Da Udine a Udine, com'è cambiato il Milan un anno dopo

Da Udine a Udine, com'è cambiato il Milan un anno dopo MilanNews.it
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sabato 31 ottobre 2020, 23:30News
di Redazione MilanNews
fonte di Giovanni Picchi

Era una calda domenica d’estate, precisamente il 25 agosto 2019. Il sole splendeva alto su Udine ed il Milan, emozionato come un bambino il primo giorno di scuola, si preparava a dare inizio alla sua nuova stagione di Serie A.

Quel pomeriggio infatti il Diavolo avrebbe affrontato i padroni di casa dell’Udinese, ponendo fine alla lunga sosta estiva. Nella classe dei rossoneri, oltre ad alcuni nuovi compagni, era cambiato anche l’insegnante, anzi, il “Maestro”: Marco Giampaolo era subentrato a Gattuso alla guida tecnica del Milan.

Le sue idee di calcio e le sue dichiarazioni nel pre-campionato avevano acceso gli animi dei tifosi rossoneri, riportando nel Club di via Aldo Rossi un entusiasmo che non si vedeva da un po’.

“Testa alta e giocare a calcio” aveva sentenziato nella conferenza stampa di presentazione, contrapponendosi al  motto del rivale interista Antonio Conte “Testa bassa e pedalare”.

L’entusiasmo però avrebbe presto lasciato spazio alla delusione. Quel beffardo sole friulano era stato la calma prima della tempesta.

L’Udinese batte il Milan 1-0, ma il risultato, benché negativo, non rappresenta il peggiore dei mali. La prestazione rossonera tramuta quella partita in un incubo: tanti giocatori schierati fuori ruolo sono spaesati e quasi impauriti, gli errori e le disattenzioni sono molteplici. Il gol dell’Udinese viene segnato da Rodrigo Becao, alla sua prima marcatura in carriera, che svetta tutto solo in mezzo all’area. Il dato più rappresentativo del match è relativo ai tiri in porta: 0 nell’arco dei 90 minuti, ma, se ti chiami Milan, questa statistica non può essere accettabile.

L’intervista nel post-partita dell’allenatore abruzzese non ha aiutato a contenere la rabbia dei tifosi. Giampaolo infatti ha preannunciato il ritorno al 4-3-3: tutto il lavoro di mesi in estate sul 4-3-1-2 sarebbe stato vanificato? -  e ha recriminato sulle decisioni arbitrali. Forse aveva ragione, il tocco di mano di Samir in area poteva essere sanzionato, ma sarebbe stato meglio pensare a migliorare il gioco invece di soffermarsi sui singoli episodi.

Nei mesi successivi, la musica non è cambiata: i risultati scarseggiavano ed il bel gioco non c’è proprio mai stato.  Simbolo di un amore mai sbocciato, l’8 ottobre, dopo appena 4 mesi, Giampaolo viene esonerato. Il giorno successivo viene ufficializzato al Milan il suo sostituto, Stefano Pioli, visto da molti come un mero “traghettatore”, preso nell’emergenza in attesa di trovare l’allenatore giusto.

Domenica prossima alle 12.30 il Milan scenderà in campo contro l’Udinese alla Dacia Arena, in un incontro valido per la 6° giornata di Serie A. Il Diavolo, primo in classifica in solitaria, andrà a caccia del 24° risultato utile consecutivo. Sulla panchina rossonera siede ancora  Stefano Pioli.

Per farla breve, da quel 25 agosto è cambiato tutto.

La svolta è avvenuta nel post-lockdown (anche se già a gennaio si erano visti sprazzi di buon calcio), quando il Milan, grazie anche all’esperienza portata dal ritorno di Zlatan Ibrahimovic e dall’acquisto di Simon Kjaer nel mercato invernale, si è trasformato in una squadra solida, capace di ambire ai primi posti della classifica. Dopo lo scoppio della pandemia, i rossoneri sono stati “Il più grande spettacolo dopo il Big Bang”. La nuova stagione poi è cominciata sullo slancio della precedente: 10 partite, 9 vittorie ed un pareggio. Sono cambiati anche gli ideali: piedi per terra, concretezza e testa alta ma non troppo, sempre con lo sguardo rivolto alla prossima partita: “steb by step”, come dice Mister Pioli. Il tecnico emiliano si è rivelato la guida perfetta per questo Milan, capace di amalgamare perfettamente un gruppo giovane con chi giovane non lo è più, rimanendo sempre realista e lavorando con ordine. Poi è un vero signore: intervenuto ai microfoni di Sky Sport dopo il pareggio con la Roma, nonostante una direzione arbitrale a dir poco discutibile, non ha sollevato nessuna polemica, ma ha preferito parlare di campo, pensando a dove i rossoneri potevano fare meglio. Anche queste piccolezze sono ricche di significati.

Domenica ad Udine il Milan di Pioli cercherà di andare in doppia cifra nei successi, senza badare ai fantasmi dell’ultima esperienza in terra friulana.