Sempre la stessa critica... Sempre la stessa solfa... E' arrivato il momento di dire basta e di reagire...

Sempre la stessa critica... Sempre la stessa solfa... E' arrivato il momento di dire basta e di reagire... MilanNews.it
sabato 15 aprile 2023, 00:00Editoriale
di Mauro Suma

E' tutta la stagione che leggiamo la stessa cosa. Il mercato ha deluso, non ci sono le alternative oltre i titolari e così via. O se preferite: il mercato è stato sbagliato, appena Pioli mette qualcun altro al posto dei titolari sbaglia. Lo so bene che i concetti ripetuti sono gli stessi. Ma è perchè sono sempre quelli, sempre gli stessi. Sono financo venuti a noia. E se è successo a noi di non poterne più, chissà come ne avranno le scuffie piene i diretti interessati...Ma non mi rivolgo mica a Maldini e Massara o a Pioli e Murelli, sapete...No, no, mi riferisco ai ragazzi, ai giocatori, ai protagonisti. Certo, i protagonisti. Guai ad affezionarsi alle babbucce calde della panchina, è come sentirsi morire dentro una goccia alla volta. Lo so da una vita che se un nuovo arrivo proveniente dal mercato si rivelerà una scelta azzeccata o no, questo dipenderà da quello che accadrà un minuto dopo il suo ingresso a Milanello e che tutto quello che è accaduto prima nella sua carriera lunga o meno che sia non conta e non conterà più niente. Ed è proprio questo il punto, questo scatto fra fuori Milanello e dentro Milanello riguarda sempre e solo loro: i protagonisti. Eccolo il termine, i protagonisti. Tanti giocatori dell'AC Milan di Milano sette volte campione d'Europa e quattro del mondo hanno la straordinaria opportunità di dimostrare, di invertire la tendenza, di rispondere alla critica. Perchè sempre la stessa solfa e sempre la stessa critica è rivolta a loro. Senza paraventi e senza parafulmini. Guai abituarsi a non giocare. Bisogna essere incazzati se non si gioca. Prendiamo Simon Kjaer: me la immagino quella sua occhiata tagliata e affilata, mentre si lamentava in Nazionale di stare giocando poco al Milan. Ah sì, deve aver detto Pioli...Adesso vediamo...Simon è incazzato al punto giusto, adesso lo metto e poi vediamo. E Kjaer ha giocato da professore sia al Maradona che a San Siro. Altro che divisione manichea tra titolarissimi e sopportati, altro che Milan 2, altro che la fiera delle riserve. E' lì, è dentro le proprie viscere che bisogna sentirsi titolari. E andare in campo a dimostrarlo, a urlarlo, appena c'è un'alito di vento utile per farlo. Anche si è giocato poco, anche se strutturati in un certo modo non si è mai giocato insieme. Del resto, i compagni di squadra hanno dato anima, vita, polmoni e fiato mercoledì sera. E sono stanchi ancora adesso. Quindi? Se i miei compagni stanno lottando per la Champions League di oggi, io devo farlo e dare l'anima per la Champions League dell'anno prossimo. Questo è lo scatto dentro: io non posso lasciare che si dica che qualcun altro ha sbagliato a prendermi e che qualcun altro ancora faccia bene a tenermi in panchina, perchè se gioco io son dolori...

Orgoglio e responsabilità. Ma soprattutto rispetto di se stessi. Florenzi è agitato dentro, con gli stessi demoni di Kjaer non ho dubbi. Pierre e Malick sono due titolari. Pobega ama il Milan. E arriviamo al pianeta belga. Anche se non vede più il campo da inizio gennaio, tutta Milanello continua a parlar bene di Vranckx. Che ricambi, scaltro e tosto, duro e cinico. So bene che non vediate l'ora di arrivare alla riga di Rebic e De Ketelaere. E invece no, per me quella decisiva è quella di Origi. Su Divock, non voglio montar su il teatrino emotivo dello spirito dei Reds e dell'ovazione di Anfield. No, no. Vorrei rivedere, ed è dannatamente decisivo che accada oggi, l'Origi i ottobre. Quello di Milan-Monza. Quello che appena arrivava una palla gli andava incontro e copriva con la sua mole l'avversario, Quello che faceva assist e la metteva all'incrocio. Origi è un professionista educato e disponibile. Bene, perfetto, ma non basta più. A Bologna, contro la squadra più in forma del campionato, non basta più. Serve molto ma molto altro. Spiacente poi per il resto, ma sono troppo calcisticamente innamorato di Ante e Charles per dire qualcosa. Vedano loro. Tocca a loro. E' il loro momento. Uno di quelli che poi non tornano.