Galliani: "Non capisco questa fretta di rientrare in campo per ripartire a settembre. Sul taglio agli stipendi..."

Nella lunga intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, Adriano Galliani ha commentato così la questione del tagli agli stipendi dei giocatori: "Non si possono stabilire percentuali valide per tutti, la maggior parte dei giocatori di C guadagna 26mila euro lordi, il più pagato della A duemila volte tanto. Quindi, bisogna ragionare su cifre diverse. Un club non può tagliare più di quello che ha perso, ma neanche di meno. Se ho perso il tre per cento ti tolgo il tre per cento, se ho perso il 14 ti tolgo il 14, se non ho perso non ti tolgo niente: i giocatori devono capirlo. Sto parlando del calcio di vertice, ripeto: tornando in campo i club non perderebbero moltissimo. Il botteghino vale il dieci per cento dei ricavi. Tornando a giocare le società manterrebbero le entrate dagli sponsor e dalle tv.
Ma non capisco questa fretta di rientrare in campo per ripartire a settembre. Ci stiamo confrontando con una pandemia. Finché non ci sarà un vaccino, non credo si potrà giocare davanti a un pubblico. Ma si potrà andare avanti anche fino all’autunno a porte chiuse, e poi magari in febbraio ricominciare conitifosi, perché un vaccino ci sarà. Speriamo. Giocare a porte chiuse è triste, però è meglio di non giocare affatto, e magari scomparire".

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