L’addio di Theo. Abbonamento al buio. Centravanti in agosto. Quelli che… Sinner gli sta sulle palle (non da tennis)

Theo Hernandez se n’è andato in Arabia ad aprire il deposito di Paperon de’ Paperoni. Sparirà dai radar del calcio che conta, salvo la Nazionale. Mi dispiace. Il Milan aveva in casa uno dei terzini più forti del mondo che si è appannato fino a dissolversi. Il rapporto col club si è incrinato e nel suo messaggio di addio si è tolto un paio di sassolini nei confronti della dirigenza, tema su cui mette d’accordo quasi tutti. Un pizzico di mea culpa però dovrebbe farlo e sono certo che nel suo intimo, nella sua coscienza, qualche riflessione la stia facendo e la farà. Fossi un dirigente del Milan avrei fatto di tutto per recuperarlo in tutti i sensi, forse Paolo Maldini ci sarebbe riuscito. Fossi in Theo, però, avrei fatto cose diverse rispetto a quelle che ha compiuto lui negli ultimi 2 anni. In campo e fuori. In bocca al lupo. E… peccato. Davvero.
Veronica che partecipa con Diego Abatantuono e Ugo Conti a “Il calcio a 90” su YouTube ha già rinnovato l’abbonamento al Milan per la prossima stagione. Era alla festa della Curva Sud, va in trasferta, ama i colori rossoneri. Come lei, ne ho incontrati tanti in queste settimane: la tessera si fa, dopo di che chi vivrà vedrà. Al buio, sulla fiducia per Tare e le speranze su Allegri.
Le trattative sono spinose, per i budget e per le richieste sempre altissime. Come ho scritto qualche settimana fa, il Milan quando vende fa trading: se il rapporto tra ciò che fu pagato un cartellino e l’offerta corrente è molto vantaggioso, l’acquirente incarta e porta via. Reijnders insegna. Quando però è il club rossonero a bussare, i prezzi lievitano a dismisura, il Bruges fa scuola. Per questo credo che piazzare gli esuberi non sarà facile e arrivare agli obiettivi ancora più difficile. Gli obiettivi sono chiari: centrocampo in primis, poi i terzini e infine il centravanti. Sono abbastanza convinto che verrà acquistato ad agosto: dovrà alternarsi con Gimenez sul quale conviene comunque puntare, le priorità quindi sono altre anche per prendere un po’ per il collo chi vende l’attaccante.
Nella conferenza stampa di presentazione, Allegri è apparso ovviamente molto cambiato rispetto a 15 anni fa, ma anche rispetto all’ultima versione juventina. Meno arrembante, meno pungente, molto pacato. Normale usare prudenza in un cantiere, si parlerà del palazzo quando era costruito. Sono abbastanza convinto che sia cambiato anche nella mentalità, che non stia pensando a una squadra che specula: piuttosto una che attacca bene e si difende meglio. Nessun problema, nessun dogma: ha ripetuto più volte “risultati” dando la sua visione su come raggiungerli. È - per il momento - quello che l’universo rossonero si aspettava, è ciò di cui sentiva il bisogno. Cresce la curiosità, ma bisognerà aspettare che venga completato il mosaico.
A Wimbledon, prima Dimitrov strapazza Sinner, poi si ritira per infortunio. Ho letto commenti, articoli, opinioni, post feroci, manco fosse stato Jannik a dargli un pugno alla spalla. Parlano di fortuna. Per me è destino, anche un po’ casuale: fatto sta che sono sbocciate cattiverie su cattiverie, tirando di nuovo fuori le storie delle Davis e delle Olimpiadi saltate, della sua nazionalità reale, la residenza a Montecarlo, il doping… Già, il doping. C’è gente che non riesce proprio a godersi un pizzico di orgoglio nazionalista, non riesce proprio a gonfiare il petto per lui: non sopporta la sua educazione, il suo modo, il suo rispetto e quello di cui gode insieme con la stima e l’ammirazione degli avversari, la sua classe. La sua forza.
Nemmeno Cristo piace e piacque a tutti. Benedico il cielo che mi ha regalato la fede cristiana e un amore entusiasta per Jannik Sinner. Uomo e tennista. Livore e invidia non appartengono a nessuno dei miei orientamenti, quotidiani e culturali.
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