Giudice: "Con l’uscita di Maldini-Massara, il Milan ha rimosso un dissidio interno che non era funzionale, ma ha lasciato scoperta la casella della gestione del gruppo squadra"

Giudice: "Con l’uscita di Maldini-Massara, il Milan ha rimosso un dissidio interno che non era funzionale, ma ha lasciato scoperta la casella della gestione del gruppo squadra"MilanNews.it
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Oggi alle 00:40News
di Antonello Gioia

Alessandro Giudice, esperto di economia e finanza che collabora spesso con il Corriere dello Sport, commenta così su X il momento negativo del Milan:

"Proprietà e dirigenza Milan devono prendere decisioni forti (e per una volta, popolari) per voltare pagina dopo una stagione fallimentare perché non sono mancati solo i risultati, è la governance (soprattutto il presidio dell’area sportiva) che ha mostrato seri limiti. Se ciò non accade, rischiano di fare implodere un progetto che aveva un enorme potenziale innovativo per il calcio italiano ma che doveva, soprattutto, per i tifosi del Milan, proseguire il riposizionamento del club ai vertici dopo il decennio buio dell’ultimo Berlusconi-Galliani e la ricostruzione dalle macerie lasciate da Fassone-Mirabelli-Li. Occorre riannodare un filo spezzato con i tifosi che, essendo partner come dice Cardinale, non possono essere consegnati al malcontento. Personalmente detesto il populismo anche nel calcio e soprattutto nella gestione delle aziende ma ora servono scelte, se non populiste, almeno popolari. Cioè: che trovino ampio consenso: non è il momento di rischiare sfide “intellettuali”, come sono state le scelte di allenatori controcorrente. Né di accollarsi a petto nudo l’intera responsabilità delle scelte tecniche, senza condividerle con un professionista e senza un front-man (questo sarebbe davvero ingenuo).

Con l’uscita di Maldini-Massara, il Milan ha rimosso un dissidio interno che non era funzionale ma ha lasciato scoperta la casella della gestione quotidiana del gruppo squadra, della presenza a Milanello e del supporto al tecnico. La dirigenza ora farà bene a muoversi nel mainstream, perché potrebbe non avere un’ulteriore chance. Se anche la proprietà americana deciderà di confermarle la fiducia (cosa oggi impensabile, senza una riorganizzazione che punti a presidiare l’area tecnica) non sopravviverebbe a una nuova stagione, nemmeno disastrosa come l’attuale, ma che fosse anche appena mediocre. Deve lavorare a un rilancio, simile al Napoli post-post scudetto di quest’anno. Non credete alle baggianate sulla proprietà “in affitto” o su Elliott che comanda. Logico che abbia un’influenza, essendo creditore, ma RedBird ha investito 700 milioni nel Milan e ha la titolarità delle scelte. Chiaro che in questi due anni ha dato fiducia in bianco al management ma ora dovrà pretendere (come in tutte le aziende) un cambio di passo, altrimenti non potrà invocare attenuanti".