Massaro: “Non avevo il talento di Van Basten, ma modestamente ho scritto il mio nome nella storia del Milan”

Massaro: “Non avevo il talento di Van Basten, ma modestamente ho scritto il mio nome nella storia del Milan”MilanNews.it
© foto di Federico De Luca
mercoledì 18 novembre 2020, 20:48News
di Nicholas Reitano

Intervenuto ai microfoni di Radio 105, durante la trasmissione "105 Mi Casa" (condotta da Max Brigante), Daniele Massaro, dirigente del Milan, ha parlato del suo passato e del suo presente rossonero.

Sul legame con la Curva Sud: "È stato un sogno, sin da bambino, giocare con il Milan. Quando mi chiamò Galliani risposi sì, senza ascoltare la sua domanda. Non è stato facile coronare questo sogno, e con Sacchi non avevo mai la certezza di giocare, come detto da lui. Non avevo il talento di Van Basten, ma modestamente ho scritto il mio nome nella storia del Milan. È stato un onore indossare questa maglia, e lavorarci ancora oggi".

Sul feeling con il gol nonostante le non eccelse qualità tecniche: "Non nasco attaccante, lo sono diventato con Sacchi. Mi sono adattato a fare questa cosa: ne ho sbagliati tanti di gol, ma ne ho fatto anche qualcuno d'importante. Inzaghi tecnicamente era scarso, e non lo dico io (ride, ndr), ma ha segnato non so quanti gol. Quando hai la difesa più grande al mondo e ti alleni tutti i giorni contro di loro, non vedi l'ora di giocare contro gli altri alla domenica. Poi ho avuto un grande maestro come Marco. Ma la cosa che mi manca di più è Milanello".

Su come si passa dal calcio giocato all'ufficio: "Già nel '94 giocavo con qualità, non con quantità. Le cure non erano efficaci come ora, basti vedere come Ibrahimovic faccia la differenza a 39 anni. A Usa '94, a 33 anni, mi sono guadagnato per la prima volta la maglia della Nazionale. Nel '95 ho fatto fatica, e ho capito che non facevo più la differenza, e quindi ho smesso di giocare. Ho accettato una proposta dal Giappone, e lì la facevo ancora, dato il basso livello calcistico. Non mi sembrava giusto indossare un'altra maglia. Poi Galliani mi chiamò da dirigente, e ora ogni giorno al posto di andare a Milanello vado a Casa Milan".

Sul golf a Milanello: "Mi ricordo che portavo i ferri e le palline al campo di pratica e ci divertivamo. Chi giocava? Per esempio, Tassotti, Donadoni, Panucci, Simone, Shevchenko, Ronaldo, Gullit, e tanti altri. Van Basten? Marco ha iniziato dopo il suo ritiro dal calcio giocato ed ora è diventato fortissimo".