SportWeek - Rebic: "Ho sfruttato la mia occasione. Ruolo preferito? Giocare con Ibra: c’è bisogno di lui"

SportWeek - Rebic: "Ho sfruttato la mia occasione. Ruolo preferito? Giocare con Ibra: c’è bisogno di lui"MilanNews.it
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sabato 18 luglio 2020, 08:04Primo Piano
di Salvatore Trovato

Ante Rebic, uno dei pilastri del Milan di Pioli, ha rilasciato una lunga intervista a SportWeek, settimanale allegato alla Gazzetta dello Sport, nel corso della quale ha parlato un po’ di tutto: del suo carattere, del suo passato, di Ibrahimovic e non solo.

"So quali sono le mie qualità - ha dichiarato l’attaccante croato - sono fisicamente forte, veloce, gioco con entrambi i piedi. E poi sono forte nella testa. Faccio un esempio. Nella partita vinta contra la Juve, a un certo punto ho detto qualcosa a Higuain. Non mi piacciono quelli come lui che, grandi e grossi, a ogni contatto restano a terra per tre minuti. Idem Bernardeschi. Lo stesso era successo con la Spal. Anche Ibra prende un sacco di botte ma si rialza subito e senza un lamento. altri piangono troppo. Insomma, dico qualcosa a Higuain e Szczesny mi fa: “Perdi 2-0, non fare il fenomeno”. Non gli rispondo. Normalmente avrei replicato, perché un’altra cosa che non mi piace è quando mi sottovalutano. Ma stavolta non ho aperto bocca. A Szczesny ho risposto in un altro modo (col gol del 4-2). Questa è la mia forza nella testa: chi mi attacca, mi carica".

Nel corso dell’intervista, Rebic ha parlato anche di Ralf Rangnick, manager che conosce benissimo. Ecco perché: "Avevo fatto bene al mondiale in Brasile, così lui, che era a capo della divisione calcistica della Red Bull, chiama il mio procuratore e gli dice che mi vuole. Viene apposta a Firenze: “Benvenuto alla Red Bull. Scegli: vuoi giocare nel Salisburgo o nel Lipsia?”. Scelgo il Lipsia: era nella seconda divisione, ma il progetto che mi illustro Rangnick era importante, e i fatti gli hanno dato ragione. Però anche lì gioco poco perché l’allenatore, Alexander Zorniger, aveva un suo gruppo di giocatori fidati nel quale non c’era spazio per i nuovi".

La svolta arriva all’Eintracht, in coppia con Luka Jovic, giocatore che piace tanto ai rossoneri: "Se è da Milan? Non posso dirlo, non ha ancora firmato. Ma non è per caso se è andato al Real Madrid. Le cose non gli sono andate bene perché ha avuto troppi infortuni, non so poi cosa sia successo nella sua testa e adesso lì hanno un’immagine di lui che non è quella reale. Jovic deve concentrarsi solo sul calcio, perché è forte davvero".

Nessun dubbio sul suo ruolo preferito: "Giocare con uno come Ibra - ha sottolineato Rebic - che prende la palla di testa e mi apre spazi. L’anno scorso all’Eintracht abbiamo fatto bene perché io attaccavo la profondità, Jovic faceva gol e Haller vinceva tutti i duelli aerei. Io sapevo che Haller l’avrebbe presa di testa e mi buttavo dentro. Così succede oggi con Ibra".

Nella scelta di Rebic di approdare al Milan è stato importante Boban: "Sì, è stato decisivo. Mi ha chiamato anche dopo la Juve. Era contento che stessi dimostrando che aveva fatto bene a prendermi".

Ante sta facendo bene, ma nella prima parte della sua avventura rossonera le cose non erano andate per il verso giusto: "Con Giampaolo non ho mai parlato. Quando a gennaio sono andato a Francoforte per vendere la mia casa e i giornali invece hanno scritto che tornavo all’Eintracht, ho detto: “Voglio fare quattro-cinque partite di fila al Milan. Se le giocherò male, vorrà dire che questo non è il mio livello e sarò il primo a dire che non posso rimanere”. Non volevo andar via senza avere un’occasione. Quando questa è arrivata, l’ho presa".

Il Milan post lockdown ha un ottimo ruolino di marcia, ma per tornare al top manca ancora qualcosa: "Negli ultimi anni è cambiata più volte la proprietà, sono cambiati gli allenatori... La squadra ha fatto fatica. I primi tre-quattro mesi di questa stagione erano iniziati male come al solito, adesso però abbiamo preso la strada giusta e dobbiamo continuare, perché abbiamo qualità. Tutti i giocatori che sono qui hanno fatto benissimo dove giocavano prima, avevano solo bisogno di un po’ di pace, di fiducia. Da gennaio giochiamo molto meglio di prima, ci conosciamo di più. Oggi so come di muove Castillejo, come mi da la palla Bennacer... Io conosco meglio i miei compagni e loro conoscono meglio me. E in dieci giorni abbiamo battuto Roma, Lazio e Juve".

Nel Milan di Rangnick potrebbe non esserci spazio per Ibrahimovic. Ma Rebic non ha dubbi: "C’è bisogno di lui. Ibra è un leader. Prima della Juve ci diceva: “Farò vedere agli juventini come si gioca al calcio”. Era il suo modo per caricarci. Anche Begovic, Kjaer... Giocatori maturi che sanno come calmarti o spronarti. Ibra ha portato tanto a tutti. Però, quando lui dice qualcosa, molti stanno zitti. Se invece io non la penso come lui, glielo dico".

E per quanto riguarda il futuro, o meglio, la permanenza al Milan, Rebic non usa giri di parole: "Se resterei? L’ho già detto: sì".