Ibrahimovic l’highlander: a 41 anni la Svezia lo richiama e il Milan conta ancora su di lui

Ibrahimovic l’highlander: a 41 anni la Svezia lo richiama e il Milan conta ancora su di luiMilanNews.it
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giovedì 16 marzo 2023, 14:00Primo Piano
di Redazione MilanNews

Non ha bisogno di presentazioni, la sua fama lo precede e l’eco delle sue imprese risuonerà ancora a lungo negli anni a venire. Zlatan Ibrahimovic non è un giocatore qualsiasi, non lo è mai stato e non lo sarà mai, nemmeno dopo aver superato i 40 anni. Capace di alzare il livello di una squadra tanto mentalmente quanto tecnicamente, Ibrahimovic ha assunto una consapevolezza dei propri limiti (fisici, solo e soltanto fisici ma fisiologici, data l’età) e in base ad essa ha ridimensionato il proprio ego, in una dimostrazione di umiltà che stride con l’immagine del personaggio spaccone, rude e senza scrupoli che si è costruito negli anni. Del resto, si sa: un conto è Zlatan Ibrahimovic davanti alle telecamere, quello che gioca e interpreta una parte; un altro è l’Ibra che fa parte di uno spogliatoio di cui è leader, faro, esempio e chioccia.

QUESTIONE DI MENTALITÀ

Zlatan è un primus inter pares, non si impone più con prepotenza nelle gerarchie del proprio allenatore. Certo, vuole giocare e lo ha detto più volte (e chi non lo vorrebbe?), ma non avanza pretese e non destabilizza l’ambiente. Non è una cosa scontata, date le recenti esperienze a Roma, con un altro gigante del calcio quale Francesco Totti, che ha avuto il rapporto travagliato con Spalletti che conosciamo tutti; non è stato un periodo sereno nemmeno quello di Cristiano Ronaldo nella sua seconda esperienza al Manchester United, che si è chiusa nel modo più triste che la storia tra CR7 e il Man Utd potesse conoscere. A differenza loro, Zlatan ha il pregio di aver riconosciuto l’effetto su di sé del tempo che scorre e lo ha accettato. Ora con un ruolo di riserva di lusso, recuperato dall’infortunio, il suo talento e la sua esperienza sono pronti ad essere messi al servizio della squadra, nelle modalità che possano permettere al suo fisico di esaltare le sue qualità. Lo deve aver capito e apprezzato anche il CT della Svezia Janne Andersson, che ad aftonbladet.se ha detto che la convocazione di Ibra per le sfide contro Belgio e Azerbaigian (valevoli per le qualificazioni ai prossimi Europei) non ha la prospettiva di schierarlo titolare, ma di attingere dalle sue qualità a partita in corso, come accade nel Milan. Una mentalità, quella di Ibrahimovic, umile ma competitiva, consapevole dei propri mezzi ma non arrogante al punto da lasciarsi comandare dal proprio ego; contagiosa, perché col suo carisma la trasmette ai giocatori delle generazioni più giovani e ancora, sempre vincente. Con Ibrahimovic si va per vincere, nulla di meno. O bene, o niente.

FATTORE Z

Intanto, prima di arrivare alla sosta, ci sarà la partita di Udine, in una trasferta storicamente molto ostica per i rossoneri. Con Olivier Giroud indisponibile causa squalifica, un Origi impalpabile e un Rebic ben lontano dall’essere affidabile, Ibrahimovic può essere il nome caldo per esorcizzare fantasmi e paure, magari pure da dal 1’. Una cosa è certa: il Milan ha bisogno di qualcosa di nuovo, o quantomeno di diverso in attacco e Zlatan ibrahimovic è, ancora una volta, il fattore pronto a far saltare il banco.

di Luca Vendrame