Una panchina che scotta anche per colpe non sue: due gare decisive per il Milan e per Gattuso

Due partite per riprendere la marcia, due partite per placare le voci e concentrarsi anima e corpo sul mercato, vero differenziale per sperare di centrare la qualificazione in Champions. Il Milan ha perso il quarto posto ma ha la possibilità, contro Frosinone e SPAL, di migliorare la classifica e chiudere il 2018 in maniera soddisfacente. Qualora arrivassero due successi, i rossoneri si troverebbero a +8 rispetto alla scorsa stagione, il che sarebbe in linea con l'obiettivo prefissato dalla società. Non si può sbagliare: Gattuso lo sa e forse anche la sua panchina.
PIU' RESPONSABILI - Dopo lo 0-1 casalingo contro la Fiorentina si inseguono voci di un possibile avvicendamento alla guida tecnica, con Wenger in pole, se le prossime due gare andassero male. Gattuso ha il merito di aver tenuto botta nonostante una mole inaudita di infortuni che, per sua sfortuna, ha colpito il settore di più "lacunoso" della rosa milanista, il centrocampo. In estate è stato sottolineato a lungo il fatto che mancasse un'alternativa vera a Biglia e Bonaventura. Il fato ha voluto che si facessero male entrambi e per tutta la stagione. Con un mercato diverso ora potremmo vedere un Milan con una classifica più positiva, ma sappiamo che con i se non si va lontano. Non è quindi detto che Rino "paghi per tutti" anche se le prossime sfide non andassero come previsto, ma l'augurio è che questa eventualità non si verifichi.
VIETATO FALLIRE - Che fare dunque? Vincere, ad ogni costo, contro due squadre che partiranno tutt'altro che battute. Il Frosinone arriva da un buon pareggio sul campo dell'Udinese, mentre la SPAL sta dimostrando grande solidità: nelle ultime tre gare, comprese le trasferte di Genoa e Napoli, hanno subito soltanto due reti. Gattuso potrà contare sul ritorno di Kessie e Bakayoko, la cui assenza si è fatta sentire sabato, soprattutto nel secondo tempo, ma dovrà sperare che le sue bocche di fuoco tornino a macinare. Perché senza gol di Higuain, Cutrone e Suso, sono pochi i rossoneri affini col gol. A meno che Romagnoli, o chi per lui, non si inventi qualche prodezza come accaduto tra ottobre e novembre.

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