Campioni a parole. I fatti dicono il contrario...

Campioni a parole. I fatti dicono il contrario...MilanNews.it
domenica 17 novembre 2024, 00:00Editoriale
di Andrea Longoni

Come sempre la sosta per le Nazionali è momento utile per riflettere e fare un bilancio, parziale, ma sicuramente significativo, anche perchè siamo ormai a un terzo della stagione. E mentre Ibrahimovic si diverte a pubblicare foto con la lingua di fuori sui social e a scrivere 'Tutto bene', è doveroso tornare sul pianeta Milan che meriterebbe una descrizione opposta a quella scelta dal Senior Advisor.

Il settimo posto in classifica fa piangere, o se preferite fa ridere gli avversari. La dirigenza rossonera (che ho potuto incontrare lunedì allo splendido evento benefico per la ricerca contro il Diabete di tipo 1) è convinta che questa squadra sia molto forte e abbia un grande potenziale ancora inespresso. Il problema però è capire se riuscirà a esprimerlo e soprattutto quando. Perché proseguendo così, con un andamento altalenante, il rischio concreto è di stare fuori dai primi 4 posti in campionato.

Ma nel frattempo a parole si promette per il presente e per il futuro una sete di successo quasi senza precedenti. Da Cardinale: “Scriveremo nuovi capitoli nell’illustre storia dell’AC Milan, onorando il nostro passato mentre forgiamo un percorso verso un nuovo e glorioso futuro”. Addirittura parla di "ossessione per il ritorno dell’AC Milan ai vertici del calcio europeo". Ossessione? Alzi la mano chi riscontra in questa Proprietà l'ossessione della vittoria. Nessuno. Belle parole, ma i fatti raccontano altro.

In coro Zlatan Ibrahimovic: "Vogliamo fare la storia, vincere. Farò qualsiasi cosa per vincere e non mollerò finché non vincerò. L’ambizione è fare la storia". A parole, insomma, il Milan avrebbe già dovuto vincere chissà quanti trofei: invece da quando è arrivato Cardinale non si è nemmeno avvicinato a un titolo. E anche quest'anno è già fuori dalla lotta scudetto: non per i punti, ma per quello fatto vedere in campo. L'ambizione è stata misurata in estate, quando si poteva ingaggiare un tecnico come Conte o un altro migliore di Fonseca.

Quando invece di prendere Buongiorno si è deciso di puntare sul più economico Pavlovic. E potremmo andare avanti all'infinito. La prossima prova sarà a gennaio, ma in fondo sappiamo già come finirà: al massimo arriverà un prospetto da cartellino e ingaggio contenuti, e non un giocatore forte e pronto all'uso, che è quello che servirebbe a questa squadra.