Mercato e allenatore: chi sceglie e chi decide. Cosa definisce un progetto. Fondi buoni e Fondi cattivi. Grazie Pioli, Giroud, Kjaer: avete scritto una pagina di storia

Mercato e allenatore: chi sceglie e chi decide. Cosa definisce un progetto. Fondi buoni e Fondi cattivi. Grazie Pioli, Giroud, Kjaer: avete scritto una pagina di storia MilanNews.it
venerdì 24 maggio 2024, 00:00Editoriale
di Luca Serafini

Le voci, le indiscrezioni, gli spifferi, le fonti sicure, gli influencer, benzinai tassisti baristi cugini … stanno per esaurire la loro opulenta prima fase di turbolenza nei cieli plumbei della periferia rossonera: presto sapremo, presto avremo l’ufficialità. 

Sarà così spiegato chi ha scelto e chi ha deciso, saranno spiegate filosofia e motivazioni, saranno raccontati i passaggi. Siamo saliti e scesi come su un ascensore impazzito tra piani A, piani B, ammezzati e seminterrati. È ora di uscire sulla terrazza. 

Aiuterà ad avere forse le idee più chiare su chi e cosa definisce un progetto, un’ambizione: se si tratta di strategie al di sopra delle chiacchiere di strada, se è una filosofia volta a riprendere un discorso bruscamente interrotto - in termini di vittorie - dopo lo splendido scudetto di 2 anni fa. Oppure se si tratta semplicemente di un passaggio, una svolta fisiologica, e allora ci verrà spiegato per andare dove. 

In questo momento è già ben chiaro a tutti, grazie a una narrazione di parte, che nel favoloso mondo del calcio italiano esistono i Fondi pescecane, con in testa unicamente la speculazione che passa attraverso famigerati scudetti di bilancio, e i Fondi tifosi, quelli che vogliono il bene della squadra, della tifoseria, della storia, anche se - per esempio - arrivano dalla Cina e non sanno nulla di questo, ma vincono lo scudetto del campo. Anche se - per esempio - sono costretti a perdere il club non potendo restituire un prestito. 

Stanno meglio loro, certo: 7 trofei in 8 anni. Sta meglio l’Atalanta con la meritata Europa League, la Juve con la Coppa Italia, le romane con le sorprendenti rimonte di De Rossi e Tudor (eppure avevano Mourinho e Sarri…), la Fiorentina con la finale di Conference, il Bologna in Champions. Tutti stanno meglio del Milan con il suo secondo posticino che non vale una cicca. Tutti. Questo sta vivendo il tifoso rossonero. 

Io mi limito a ringraziare con un grande abbraccio e moltissima riconoscenza, chi se ne va. Olivier Giroud, l’uomo che esorcizzò la maledizione recente della numero 9, girandosi e rigirandosi segnando quasi 50 gol. Simon Kjaer, il più bel capitano per testa, modi, eleganza e rendimento fino a quel maledetto infortunio. Uomini e professionisti veri, da Milan. 

Soprattutto, abbraccio Stefano Pioli che ha restituito la dignità dei primi posti e dell’Europa, smarriti da tempo, a un club nato per vincere e che deve avere sempre chiaro questo obiettivo. Coniugare questo verbo. 

Pioli è stato, è diventato, un allenatore da Milan per mentalità, per stile, per educazione, per cultura del lavoro. Per uno scudetto inatteso e straordinario, sudato e conquistato, non regalato! Da nessuno. È cresciuto insieme alla proprietà, a Maldini, a una squadra giovane. È stato l’uomo giusto al posto giusto al momento giusto. 

Il nuovo cambio societario è stato altrettanto inatteso, non è facile per chi ha tante responsabilità sulle spalle cambiare interlocutori nel mezzo del cammino. Arriviamo da 18 mesi contrassegnati da poche soddisfazioni e troppe cocenti delusioni, nessuno se lo nasconde. Adesso è il momento di girare pagina. I tifosi sono esigenti, feriti. La prima cura è quella di capire dove andare, con chi e perché.