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Mirabelli a 7Gold: "Ibra non lo riprenderei. Rimpianto Aubameyang. Mr Li? Addio strano. Speravo che Bonucci chiudesse al Milan"

LIVE MN - Mirabelli a 7Gold: "Ibra non lo riprenderei. Rimpianto Aubameyang. Mr Li? Addio strano. Speravo che Bonucci chiudesse al Milan"MilanNews.it
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
lunedì 15 ottobre 2018, 21:54Primo Piano
di Fabio Anelli

Massimiliano Mirabelli, ex direttore sportivo del Milan, è ospite negli studi di 7Gold. Queste le sue dichiarazioni.

Su Mister Li: “E’ il pensiero di tutti. È strano che il Milan venga acquistato e venduto in poco tempo. Ci sono da pensare tante cose ma ci ha lasciato tutti sorpresi”.

Sul rinnegare la scelta di andare al Milan: “La sfera di cristallo non l’ho. Vivere anche solo un giorno il mondo Milan è stato un onore. Sono stati 15 mesi di grande impegno. Vivere giornalmente di questo mondo Milan è da pochi, lo auguro a tanti, è bellissimo. Sono stato orgoglioso di fare parte, se anche in breve tempo, della storia di questo grande club”.

Sullo scarso rendimento di Kalinic e Silva: “Andrè Silva, a mio avviso, è un giocatore di indubbio valore anche per i prossimi anni. Abbiamo fatto questa scelta ma sapevano che non era facile per un giovane portoghese giocare nel campionato italiano. Un solo anno forse è stato poco, ma lo è stato per tutti. Rimango dell’idea che sia per il Portogallo sia per le prossime squadre, mi auguro torni al Milan, che di lui sentiremo parlare”

Sul rimanere milanista: “E’ normale per come è nata ed è stata strappata la mia avventura. Il mondo Milan mi ha preso tantissimo. Sono professionista, tifo per la squadra per cui lavoro ma il Milan mi è rimasto dentro”

Sul rimpianto per Aubameyang nel mercato estivo 2017: “Questo può essere un piccolo rimpianto per cosa penso e pensavo di Aubameyang. In quei mesi avevamo la necessità di rivoltare la squadra. Il conto si fa con acquisti e cessioni, noi abbiamo speso 160 milioni nella campagna. Avevamo la necessità di formare un giovane zoccolo duro nella squadra. Davanti ci è mancato qualcosa che poteva darci più impossibile. Una squadra però non si costruisce mai in un solo mercato, ma in un percorso più lungo”

Sul portare Gattuso in prima squadra: “In quel momento era giusto portarlo in Primavera, Montella aveva conquistato l’Europa League, era giusto dargli fiducia. Gattuso, che è un campione dentro, quando ha smesso di giocare si è subito dimenticato di quello che era stato da calciatore e si è rimesso in gioco da allenatore facendo le sue esperienze. Rino, dal mondo Milan e da tutti, era visto come grinta ma in realtà è un allenatore innovativo. È uno dei più bravi allenatori al mondo, è sottovalutato, lo si esalta poco. Il Milan gioca un bellissimo calcio. Se provate a immaginare il secondo gol al Napoli, è qualcosa di bellissimo. Il cammino di Gattuso è stato da terzo posto, sa insegnare calcio. È un grandissimo allenatore, ma sottovalutato”

Ancora su Mr. Li e sui soldi: “Non voglio sviare alla domanda. Io ne so meno dei giornalisti. La proprietà era qualcosa di superiore a quello che facevo io al Milan. Prima di fare qualsiasi passo al Milan ci volevano le garanzie giusta, prima di spendere denaro. C’era un amministratore delegato che aveva i rapporti con la proprietà. Avevamo una proprietà assente nella comunicazione, avevano un’idea non europea, non italiana. Loro, per quanto ci riguarda, quando dovevano fare i bonifici, tranne l’ultimo da 30 milioni, non ci hanno mai fatto mancare niente”

Su Reina: “Abbiamo colto un’opportunità per Reina, sapevamo che potevamo sia cedere Donnarumam che tenerlo. Eravamo stati chiari con Reina sul suo ruolo all’interno del Milan. Lui ha qualità straordinarie ma ha anche una grande personalità e capacità di aggregare e dare sostegno non solo al suo compagno ma a tutta la squadra giovane. Avevamo necessità di avere un giocatore che portasse quell’esperienza, indipendentemente dal suo ruolo da titolare o meno.”

Su ciò che non rifarebbe più e ciò che lo rende più orgoglioso: “Ciò che mi rende più orgoglioso e non aver fatto minusvalenze sul mercato. Abbiamo fatto rispettare il club in tutte le sue situazioni, abbiamo fatto un incentivo all’esodo per cedere i giocatori. Di questo ne vado fiero”

Sul fatto che ora sia più facile lavorare nel Milan: “Da quando siamo arrivati avevamo la necessità di fare quasi una rivoluzione per dare un’impronta alla squadra. Il secondo mercato, che non abbiamo fatto, sarebbe stato dedicato al puntellare la squadra, per renderla più forte. Non era facile fare il lavoro che abbiamo fatto noi, ripulire e dare un’impronta. Ora il Milan ha valore, ha tanti giovani. Abbiamo avuto difficoltà con dei rinnovi che abbiamo completato. Ora il Milan ha un’ossatura giovane su cui si può lavorare”

Su Bonucci: “Di questi tempi, è normale, dire qualcosa per giustificarsi. Bonucci, oltre ad essere un grande professionista, è stato con noi un grande uomo, era il primo ad arrivare e l’ultimo ad andarsene. È stato un campione vero. Spostare gli equilibri? Era un difensore centrale. Gli equilibri li cambia la squadra o al massimo il centravanti”

Sull'aspettarsi un solo anno di Bonucci al Milan: "No, abbiamo lavorato perchè chiudesse la carriera al Milan. Poi? Sono andato via, non lo so"

Su quanto conta che Montella non abbia ottenuto il massimo dalla squadra: "Conta tantissimo. Abbiamo perso cinque punti con il Benevento e tre con il Verona. Otto punti solo così. Quando è subentrato Rino, si è trovato con mille difficoltà nel prendere la squadra. Lui ha ottimizzato al massimo l'organico, pur arrivando solo all'ultima giornata Cutrone in doppia cifra. Aveva mille difficoltà ma ha sfruttato al massimo la squadra"

Sulla UEFA e su Donnarumma: "Sono problemi commessi prima della nostra gestione. Sono ottimista, il Milan ora ha una proprietà solida e importante. Non avrà problemi. Io ricordo i media che ci davano sconfitti per il caso Donnarumma. Abbiamo trovato una grossa difficoltà, ma non era l'unica scadenza. Gestire questa situazione con un agente non facilissimo è stato complicato"

Sul contratto di Donnarumma: "Chi si occupa di mercato sa che quando un giocatore è in scadenza ci sono commissioni che partono da 20 o 25 milioni. Sono soldi che si danno all'agente o al calciatore. Con Donnarumma era giusto dare uno stipendio importante ma non abbiamo pagato commissioni. Non penso che il contratto ne ha limitato la vendita. Il calcio è cambiato"

Su cosa ha trovato al momento dell'ingresso in società: "Il Milan ha avuto degli anni importanti, in cui è salito sul tetto del mondo. Gli ultimi cinque anni sono stati in sordina. E' normale che non abbiamo trovato un terremo molto fertile. Era un club che si accingeva quasi a vivacchiare, non andava nelle coppe. Noi abbiamo dovuto fare diversi interventi per aggiustare un po' di cose"

Sulla telefonata di complimenti di Raiola a Mirabelli: "Mi ha pure detto che non mi sarà riconosciuto quello che ha fatto. E' vera"

Sulle dichiarazioni di Raiola sulla società rossonera: "Non so si riferiva a noi dirigenti o alla proprietà. Io non devo dare una risposta. Mino Raiola ha fatto tante belle cose con il Milan, da quando siamo arrivati noi ha smesso e si è irritato"

Sul delegittimare il lavoro di Montella: "Dovevamo vincere la partita di Europa League, io sempre scendevo prima, quel giorno scesi ancora prima perchè non resistevo più negli spogliatoi e mi sono affacciato. Non c'è stato niente di che"

Sui rapporti con Fassone: "Lo devo solo ringraziare per l'opportunità che mi ha dato di venire al Milan. Sono in ottimi rapporti con lui. Non c'era nessun gelo. Io ho un carattere particolare, se devo dire una cosa la dico. I rapporti sono buoni"

Su Ibrahimovic: "Ora lo posso prendere solo a casa mia (ride n.d.r.). Io non lo prenderei ora"

Su Donadoni: "E' stato un grande calciatore e allenatore ma in quel momento ho pensato a Gattuso"

Su Conte: "Non ci abbiamo mai pensato, nessun interesse"

Su un pensiero a Ronaldo nella trattativa con Mendes per Silva: "Non posso rispondere a questa domanda. Non è un argomento da affrontare"

Su Mendes e Raiola: "Sono all'opposto. Con Raiola ci parlavo, ci trovavamo in disaccordo sulle questioni poi lui fa il suo lavoro e il mio. Magari, avrei potuto far scrivere meno cose cattive su di me se me ne fossi fregato del club e avessi fatto l'accomodante"

Su ciò che non rifarebbe al Milan: "Io purtroppo, avevo in mente, era una cosa da libro cuore, di unire i due fratelli Donnarumma. Oggi non lo rifarei per come sono andate le cose, dai protagonisti proprio la cosa non è stata capita"

Sul futuro personale: "Al momento salto in Italia e in Europa per vedere le partite, conoscere i giocatori e sbagliare di meno in futuro"

Sul calcio migliore in Italia o all'estero: "L'Italia è l'Italia anche se l'Inghilterra sta prendendo un piede importante nel mondo del calcio"

Su Paquetà: "Un'altra domanda?"