacciamo nuovamente alle parole che Gabbia ha pronunciato a SportMediaset dopo Milan-Monza, ultima giornata di campionato: "Penso sia giusto che rimanga qui chi davvero vuole rimanere. Non ho visto nessuno che vuole andare via ma comunque è importante che chi rimane qua dia l'anima e non abbia la testa ad altro, ma solo il Milan, e si concentri a fare il meglio possibile in campo e a Milanello ogni settimana".
Se sono state dette queste cose in pubblico evidentemente quello che si augura Gabbia non sempre è successo in questi ultimi anni: ripartire da un gruppo giovane, italiano e talentuoso può essere il primo passo giusto per andare verso questa direzione. Vedremo se effettivamente Tare ed Allegri confermeranno questa linea. Intanto l'acquisto di Modric, con il croato che la prossima settimana dovrebbe fare le visite mediche, va proprio in questo senso: non sarà italiano ma è un esempio per chiunque ami il calcio. Certi comportamenti difficilmente dovrebbero ripetersi con una figura del genere in spogliatoio.

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