Le pagelle del 2020: Gazidis 8, Pioli 9, squadra da 10. Il mercato è merito anche di Boban. Adesso sarebbe folle non puntellare

Le pagelle del 2020: Gazidis 8, Pioli 9, squadra da 10. Il mercato è merito anche di Boban. Adesso sarebbe folle non puntellare
giovedì 24 dicembre 2020, 00:00Editoriale
di Franco Ordine

Era undicesimo all’inizio del 2020, reduce dallo 0 a 5 di Bergamo con l’Atalanta. Ha chiuso da primo in classifica con 34 punti, tutti sudati, tutti meritati a dispetto di qualche fischio ostile rispondendo al settimo sigillo di Antonio Conte con quel 3 a 2 sulla magnifica Lazio che è più di una prodezza, è un’autentica impresa bisogna aggiungere. 32 gol, 26 risultati utili consecutivi, 79 punti collezionati sono i numeri dello strepitoso anno della rinascita milanista. A questo punto vale la pena redigere un po’ di pagelle per mettere insieme tutti i protagonisti della cavalcata.

Società voto 7. Gazidis ha avuto coraggio e sangue freddo a cambiare strada dinanzi al bivio che l’avrebbe portato su una strada buia e ha deciso di cancellare il numero di cellulare di Rangnick e di puntare sul rinnovo di Pioli. Elliott ha avuto il merito di seguire quell’intuizione, una genialata alla luce dei risultati e degli sviluppi.

Pioli voto 9. È arrivato con l’etichetta del tappabuchi e anzi con il tecnico bravo il primo anno e incapace il secondo. Ha sconvolto tutti i luoghi comuni e mostrato le sue grandissime qualità, prima umane e poi tecniche che non sono di poco conto. Ha accolto Ibra, l’ha trasformato nel suo profeta e poi inventato un sistema di gioco e un equilibrio, uno spirito e una formula calcistica grazie ai quali è riuscito anche a resistere alle assenze pesantissime di Zlatan, Kessiè, Kjaer, Bennacer e Rebic. 10 in pagella se arrivasse fino in fondo.

Maldini e Massara (compreso Boban): voto 8. Citazione obbligatoria per Zvone che è stato il regista dell’operazione Ibrahimovic. Con lui Maldini e Massara, rimasti da soli, sono riusciti a lavorare con la testa tenendo d’occhio i conti. Perché il monte stipendi è sceso a 90 milioni, perché gli arrivi a gennaio di Ibra, Kjaer e Saelemaekers hanno ricucito tutti gli sbreghi della rosa e ricucito un ambiente che da depresso è diventato entusiasta.

Squadra: voto 9. Donnarumma è un fuoriclasse e lo si vede sul rigore di Immobile, Theo Hernandez è il progetto più evidente di campione con quei 4 gol, l’ultimo con la Lazio è un diamante che luccica nella notte di San Siro, Ibra fa il suo ma la squadra regge il primato senza lo svedese e perciò bisogna segnalare il rendimento di Kjaer (da 9), di Kessiè pilastro del centrocampo, di Calhanoglu asso nella manica del centrocampo, per chiudere con Rebic e Leao che si dividono le ultime imprese. Il cemento è il clima di operosa unità che regna a casa Milan e a Milanello da alcuni mesi e che spiega l’incredibile perfomance dei rossoneri.

CONDIZIONE FISICA: 10. Mai vista una squadra, con ridotte risorse, correre così dal 20 giugno al 23 dicembre, praticamente senza soluzione di continuità. Con quel finale contro la Lazio che è un inno alla salute e una dimostrazione di grande volontà e forza.

Adesso che il primato del Milan resiste alle spallate dell’Inter con una differenza di rilievo (il gioco rossonero è sicuramente più eccitante, tocca a Elliott completare l’organico e potenziare la rosa. Perché sarebbe un peccato mortale perdere un’occasione del genere.