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Ambrosini: "Tonali è un giocatore speciale. Il Milan può puntare a traguardi ambiziosi"

ESCLUSIVA MN - Ambrosini: "Tonali è un giocatore speciale. Il Milan può puntare a traguardi ambiziosi"MilanNews.it
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
mercoledì 30 settembre 2020, 16:00ESCLUSIVE MN
di Pietro Andrigo

Intervenuto ai microfoni di Milannews.it, l’ex storico capitano rossonero Massimo Ambrosini ha parlato del suo passato nel Milan e del presente della squadra allenata da Stefano Pioli. Queste le domande e le risposte: 

Partiamo dal passato per poi spostarci verso il presente. Ieri era il compleanno di Berlusconi, uno storico presidente rossonero. Quanto è stata importante la sintonia tra proprietà e la dirigenza formata da Galliani e braida nelle vittorie del vostro Milan?

“C’era grandissima unione tra la squadra e la dirigenza. Sicuramente la sintonia è alla base dei successi di una grande società ma poi c’erano anche altre componenti importanti che andavano dal reparto commerciale a tutte le persone che lavoravano a Milanello. C’era un’unione di intenti veramente unica."

Senza dubbio i successi sono arrivati per l’incredibile gruppo che eravate. Negli scorsi mesi guardando “The last dance” dei Chicago Bulls ho ritrovato in termini di motivazione e spirito vincente molte similitudini con il vostro Milan. Quali erano i punti di forza del vostro gruppo e quanto era importante una figura come Ancelotti alla stregua di Phil Jackson? 

“Carletto ci faceva stare bene e sapeva capirci. Aveva a che fare con un grande numero di personalità differenti e sapeva come farci stare insieme e amalgamare il gruppo. La differenza è che nella nostra squadra non c’era un Michael Jordan di turno, una figura che provocava o stimolava la squadra o era di un altro livello ma eravamo un grande gruppo con caratteri compatibili e vincenti"

In tanti anni in rossonero hai condiviso il campo con tantissimi campioni. Quale giocatore ti ha stupito per etica del lavoro e talento? 

“Sicuramente Paolo Maldini. E’ senza dubbio lui, per tutto quello che ha fatto con il Milan e per tutte le volte che lo ha fatto. Era un costante esempio sia negli atteggiamenti che negli allenamenti quotidiani dove aveva una professionalità unica. E’ a lui che penso per primo a questa domanda."

Insieme a Paolo, appunto, hai condiviso il campo e lo spogliatoio per diversi anni ed ora è un dirigente rossonero. Quanto è cresciuto secondo te in questo ruolo? 

“Secondo me è una domanda interessante da fare soprattutto a lui. E’ una persona che ha acquisito sicurezza, conoscenze e che ha avuto la possibilità di fare quello che desidera in autonomia con le conoscenze che ha accumulato nel tempo, Ha avuto l’umiltà di circondarsi di persone che lo possono aiutare ed ora si trova nella posizione di gestire in prima persona questo ruolo importante"

Tra i colpi che ha messo a segno, c’è Sandro tonali. Quali sono le caratteristiche che ti piacciono di più del centrocampista ex Brescia? Credi che il giocare nella squadra che si tifa sia un pro o un contro? 

“Giocare a pallone credo sia uguale in ogni squadra, sicuramente il Milan può essere stato uno stimolo nella scelta ma quando cominci ad allenarti e entrare in un gruppo, non contano questi aspetti anche perchè la professionalità è un aspetto che scinde da questa componente. Per giocare a calcio, bisogna saper giocare bene dappertutto. E’ un ragazzo che ha uno stile di gioco e un modo di toccare il pallone che fa capire che ha qualcosa di speciale. Parlando dall’aspetto puramente tecnico, ha finito la stagione scorsa con qualche problema e quindi ora ha bisogno di giocare, di acquisire conoscenze e certezze. Non dimentichiamoci che è un 2000 e che ha bisogno di tempo per crescere. Ha la fortuna di entrare in un gruppo rodato, con due centrocampisti che stanno facendo cose eccezionali e quindi avrà il tempo per dimostrare le sue qualità"

Dai giovani agli esperti. Hai condiviso il campo anche con Ibrahimovic. Quale è un tuo ricordo dello svedese?

“Sono ricordi quotidiani tra cui la tante volte citata volontà di primeggiare in ogni esercizio che si faceva, non solo le partitelle. Il clima di sana competizione che creavamo insieme a lui, come gruppo, lo ha apprezzato perchè è un giocatore che ha la sfida nel sangue. Ha sempre bisogno di qualcuno o qualcosa che lo stimoli e noi eravamo un gruppo che non si tirava indietro"

Dai colpi fatti alle suggestioni di mercato. Pensi che Chiesa possa essere il nome giusto per lanciare il Milan verso grandi obiettivi? 

“Il Milan ha già un impianto collaudato. Ha mostrato di poter combattere per la parte alta della classifica. Dal punto di vista tecnico cede qualcosa in termine numerico ad altre squadre ma ha una conoscenza del gruppo e un’alchimia che la rendono una squadra che può ambire al quarto posto. Detto questo Chiesa non farebbe comodo al Milan ma eleverebbe il livello di qualità di qualsiasi squadra puntasse su di lui. L’arrivo di un giocatore come Chiesa eleverebbe le possibilità di raggiungere un obiettivo così importante"