Dal destino segnato al primo anno al 6° ciclo più lungo al Milan: ascesa e caduta di Pioli. Con uno scudetto epico

Dal destino segnato al primo anno al 6° ciclo più lungo al Milan: ascesa e caduta di Pioli. Con uno scudetto epicoMilanNews.it
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venerdì 24 maggio 2024, 18:00Podcast MN
di Gaetano Mocciaro

Doveva essere un interregno di poco meno di una stagione, quello di Stefano Pioli al Milan. È stato il sesto ciclo più lungo della storia dei rossoneri. E pensare che era già apparecchiato per il passaggio di consegne nell'estate del 2020, con Ralf Rangnick già contattato a fine ottobre e pronto a prenderne il posto. Uno scenario che portò peraltro a uno scossone in seno alla dirigenza, con l'addio di Zvonimir Boban che ha portato a lunghi strascichi con la proprietà dell'epoca.

Il Covid-19 e l'incredibile percorso alla ripresa di quel campionato ha stravolto qualsiasi cosa. In primis il dietrofront sul tedesco e la conferma di Pioli, oltre che di Simon Kjaer e Zlatan Ibrahimovic che sarebbero stati i primi della lista ad essere tagliati da Rangnick, oggi commissario tecnico dell'Austria. Pensate a cosa sarebbe potuto succedere e a cosa ci saremmo persi: avremmo vinto comunque lo Scudetto come nel 2022? Difficile a dirsi ma una cosa è certa: l'impronta di Pioli, così come quella dei due giocatori citati, è stata decisiva. Perché il tecnico ha creato un'alchimia quasi irripetibile, aiutato in campo e fuori dai senatori. Vincendo contro ogni pronostico un campionato, dopo aver perso Donnarumma e Calhanoglu.

Il Milan che Pioli aveva raccolto era 81° nel ranking UEFA. Non giocava le coppe europee, era reduce da due mediocri figure in Europa League e non vedeva da anni la Champions. Lascia la squadra al 29° posto in questa speciale classifica, diventando cliente abituale nel massimo torneo continentale e regalandoci la cavalcata dell'anno passato, interrotta alle semifinali. L'inizio della fine del suo ciclo: quelle semifinali con l'Inter prima, i successivi derby e un altro doppio confronto disastroso in Europa League con un'altra italiana ha fatto capire che il ciclo era finito. Un amaro epilogo ma pensate che solo qualche anno fa era impensabile essere scontenti per un secondo posto. 

Chi lo sostituirà avrà un compito gravoso, quello di fare meglio: Paulo Fonseca è il favorito, la piazza storce il naso. Ma in fondo la reazione fu più o meno la stessa quando in quell'ottobre 2019 la dirigenza del Milan scelse Stefano Pioli...