L'Italia e l'epopea degli stadi di proprietà, quando all'estero sono la prassi. Elliott punta forte sulla nuova casa, ma bisogna accelerare

L'Italia e l'epopea degli stadi di proprietà, quando all'estero sono la prassi. Elliott punta forte sulla nuova casa, ma bisogna accelerareMilanNews.it
sabato 27 marzo 2021, 18:00Primo Piano
di Matteo Calcagni

Quando Elliott ha "ereditato" il Milan nel luglio 2018, il club verteva in una situazione finanziaria disastrosa, figlia degli ultimi anni di presidenza Berlusconi ed aggravata dalla campagna acquisti dell'estate 2017. Rialzare il brand rossonero non era facile e i primi passi non sono stati semplici. Il mercato 2018/19, forse per fretta, è stato sbagliato su tutta la linea, pesando ulteriormente su un bilancio già in crisi. Non a caso, Gazidis e co. sono stati costretti a mediare con la UEFA, rinunciando all'Europa League 19/20, un serio danno d'immagine. Eppure, con sapienza e perseveranza, la nuova gestione ha saputo migliorare la squadra per gradi ed allargare all'inverosimile partnership e sponsorizzazioni, tant'è che il valore del club ha subito un'inattesa impennata nonostante le difficoltà del Covid.

IL PEREGRINARE DI MILAN E INTER - Quello che manca, e che farebbe una differenza sostanziale, è lo stadio di proprietà. La situazione è noto: Milan e Inter, da mesi e mesi, stanno lavorando col Comune di Milano per dare il là al progetto, ma ad ogni curva nascono nuovi ostacoli, in un pulviscolo burocratico sfinente. Anche con Berlusconi alla guida, il club rossonero cercò di erigere una nuova casa, al Portello, dovendo poi rinunciare con una importante perdita economica. Il problema ora sembra legato ai dubbi sulla tenuta finanziaria dell'Inter, ma la vicenda va avanti da fin troppo tempo. Ogni mese perso aumenta il ritardo (già ampio) dei club milanesi nei confronti delle big europee.

L'EPOPEA BUROCRATICA - Il partito della conservazione, e ristrutturazione, di San Siro è ancora forte, anche se la Soprintendenza, poco meno di un anno fa, ha escluso che lo stadio sia di interesse culturale, rendendo quindi ammissibile l'abbattimento. La macchina però continua a non avanzare, aggravata anche dal pesante botta e risposta tra Sala e Inter. Elliott continua a mantenere fiducia che il progetto possa partire, ma il tempo, mai come in questo caso, è denaro. È storia trita e ritrita, ma il calcio italiano, per crescere e competere, ha bisogno di nuovi stadi, stadi di proprietà che facciano fare il salto sia ai club sia all'economia stessa (vedi turismo). In Italia, tra le big, solo la Juventus è riuscita nell'"impresa", quando all'estero si tratta di un'assoluta normalità. Il Milan, con una nuova casa, potrebbe scattare vertiginosamente verso l'elité europea, motivo in più per tifare, ed insistere, perché il primo mattone possa essere posto.