L'anticipo di Galli - La conferenza stampa di Allegri: tre verità ed una mezza bugia

“Centro Sportivo Milanello powered by Clivet”. Lunedì 7 luglio 2025, ore 11.00.
Luogo, data e ora da segnare e sottolineare nell’agenda personale di ciascun tifoso rossonero. Perché? Perché nel cuore e nella testa di tutti noi quel momento e quel luogo dovrebberorappresentare il punto della svolta: Max Allegri viene presentato da Igli Tare, il direttore sportivo.Già questa è una notizia che segna una rottura con il recente passato. Finalmente una figura - ci riferiamo a Igli Tare - con una funzione e un mandato ben preciso: costruire una squadra vincente. Una figura che si espone.
Lo diciamo subito: non è stato un Allegri-spettacolare, graffiante, “livornese”, come qualcuno si aspettava e come qualcuno l’ha definito. Possiamo dire, con una battuta, che Max è partito in difesa, fedele al suo stile di gioco o, meglio, a come questo viene spesso descritto, pacato e attento nel dosare enfasi e termini: una modalità che non deve essere stata facile per lui, dal carattere notoriamente fumantino ma che, a maggior ragione, ci fa capire quanto sia forte la sua volontà di mostrarsi più maturo, equilibrato,ammaestrato forse da un passato non così lontano in cui aveva speso troppe energie in contrapposizioni inutili e dannose per lui e per la sua squadra. Nel suo “modulo” difensivo, molti hanno sostenuto che Allegri abbia detto poco, e che quel poco fosse ovvio. Può darsi. Però vorrei richiamare la vostra attenzione su tre cose. E mezza.
1 - Effetto play-off: il suo continuo richiamo aquel campionato che “inizia” a marzo - come fossero i play-off della NBA – per il quale bisogna farsi trovare pronti fisicamente, mentalmente e col giusto patrimonio di punti. Nella sua testa c’è, nemmeno tanto nascosto, l’obiettivo di agguantare la seconda stella. Se la squadra arriva a occupare le zone alte della classifica in quel periodo della stagione, in cuor suo Max è certo di saper stimolare e ottenere, da parte dei giocatori e non solo, il massimo e ancor di più. Non dimentichiamoci che non avremo l’impegno delle coppe!
2 - Difendere la difesa: sarà banale, ma il Milan viene da un anno disastroso non solo per la difesa intesa come reparto, ma come organizzazione difensiva più in generale, che passa dalla disponibilità di tutti i giocatori a dedicarsi anche alla fase di non possesso. Allegri sa bene che i 43 goal subiti nella scorsa stagione sono un macignotroppo pesante da trascinare per una squadra che vuole vincere il campionato o anche “solamente”tornare in Champions’. L’obiettivo potrebbe aggirarsi appena sopra i 30 goal subiti (il Napoli ne ha concessi solo 27): centrarlo potrebbe voler dire correre per un traguardo importante. A questo proposito dovremo avere una squadra che sa gestire il pallone (sapete come io prediliga questa modalità di difesa “attiva”), ma, non lo nego, che all’occorrenza sappia anche difendere strenuamente la propria porta, durante lo sviluppo del gioco avversario, sui calci piazzati e sulle palle provenienti nella nostra area a difesa schierata che, troppo spesso, nella scorsa stagione, ci hanno trovati disattenti e costretti apagare dazio ai limiti dell’incredibile, anche in presenza di cross lunghi e morbidi, tutt’altro che difficili da intercettare. Questione di voglia, di rabbia agonistica, di ordine tattico? Quale che sia la causa, va cancellata.
3 - Remare tutti dalla stessa parte: su questo concetto il mister rossonero è tornato più volte, “dal management ai magazzinieri”, “si vince tutti insieme”, eccetera. Sarà banale anche questo (spesso le cose giuste sono banali). Si potrebbe opinare: “E che cosa doveva dire, ‘ognuno si faccia i c… suoi’?”. No, certo. Ma Allegri ha insistito troppo per non avere in mente qualcosa di specifico, di tagliato sulla situazione e non solo prelevato dall’immensa biblioteca delle frasi fatte. Se dobbiamo individuare UN problema fra i tanti emersi nella scorsa stagione, credo che siamo tutti d’accordo che sia stato proprio la mancanza di unità, a partire da molto in alto e giù giù, fino al campo di gioco, a tratti teatro di decisioni improvvisate, incomprensibili, apparentemente fuori controllo. Ecco, il controllore è salito sul tram: conviene avere il biglietto pronto.
3 e ½ - E qui veniamo alla “mezza bugia” cui accennavo nel titolo. È quella secondo cui del “prima”, di tutto quanto avvenuto prima del giugno 2025. Certo, povero ingenuo di un Max: avrà visto al massimo qualche partita in televisione, ma cosa volete che abbia capito? Mica si intende di calcio, di uomini, di organizzazione, di gruppi, di società. Figuriamoci.
Torniamo seri: a giudicare dalle cose che ha detto- il richiamo a un blocco unico, il remare tutti nella stessa direzione (squadra e società!), la richiesta di assunzione di responsabilità da parte di ogni singolo componente, nessuno escluso -siamo certi che Max abbia in testa una “radiografia” molto precisa di questo club, e sappia molto bene che cosa sia successo e dove occorre intervenire: perché è un osservatore attento, perché avrà parlato con chi di dovere, perché sa collegare i puntini. Mezza bugia, quindi. Ma si tratta di una cosiddetta “bugia bianca”, di quelle che non fanno male e, anzi, servono a evitare qualche dispiacere inutile. Sarà nello spogliatoio e - spero - negli uffici che di tanto in tanto Max, come un bravo ortopedico, tirerà fuori la sua radiografia, che nel frattempo andrà arricchendosi di nuovi dettagli rilevati sul campo, dirà “qui c’è un problemino” e lo affronterà come merita.
E allora buon lavoro, dottor Max. A te, al tuo staff e alla nostra squadra - Forza Milan!
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